Ama Festival, Queen of the Stone Age: il Rock conquista a ritmo di sorrisi

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Andrea Tessarolo

Sul palco di Villa Negri a Romano D'Ezzelino anche The Kills e The Amazons. La rassegna proseguirà fino a fine agosto. IL RACCONTO

Compie dieci anni l'Ama Festival e si regala una nuova sede e un programma artistico che in Italia vanta poca concorrenza. Romano d'Ezzelino riceve il sospiro fresco e salubre del Monte Grappa e accoglie il popolo del Rock, almeno nella serata cui ho partecipato, con la sua storia millenaria visto che comprare in documenti ufficiali a partire dal 1076. Per questo importante genetliaco cala un trittico degno di un grande festival internazionale. Dopo il debutto coi The Black Keys (sold out, 10mila presenze) sono arrivati i Queen of the Stone Age, The Kills e The Amazons per una serata Rock di rara intensità. Ora è il turno (stasera 17 luglio) dei Gipsy King e poi si riparte dopo Ferragosto con, tra gli altri, Vampire Weekend (19 agosto), Anna e Capo Plaza (22 agosto), The Prodigy (23 agosto), Planet Funk (24 agosto) e Franz Ferdinand (28 agosto). Il programma completo è sul sito dell'Ama Festival e ogni serata oltre all'headliner ha gruppi che contribuiscono a sottolineare l'esclusività. L'Ama Festival vissuto da dietro le quinte ha un afflato famigliare, chi da un decennio costruisce e accende il motore di questa macchina è in primis un appassionato che lavora svincolato da logiche politiche. La nuova location, Villa Negri, è più grande rispetto alle e precedenti e permette di progettare l'hospitality per gli anni a venire con una filosofia di accoglienza sempre più condivisa. Questa area all’interno del comune di Romano d’Ezzelino valorizza il prodigarsi degli organizzatori che è supportato da un team di circa trecento volontari. L'economia del territorio ne trae, ovviamente, vantaggio, ma anche il pubblico, che arriva da ogni parte d'Italia e pure dall'estero in quando molte date possono fregiarsi del denominazione di esclusiva, ha la sensazione di essere in un villaggio vacanze: infiniti i servizi offerti e per le date agostane è in arrivo anche una giostra. Ecco perché è giusto parlare, almeno per la mia esperienza, di Rock col sorriso.

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Credit Andrea Tessarolo

TRE SUPERGRUPPI PER RACCONTARE LA FORZA DEL ROCK

Sono le 19 quando la musica invade l'immensa prateria di Villa Negri. E sotto il palco ci sono già almeno un migliaio di persone. A scatenare questo sabba musicale sono The Amazons, inglesi di Reading nati nel 2014, e capitanati dal cantante e chitarrista Matt Thomson. Per loro un set di circa un'ora aperto con In My Mind e chiuso con Black Magic. Forse non molti li conoscevano perché in Italia sono ancora assai di nicchia ma brani quali Mother e Wake me Up hanno ipnotizzato il pubblico. Il loro Rock è senza fronzoli, duro ed essenziale, ruvido e seducente. Aspettando QOTSA, appaiono The Kills con un set di sedici canzoni. Il loro è un ponte sull'Oceano Atlantico poiché la vulcanica, bionda, travolgente frontwoman di New York Alison Mosshart è affiancata dal chitarrista britannico Jamie Hince. I primi live avvengono nel quartiere di Soho e il debutto discografico è datato 2003 e si intitola Keep on Your Mean Side. All'Ama Festival hanno raccontato la loro storia, partendo da Kissy Kissy che fa parte proprio del debut album, è inserendo in scaletta, tra le altre canzoni, Baby Says, Black Balloon, My Girls My Girls e, come arrivederci, la potente No Wow. Giunge, e sono le 22, il momento clou. Il cielo prova a creare qualche imbarazzo versando qualche goccia sulla venue ma è un tentativo farlocco perché si arrende appena sente le note di Regular John. Il successo arriva nei primo anni del Duemila quando nella band c'è ancora Mark Lanegan: è il quinquennio che produce pietre miliari del Rock quali Rated R. Songs for the Deaf e Lullabies to Paralyze. Il pubblico che accoglie Josh Homme e i suoi compagni di viaggio non è solo composto da nostalgici, ci sono molti giovani a testimonianza del segno che hanno lasciato nella storia della musica. In un crescendo (quasi) rossiniano esaltano i settemila presenti con No One Knows, My God is the Sun, Paper Machete, Sick Sick Sick per chiudere con A Song for the Dead. E' vero che il Rock'n'Roll non morirà mai ma quello col sorriso dell'Ama Festival è destinato all'immortalità.

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