t.A.T.u. di nuovo insieme: il pop ribelle dei 2000 è tornato
Musica ©Kika Press
Yulia Volkova e Lena Katina tornano sul palco dopo 14 anni con una performance a Yalta. La reunion delle t.A.T.u. riaccende i ricordi dei primi anni 2000 e solleva nuove domande tra nostalgia e attualità
Sulla sabbia dorata del resort Mriya, tra le onde del Mar Nero e le mura della Crimea, Lena Katina e Yulia Volkova, il celebre duo t.A.T.u., si sono ritrovate sullo stesso palco dopo quattordici anni. Un ritorno che non è solo un concerto: è il ricongiungimento di due voci che hanno segnato un’epoca, un’icona del pop anni 2000 tornata a narrare la propria leggenda.
Perché questa reunion è un evento di rilevanza storica
Negli anni d’oro, t.A.T.u. erano sinonimo di provocazione e identità: dal famigerato bacio sul palco, sino alle polemiche LGBT che avevano acceso i tabloid, erano diventate simbolo di una nuova libertà di espressione musicale e visiva. Il loro brano-simbolo, All the Things She Said, lanciò il duo sul podio dell’Eurovision 2003, conquistando il cuore del pubblico e scalando le classifiche internazionali.
Il ritorno a Yalta, sul palcoscenico del Mriya Resort, non è casuale e carica di significati: il luogo è al centro di tensioni geopolitiche – un dettaglio che rende la reunion ancor più intensa e simbolica è stato un momento potente di emancipazione artistica. Non, dunque, una semplice performance nostalgica, ma una dichiarazione di resistenza e rinnovata autonomia.
Sul palco: due artiste cresciute, ma ancora rivoluzionarie
Lontane dagli abiti adolescenzialie dal loro famoso bacio, Katina e Volkova si sono presentate mature, vestite con eleganza sobria, consegnando un’esecuzione intensa e carica di storia. E Il cambiamento non ha snaturato la loro identità: la chiarezza vocale, l’intensità emotiva e la coesione scenica ripropongono quella tensione tra innocenza apparente e carica dirompente che ha reso t.A.T.u. un’icona.
Il significato di un ritorno oltre la nostalgia
Oggi, le t.A.T.u. non cantano solo per i fan di un tempo: riportano sul palco un sentimento di libertà negata, di passione artistica e anche una dose di resilienza personale. Le t.A.T.u. si sono ufficialmente sciolte nel 2011, ma il processo di separazione è stato lungo e carico di tensioni. Dopo l’uscita del loro ultimo album in studio, Waste Management (2009), Lena Katina e Yulia Volkova avevano già iniziato a percorrere strade separate, avviando progetti da soliste. Le due ragazze adolescenti presentate come una coppia lesbica in un contesto ancora poco abituato a certe narrazioni aveva iniziato a mostrare crepe interne. Alla base dello scioglimento ci furono divergenze personali profonde: le due artiste, pur condividendo un passato di successi planetari, si sono più volte accusate pubblicamente di slealtà, gelosie e scarsa professionalità. A pesare fu anche la volontà, soprattutto da parte di Lena, di emanciparsi da quell’immagine controversa plasmata dal produttore Ivan Shapovalov, percepita ormai come una forzatura. Anche le scelte artistiche si erano fatte inconciliabili: Lena puntava su un pop-rock più intimo e cantautorale, mentre Yulia cercava una cifra più elettronica e provocatoria. A complicare il tutto intervenne anche un serio problema di salute per Yulia, costretta a un’operazione alla tiroide che per un periodo mise a rischio la sua voce. La breve reunion alle Olimpiadi di Sochi nel 2014 si concluse con forti attriti e una nuova rottura. Solo molti anni dopo, nel 2021, il dialogo è ripartito, fino a concretizzarsi in questa reunion e forse, l’inizio di una nuova fase.
Il post-show: reazioni, polemiche e prospettive
La performance, però, ha già fatto discutere: alcuni fan online hiedono un tour europeo, ma altri criticano la scelta di Yalta, considerandola “fuori luogo dal punto di vista politico”. Tuttavia, Lena ha chiarito che l’intenzione è artistica e privata, e che non si tratta dell’inizio di una girandola commerciale, bensì di un ritorno meditato e rispettoso della loro storia. Per ora si parla di un’unica tappa, forse preludio a progetti futuri: potrebbe essere il primo passo di un tour di eventi selezionati, destinati a celebrarne la musica e l’impatto culturale nei primi anni del millennio. Un segnale che, anche dopo 20 anni, l’eredità di t.A.T.u. è viva, attuale e pronta a dialogare con il presente.