La canzone racconta il concetto dell’affidarsi come struttura portante di una relazione affettiva
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Cosa sai di Me è una ballad che prova a descrivere, con un ritmo cadenzato quasi da valzer lento e con un arrangiamento volutamente semplice, il concetto dell’affidarsi come struttura portante di una relazione affettiva. La capacità e la volontà di porsi la domanda “dove mi porterai quando sentirò freddo?” deriva dalla percezione di poter contare sull’altrə in qualunque circostanza, positiva o negativa che sia. Il brano evidenzia quindi la possibilità di mostrarsi completamente, con tutte le fragilità (come una mano che trema) e le debolezze, escludendo la paura del giudizio e includendo invece l’ascolto, la comprensione e la volontà di immaginare il futuro degli scenari più semplici eppure più importanti. Le parole del ritornello “se dovessi non ricordare, questi giorni, queste vite” evidenziano che il solo fatto di fermarsi un secondo e farci caso (e magari scriverci una canzone) permette a quel momento di restare in eterno, anche solo attraverso un profumo.
Il video alterna i piccoli momenti del quotidiano di una coppia un po’ più longeva a quelli di tante altre più giovani, per sottolineare che l’autenticità e la bellezza di una relazione possono essere mantenute sia dopo qualche anno che dopo trenta, quaranta o dopo una vita intera. L’affetto viene mostrato in tante forme, dalla carezza allo sguardo disteso, dal ballo in mezzo ad un piazzale a quello dentro casa, da un abbraccio da dietro ad una canzone cantata a squarciagola in auto. La capacità di continuare a programmare e di immaginare gli anni che saranno è lo sfondo in cui i due protagonisti interagiscono, vivono e magari ricordano. La scelta di alternare riprese professionali a quelle caserecce da smartphone consente di rompere più facilmente la quarta parete in modo tale che chi guarda e ascolta possa riconoscersi, in parte o in toto, nelle situazioni mostrate. Il video si chiude con loro due insieme sulle giostre, quelle tipiche delle feste patronali, dove la linea tra giovinezza e maturità torna ad essere incredibilmente sottile e consente, con la dovuta cautela ma il necessario coraggio, di guardarsi con gli occhi della prima volta ma con la sensazione e quindi la consapevolezza di conoscersi da sempre. Nel filmato infatti nulla è eccezionale, sopra le righe o addirittura eroico: questo perché, quando decidiamo di fare entrare qualcuno nel nostro piccolo strano mondo, ciò che fa davvero la differenza è il fascino della leggerezza e la grandiosità delle cose piccole.
La coppia protagonista del video si muove tra Ceglie Messapica e Bari, rispettivamente città d’origine e città attuale di Gallicchio, autore e compositore del brano. Quest’ultimo compare in veste di macchinista del carosello e dà il via ai 3’27’’ della canzone che chiudono i 19’ di “Analisi Uno”, suo EP di esordio. Se tutto l’album è un piccolo viaggio cantautorale attraverso una serie di emozioni variegate, tra cui si distinguono l’inadeguatezza, la malinconia e la nostalgia rispetto al contesto sociale, le amicizie e gli amori andati via, l’ultima “danza” vuole concedere un canonico lieto fine a tutto il processo di introspezione.