Plant, l'album Maldivita: "Anche se a volte ti senti senza, l'anima c'é"
Musica
Il disco è uno sguardo lucido su una società iperconnessa ma che ha perso il contatto con i propri sentimenti. L'INTERVISTA
Maldivita è il debut-album da solista di Plant, uno dei La Sad, ed è uno sguardo lucido su una società che vive nell'iperconnessione ma che, allo stesso tempo, ha perso il contatto con se stessa. E' il racconto di una realtà piena di stimoli ma incapace di provare emozioni, in cui i sentimenti valgono meno delle visualizzazioni e persino il dolore dev'essere estetico per poter essere reale, che ci illude di essere protagonisti quando si è solo spettatori distanti. Centrale è il tema della depressione che Plant racconta in modo diretto e senza filtri. In questo album Plant trova la sua dimensione, trasforma la fragilità in forza e mette a nudo le proprie difficoltà: un punto di riferimento verso chiunque si senta smarrito in un'epoca di frenesia e qualunquismo.
Francesco partiamo dalla storia di Maldivita: quando e come ci hai lavorato?
Da anni avrei voluto fare ma anche ascoltare da un altro artista un disco così. Ogni pezzo nasce da una esigenza reale, esorcizzo il mio vissuto, in musica mi viene naturale raccontare il peggio di me. I momenti belli me li vivo e non prendo appunti. Ho scartato tanti pezzi, ho anche pensato di smettere di fare musica ma poi ho ritrovato sicurezza ed è stato bellissimo
Se, come dici, viviamo in una realtà piena di stimoli ma incapace di trasmettere emozioni...in cosa le tue canzoni invertono la rotta e sono emozionanti?
Non nascono a tavolino per una certificazione, se poi avviene è la conseguenza di un racconto reale. Chi ha sensibilità si rispecchia in quello che dico, è difficile trovare chi mette in mostra le fragilità. La gente capta il suo vissuto attraverso i pezzi e diventa anche un urlo.
Ti sei posto l'obiettivo di fermarti almeno una volta nella giornata per ascoltare te stesso? Oppure i proponimenti sono fagocitati dalla velocità e dalla bulimia del quotidiano?
Mi manca quello e sto cercando di farlo, tendo a inquinare anche le relazioni per il mio overthinking. Il cervello è il mio nemico peggiore. Io quando sono felice sono triste anche se so che è triste dirlo. Sto cercando di fermarmi e lo ho fatto durante la scrittura, sono rimasto lontano dai social: ti confesso che vivevo meglio di adesso che devo fare posto a tutto quello che ruota intorno all'uscita di un album.
Parli di suicidio, di depressione: è la sintesi di un corpo senz'anima?
L'anima c'è ma a volte mi sento senza e lo dico nel testo, sono così sovra stimolato dall'esterno che non trovo la giusta scossa. Però ho botte di serotonina di pochi secondi e lì ritrovo la felicità da bambino. L'ultima volta è stata quando ho sentito disco completo.
"Dovevo andare al sert e sono finito all'Ariston": quale è la differenza?
Mi ha cambiato la vita anche come credenze, prima facevo già un percorso di crescita individuale seppur con ricadute. Poi ho preso in mano la mia vita consapevole a quante persone arriva il messaggio che trasmetto. Ho eliminato ogni dipendenza.
Cento anni fa, per l'esattezza nel 1924, Eugenio Montale scrisse la poesia Il Male di vivere ho Incontrato: in un secolo sono cambiate solo le percezioni del Maldivida ma non l'essenza?
Dipende perché in ogni epoca ci sono tasselli precisi. La mia generazione ha problemi tutti suoi, a partire dallo sdoppiamento della vita: come appaio non è come sono. Se ci fermiamo un mese per la gente sei un fallito e significa che non abbiamo mai tempo di ascoltarci: è il filo tecnologico che ci collega ma in realtà è una barriera.
Perché se a Milano non ci sono più le stelle e le persone sembrano belve tutti vogliono vivere proprio a Milano? Perché tutti vogliono essere pinguini nel deserto di Milano e nutrirsi di spritz e nostalgia?
Milano ha una doppia faccia anche lei, può darti tanto, e a me ha dato tanto, ma la mia percezione è cambiata nel tempo. A 16 anni quando sono arrivato in stazione Centrale mi sembrava Los Angeles, mi sentivo un artista in cerca di successo con la valigia di cartone. Milano esaudisce i desideri se la sai vivere ma altrimenti può svuotarti l'anima e portarti sulla cattiva strada.
La catena dell'odio è un ritratto del bullismo, è l'odio che germoglia. So che da piccolo ne hai sofferto, oggi ti senti maturo per affrontare gli hater?
Assolutamente. E' grazie a quello che ho subito che oggi sono quello che sono scappando da dove sono cresciuto e trovando la mia strada. Non ero quello che mi dicevano quando ero in Puglia, avevo la mia visione. Ora voglio disinnescare quella catena, potrei ripagare con la stessa moneta. Mi dicevano che ero un Pokemon, insultavano la mia famiglia ma recentemente a un concerto ad Altamura ho visto quelle stesse persone sotto il palco ed è finita lì.
Amara come Te è un amore tossico, un amore disperato o un grande amore nonostante tutto?
E' dedicata alle dipendenze con cui ho combattuto cambiando più psicologi e affidandomi a un allenatore che mi ha fatto perdere 13 chili. Ognuno sta bene nel corpo in cui si sente bene. Sono cresciuto attraversandolo e in quel fondo non ci voglio più tornare.
Viola è un collage di figure femminili: ripensandolo oggi è il ritratto di una immaginaria donna dei sogni oppure manca sempre un pezzo per chiudere il puzzle emotivo?
La ho scritta basandoni sulla vita della mia fidanzata che non è di Milano ma vive a Milano e lavora e studia lontano da famiglia e amici, insomma si sta costruendo il suo futuro. E' una storia vera.
Ora che il disco è uscito ti senti un po' meno...senza futuro?
E' una lotta costante, mi conosco bene e ammetto che non ero consapevole di quello che stava accadendo, io penso sempre che vada male, il mio giardino è sempre marcio.
Che accadrà nelle prossime settimane? Porterai il disco dal vivo? E' stata una esperienza che ti ha allontanato dall'apparire e avvicinato all'essere?
Assolutamente sì, ho scelto di togliermi i filtri, non mi interessa fare notizia e diventare famoso perché faccio casino. Sono contento se si parla di me per una melodia o una frase. Ci sarà il concerto che sarà una festa, uno show assurdo con artisti ospiti. Prevedo pure un DJ Set finale e una scenografia strafiga.