Ligabue a Caserta, i ragazzi vanno in giro tra lambrusco e popcorn

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Davanti alla Reggia, Luciano non solo ha celebrato i 30 anni di Buon Compleanno Elvis, i 20 anni dal suo primo concerto a Campovolo e di Nome e Cognome e i 35 anni della sua carriera, ma ha chiesto lo stop alle guerre e che l'ambiente sia una vera priorità. IL RACCONTO

Certe Notti ti entrano nel cuore prima ancora che inizino. Quando pure il tramonto è ancora utopia, già sai, presagisci che si va incontro a un qualcosa di speciale. Dopo il concerto nella desolata (dal punto di vista dell'utilizzo perché come venue è unica in Europa) RCF Arena di Reggio Emilia, Luciano Ligabue porta la sua festa alla Reggia di Caserta. Tre ore emozionanti, potenti, nostalgiche e futuristiche per condividere con la sua gente i 30 anni dell’album Buon Compleanno Elvis, i 20 anni dal suo primo concerto a Campovolo e di Nome e Cognome e i 35 anni di carriera. La Reggia osserva maestosa e si colora più volte durante lo show, è uno spettacolo nello spettacolo. Al punto che dopo Hai un Momento Dio? un palco mobile parte da quello principale e fa il giro di tutta la Reggia di Caserta con sopra Ligabue e la band: ricorda una grande Cadillac rosso fuoco ed è trasportato da un super truck: da quella posizione privilegiata vengono proposte Si Viene e si Va e Il Meglio Deve ancora Venire. Sugli schermi compaiono le scritte "Basta col massacro a Gaza", "Basta col massacro in Ucraina", "Basta col massacro in Sudan" e "Basta con i 56 massacri in corso nel mondo" e Luciano, da solo con la sua chitarra, esegue una struggente Il Mio Nome è Mai più. Ma facciamo un passo indietro. L'inizio è un karaoke sulle note di Certe Notti diretto Little Taver, l’indimenticabile Kingo di Radiofreccia, che anticipa l'apparizione del Liga e della sua band. L'incipit naturale è I Ragazzi sono in Giro accompagnata da immagini dal palco e dal pubblico, alternanza che crea una empatia speciale. Poi arrivano i saluti: "Mi reputo fortunato e sono immerso in una bellezza totale. A Caserta ricordo i concerti al Palamaggiò dove facevo fatica a raccontare la mia musica perché il vostro entusiasmo la sovrastava. Spero si torni presto a fare concerti lì". Dopo l'attimo nostalgia lancia la canzone dei "limoni" che è La Metà della Mela: sugli schermi appaiono alcune wedding chapel di Las Vegas che mostrano varie immagini di matrimoni in pieno stile lasvegasiano, con Elvis che celebra tutte le coppie del mondo senza distinzioni, a ricordare che l’amore fra due persone consenzienti dovrebbe essere sempre libero. E magari sarebbe bello celebrarlo a Lambrusco e Pop Corn.

ligabue

LA REGGIA DI CASERTA SI COLORA con LIGABUE E LA SUA GENTE

Il tempo vola, si balla, si canta, si sorride e si ricorda come sulle note de Il Giorno dei Giorni quando gli schermi proiettano istanti dei quattro Campovolo ligabuiani. Introducendo Cosa vuoi che Sia, Luciano dice che "ci vogliono dire che in fondo d’estate ha sempre fatto caldo, che in autunno ha sempre piovuto, qui ci vogliono dire che occuparsi della crisi climatica sia un lusso, perché l’economia, perché la finanza, perché il Pil… cosa vuoi che sia la siccità in Sicilia e in Sardegna, cosa vuoi che siano solo in Italia e solo l’anno scorso 350 casi tra allagamenti, esondazioni, mareggiate, frane, cosa vuoi che sia tutta quella gente che ha perso tutto ed è stata lasciata sola. Questi qui, i capi del mondo, ne avranno pure loro di figli e di nipoti, i cosiddetti, ma cosa vuoi che sia". È una canzone che ci riporta alla realtà anche attraverso i visual: torniamo a Las Vegas ma stavolta è cupa e polverosa: ora nessun matrimonio ma scritte quali "Alert", "Radiation", "Caution", "No access" e scorrono nella parte alta del palco i dati sugli effetti del riscaldamento globale che inchiodano alla realtà. Le Donne lo Sanno è un viaggio nella saggezza femminile, stavolta gli schermi offrono i volti disegnati di molte donne che, ognuna a suo modo, è diventata un simbolo: Rita Levi Montalcini, Alda Merini, Sandra Mondaini, Raffaella Carrà, Letizia Battaglia, Nilde Iotti e Gina Lollobrigida tra le tantissime. In questa fase del concerto gli schermi sono protagonisti assoluti: Happy Hour è una finestra su uno space cocktail bar dove si alternano coppie di personaggi discussi (per usare un eufemismo) quali Vladimir Putin–Donald Trump o Benjamin Netanyahu–Viktor Orbán ad altre di persone di valore come Ursula Von der Leyen–Mario Draghi. Tra Piccola Stella Senza cielo e Quello che non Sei (si vedono una serie di ragazze/donne che hanno vinto qualche concorso provinciale di Miss, tutte con il mascara che cola, dando l’idea di un pianto di lacrime nere. La bellezza imposta che si sgretola sotto il peso degli stereotipi) si scivola verso il finale. Prima dei due bis arriva Tra palco e Realtà e sul palco ecco Little Taver e Ligabue con due enormi bottiglie di Lambrusco: quando le stappano, due fontane d’acqua inondano gli spettatori e brillano le scritte "20 di anni Campovolo", "30 anni di Buon Compleanno Elvis" e "35 anni con voi". Luciano annuncia un nuovo concerto allo stadio Olimpico di Roma, il 12 giugno 2026, e poi ci si saluta Urlando contro il Cielo e, ovviamente, con Certe Notti di quelle che "somigliano a un vizio che non vuoi smettere, smettere mai"... come quella alla Reggia di Caserta.

 

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