Il brano è un canto per provare a riscattare una ferita del cuore senza volere essere né una consolazione né un grido
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Certe canzoni restano in silenzio per anni, come semi in attesa di germogliare. Frizzante è proprio una di quelle. È nata dal racconto di un’amica, che oggi vive dall’altra parte del mondo, su una relazione finita male. Quelle parole mi sono rimaste dentro, e si sono trasformate in musica. Una ballata semplice, chitarra e voce, rimasta per molto tempo chiusa in un cassetto. Frizzante è poi diventata, nel tempo, una sorta di formula rituale. Un canto per provare a riscattare una ferita del cuore. Non è una consolazione, né un grido. È un blues mediterraneo che attraversa il dolore alla ricerca di una via di trasformazione, di rinascita. Grazie al lavoro con il produttore Giulio Rosatelli, la canzone è cresciuta, è maturata e ha preso forma.
La sua veste attuale è frutto di un’appassionata ricerca ritmica e timbrica. Registrata tra Roma e la Gallura, è rimasta fedele alla sua natura acustica, ma con un respiro più ampio: una strofa raccolta e primordiale, che si apre in un ritornello luminoso, liberatorio. Il videoclip, diretto da Idio, è stato ideato per evocare, attraverso luoghi, gesti e simboli, un’atmosfera sospesa da realismo magico. Il via vai delle onde, il bianco, il celeste, accordi di chitarra e richiami di tamburi. È girato tra Santa Marinella e Fregene, lungo quel litorale romano che per me è il primo mare della mia infanzia, quello delle vacanze con i miei genitori. Tornarci oggi, con questo progetto, è stato un modo per illuminare emozioni e ricordi. Protagonista del videoclip è Serena Ruggiero, che attraversa i paesaggi e i simboli incarnando uno spirito femminile in cammino. Non interpreta una trama precisa, ma una condizione: la ricerca, il disorientamento, il desiderio di liberazione e di riscatto. Il suo sguardo silenzioso diventa filo narrativo e vibrazione emotiva.
Lo stile visivo del videoclip è arricchito dal lavoro sui costumi di Valentina Camaione, che, attraverso l’attenzione al dettaglio e le scelte cromatiche, contribuisce a costruire un’estetica mediterranea, intima, naturale ed evocativa. Il pontile della prima scena lo abbiamo incontrato per caso durante una passeggiata lungo la costa, e non saremo mai abbastanza grati a Giovanni Rondoni e Viviana Amati per la fiducia e l’accoglienza che ci hanno regalato. Nel cuore del video c’è un aquilone, diventato simbolo di leggerezza, gioco e rinascita. La sua presenza nasce da un’altro episodio: qualche settimana prima delle riprese, il padre della mia compagna ha costruito un aquilone con la carta di un uovo di Pasqua. Abbiamo trascorso quel pomeriggio sui prati a farlo volare. E da lì è arrivata l’immagine, spontanea, di un oggetto fragile che può raggiungere il cielo. Anche nel video, il volo dell’aquilone è un momento di svolta, un piccolo sussulto, un finale aperto.
Frizzante è questo: un blues d’amore amaro che racconta un dolore intimo, ma con il desiderio di attraversarlo, di guardarlo poi da lontano, con tenerezza. Un invito ad accogliere le crepe, e a lasciarsi portare via, anche solo per un istante, dal vento buono. Grazie Alessia, Lillo e Frodo, sempre e per sempre.