Veronica Electronica, il vecchio progetto di Madonna prende finalmente vita

Musica
Giuditta Avellina

Giuditta Avellina

©Getty

Otto remix rari, una demo inedita, un alter ego mai dimenticato. Madonna riporta alla luce “Veronica Electronica”, il progetto visionario concepito nel 1998 e mai pubblicato. Una finestra sull’anima mistica e digitale di un momento cruciale della sua carriera

Non serviva annunciarlo a lettere cubitali: bastava il titolo. Veronica Electronica. Chi conosce Madonna e la sua ossessione per gli alias – Dita, Esther, Madame X – sa che i nomi, da queste parti, sono portali. E Veronica, quello spirito elettronico che aleggiava attorno a Ray of Light, non è mai stata solo una voce nei remix, ma un’identità fantasma. Ora prende finalmente forma concreta in un progetto che la popstar aveva immaginato nel 1998, all’apice della sua svolta mistica e spirituale, e che per anni è rimasto chiuso nel cassetto delle leggende. Oggi, infatti, quel fantasma diventa materia: Veronica Electronica esce ufficialmente in digitale e in una speciale edizione vinile argentato, parte della Silver Collection che Warner e Madonna hanno lanciato per celebrare la sua carriera.

Un archivio di luce sintetica

Otto remix selezionati dall’epoca Ray of Light, realizzati da producer iconici come William Orbit, BT, Sasha, Peter Rauhofer e Victor Calderone. Versioni rare, estese, a volte mai pubblicate ufficialmente, di brani che hanno definito un’epoca: Frozen, Nothing Really Matters, Skin, The Power of Good‑Bye, Drowned World/Substitute for Love. Ogni traccia qui viene deformata, liquefatta, scolpita in loop ipnotici che accentuano la tensione tra sacro e sintetico che ha reso Ray of Light un disco spartiacque. Ma il vero cuore pulsante del progetto è Gone, Gone, Gone, una demo mai ascoltata prima, registrata con Rick Nowels durante le stesse sessioni del 1997. Un brano dalla struttura semplice, quasi pop-folk, che svela il lato più vulnerabile e terreno di Madonna, in netto contrasto con l’elevazione elettronica degli altri pezzi. È la crepa nella perfezione, ed è proprio per questo che brilla.

Il disco che non fu, e che ora è

All’epoca dell’uscita di Ray of Light, Madonna aveva immaginato di accompagnare l’album con una raccolta di remix ufficiali. L’idea era quella di creare una controparte clubbing all’ascesi sonora del disco principale. Un diario parallelo, più notturno e fisico. Il titolo provvisorio era già quello: Veronica Electronica. Ma il progetto fu congelato: l’album originale stava vendendo milioni di copie, Madonna era ovunque – video, premi, tour – e l’industria non voleva diluire l’onda. Così Veronica rimase nell’ombra. Eppure, per i fan più attenti, quel nome è sempre esistito. Appariva nei bootleg, nei forum, nelle wishlist dei collezionisti. Veronica Electronica è diventata negli anni una leggenda, un disco-fantasma come Black Album di Prince o Smile dei Beach Boys. Ora, dopo quasi tre decenni, quel mito prende corpo.

Perché conta oggi

Ristampare un remix album non è, di per sé, una notizia. Ma Veronica Electronica non è una semplice ristampa: è un documento culturale. È la prova che Madonna, nel 1998, non stava solo flirtando con l’elettronica: la stava assorbendo, smontando, riconfigurando per renderla linguaggio pop globale. In anni in cui l’EDM era ancora distante e il clubbing restava nicchia, Ray of Light insegnava che si poteva parlare di reincarnazione e maternità su una base trance. E che si potevano vendere milioni di copie facendo tutto questo. Con questa uscita, Madonna recupera un frammento della sua identità artistica più coraggiosa e lo riaffida al mondo, senza filtri né revisionismi. L’ascolto oggi non è nostalgico: è futuribile. Quei remix suonano come dischi nuovi, in linea con il ritorno dell’ambient pop, della techno introspettiva, delle atmosfere sospese che dominano anche la musica contemporanea. Veronica Electronica è, paradossalmente, più attuale adesso di quanto non lo fosse nel 1998.

 

Non è revival. È risveglio

Madonna non guarda indietro: fa riaffiorare ciò che era rimasto sepolto. Non si tratta di celebrazione né di anniversario – non ci sono numeri tondi, né pretesti promozionali evidenti. Veronica Electronica esce perché è il momento giusto per ascoltarla. Per ricordare che, prima che l’elettronica diventasse algoritmo, c’era chi la usava per trovare un mito. E quel qualcuno si chiamava Veronica. O Madonna. A seconda di chi stava al microfono.

Spettacolo: Per te