Red Bull 64 Bars Live, parte da Corviale la rivoluzione pacifica del Rap

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Tre ore di grande realismo quelle che sono andate in scena nella periferia Sud Ovest di Roma. Tra i protagonisti Fabri Fibra, Danno ed Ele A. IL RACCONTO

Come guardare un telegiornale. Red Bull porta a Corviale, periferia sud-ovest di Roma, il mondo rap e la vita di tutti i giorni, quella fatta di sudore e fatica, di conti che non tornano, di insoddisfazione e rabbia verso la politica, di abiti che si acquistano ai saldi e di vacanze che ogni estate si fanno sempre più ridotte. Va in scena per tre ore, a ritmo più che sostenuto, in quello che è il suo format più potente, ovvero il Red Bull 64 Bars Live.

Sul palco si alternano i monumenti del genere, e cito per tutti Fabri Fibra e Danno (suo l’urlo più accalorato e dolente per una Palestina libera), e quelli che la credibilità se la stanno conquistando barra dopo barra, come la giovanissima artista svizzera Ele A (uscirà venerdì prossimo il suo album Pixel), che ha prima conquistato Neffa (non presente, parlo di una sessione di studio) e proprio tramite il musicista e produttore salernitano di Scafati è arrivata a Fabri Fibra, il quale, sull’immenso palco che Red Bull ha costruito in un’area dove di solito si gioca a rugby, l’ha voluta al suo fianco, nel finale, per rappare insieme su Luna Piena.

E proprio l’ultima parte del live, dedicata ai featuring, ha regalato un altro momento di rara intensità: Noyz Narcos e Danno, sì sempre lui, con i suoi 51 anni papà e padre di due generazioni di rapper, hanno decongelato il brano Karashò e lo hanno regalato al popolo del Red Bull 64 Bars Live.

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CHI HA DELLE PAURE VADA A RACCONTARLE SU UN PALCO

Il messaggio di partenza, anzi il manifesto, è la sottolineatura che viviamo in un’epoca dove la paura toglie la libertà. E qui siamo a Corviale (è la prima volta: le altre edizioni si sono svolte a Scampia, all'ombra delle Vele) e, come ha urlato Sick Luke, il gran cerimoniere dell'evento: «Qualunque sia la tua paura, sali sul palco e raccontala al microfono».

Un invito a essere identitari e impavidi in una stagione dominata da tante paure, interiori e imposte. L'incipit è morriconiano: si respira per alcuni istanti il clima dei film epici di Sergio Leone. Poi compare Fabri Fibra, colui che non ha cambiato il rap in Italia ma lo ha creato. Infiamma il pubblico (serata sold out, diecimila le persone che sono andate a meta col rap) con un mini set — non dimentichiamo, a conferma di quanto il Red Bull 64 Bars Live sia un palcoscenico ambito, che su quattro edizioni Fabri Fibra ha partecipato a tre — che comprendeva Che fine ha fatto Fabri Fibra, Fenomeno, Zelensky, Tutti pazzi e il medley Stupidi, Sbang e Dalla A alla Z.

Dopo di lui, per nulla intimidita, arriva Ele A, classe 2002: Eleonora Antognini, questo il nome anagrafico, si pone subito al centro della scena come una vestale 2.0 e ipnotizza il pubblico con rime potenti, abrasive («Chiamo il Vaticano che mi dà una stanza gratis con una coinquilina che si chiama Orlandi»), a tratti dolenti, spesso rabbiose. Tra i pezzi che esegue c’è Quintale, un inedito che sarà parte dell’album Pixel in uscita venerdì prossimo.

Non c’è tempo per rifiatare, e peraltro nessuno ne è intenzionato. Ora c’è il francese Lacrim, unico straniero convocato, e poi si entra nell’atto secondo con Tony Boy e Lazza, il quale invita la gente a godersi lo show «perché per quanto mi riguarda per un po’ non ce ne saranno».

Il terzo atto, ribattezzato Per Corviale (i due precedenti erano Per il Rap e Per la Gente), porta sul palco Sick Luke, Ketama126, Danno e Noyz Narcos. Quest’ultimo, sulle barre di Sinnò Me Moro, commuove quando urla: «Grazie Roma, questa è sempre casa mia». Danno, che ha ragione quando tuona «Vi ammazzo tutti con le rime», è quello che più soffre il mondo che viviamo e, dopo la sua invocazione a una Palestina libera, aggiunge che «quello che spaventa è la puzza di nazismo che si respira negli ultimi tempi».

Il gran finale è quello dei duetti: vi ho già detto di Fabri Fibra con Ele A e di Noyz Narcos con Danno. Gli altri sono Franco126 & Ketama126 con Cos’è l’amore, Tony Boy e Lazza con Step e ancora Noyz Narcos con Franco126 & Side Baby in Buonanotte.

Tornati a casa, o ieri sera o stamattina, abbiamo guardato tutti un telegiornale con apprensione, tristezza, disperazione. Ma ora sappiamo che il rap, almeno un certo tipo di rap, è al nostro fianco per contribuire alla rivoluzione pacifica partita da Corviale.

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