La canzone racconta l’amore non solo per una persona ma anche per una città, per una lingua e per un sé interiore rimasto nascosto per anni
Quando ho scritto ’O Mar ‘O Mar non immaginavo che sarebbe diventato anche un’immagine, un corpo, un tempo visivo. Sapevo soltanto che avevo bisogno di raccontare un’assenza. Di provare a darle un volto, un respiro, un luogo dove potesse finalmente smettere di essere silenzio. Il videoclip è nato così: come una riflessione visiva sul mio rapporto con il mare e con l’amore. Non solo l’amore per una persona, ma anche per una città, per una lingua, per una parte di me che avevo nascosto per anni. Due ambienti opposti si alternano: una stanza nera, teatrale, sospesa nel vuoto come la mente quando si chiude e poi il mare di Napoli, aperto, pieno di luce, memoria, bellezza. Due lati della stessa anima.
La prima parte è una preghiera sussurrata nel buio. Un luogo chiuso, senza finestre, senza rumore. Un corpo immobile che si esprime solo attraverso piccoli gesti. È lì che nasce la canzone: nell’assenza. Poi, a poco a poco, la musica cresce. Gli strumenti entrano. Le luci si accendono. La porta si apre. Quel passaggio per me rappresenta il momento in cui si sceglie di vivere. Di lasciarsi attraversare dalla luce. Fuori, c’è il mare. E c’è l’altro. L’incontro con Sveva, che nel video interpreta la protagonista femminile, è un viaggio delicato, silenzioso, fatto di sguardi e dettagli. Non volevo raccontare una storia lineare, ma una vibrazione: l’emozione che si prova quando qualcuno riesce a toccare la parte più fragile di te e scioglie quella catena che tenevi stretta al cuore. Non è un amore romantico nel senso classico. È un riconoscersi. Un rivedersi. Lei rappresenta anche Napoli. La memoria. La mia voce. La parte di me che per tanto tempo ho smesso di ascoltare.
Alla fine, non si torna nella stanza. Non si torna indietro. Si cammina, invece, verso Napoli e verso il futuro. Perché non si torna mai uguali dopo aver attraversato il mare. Dopo aver attraversato un dolore, un amore, una città. Il mare ti cambia. Ti porta via, ma ti restituisce qualcosa. E oggi, con questo videoclip, sento che sto restituendo anche io qualcosa: un pezzo di verità. La mia. Grazie a chi ha reso possibile questo piccolo viaggio visivo.
Un grazie speciale a Mario Meli, che ha creduto in me fin dall’inizio e che ha cucito su questa canzone il vestito più giusto. A Fabrizio Migliorelli per il mix e il master. Ad Artist First, la mia distribuzione, e in particolare Alessandro Pirrone e Giuseppe Trovato, senza i quali questa canzone non avrebbe potuto farsi sentire. A Fiamma Consorti, mia agente e agente di Sveva Mariani, che ha creduto in me da subito.