Oara presenta il nuovo singolo Last Time: il video

Musica

La canzone racconta quel momento preciso in cui ci rendiamo conto che l’amore, quando fa male, non è più amore

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

Parlare di Last Time per me significa parlare di un punto di rottura. Di quel momento preciso in cui ci rendiamo conto che l’amore, quando fa male, non è più amore. Ma nonostante questa consapevolezza, restiamo. Per abitudine, per paura, per desiderio. Questo brano è nato proprio da lì: da un conflitto irrisolto tra quello che sappiamo e quello che sentiamo. Ho scritto Last Time pensando a tutte le volte in cui ci promettiamo che sarà l’ultima. L’ultima telefonata, l’ultimo messaggio, l’ultimo bacio. Ma poi torniamo sempre indietro. Ci basta una voce, una foto, un momento che riaccende tutto. E ci perdiamo ancora. Quello che racconto non è una favola, né un lieto fine. È un cortocircuito interno che conosco molto bene, e che vedo vivere anche in tante persone intorno a me.

 

In particolare, mi ha colpita la storia di una mia amica che per anni è rimasta legata a un uomo già impegnato. Sapeva che non ci sarebbe stato futuro, ma continuava a tornare. E ogni volta era una piccola resa. Vedere la sua forza logorarsi giorno dopo giorno, il suo valore sgretolarsi sotto il peso di una relazione a metà, è stato uno degli elementi che mi ha spinto a scrivere. L’ho fatto per lei, per me, e per tutte quelle donne che si trovano in situazioni simili, senza nemmeno riuscire a nominarle. Spesso la dipendenza affettiva è invisibile. Si nasconde dietro parole come passione o destino. Ma la verità è che non si tratta né di una cosa né dell’altra: si tratta di assenza di sé. Quando restiamo in legami che ci svuotano, che ci fanno sentire piccole, che ci tengono in attesa, non stiamo scegliendo l’amore. Stiamo scegliendo di annullarci.

Last Time, disponibile in due versioni, Original Version e Remix a cura di KeeJay Freak con un ritmo ballabile, perché la musica per me è anche corpo, movimento, respiro. Ma sotto c’è malinconia. Volevo che il brano potesse suonare leggero senza esserlo mai davvero. Che chi lo ascolta potesse ballarci sopra, sì, ma anche riconoscersi, fermarsi, pensare. Il testo, che ho scritto in sinergia con il mio team, alterna immagini sensuali a momenti di cruda verità. È un gioco di specchi tra ciò che mostriamo e ciò che proviamo davvero. Mi piace lavorare così, con sfumature che convivono e si scontrano. Nelle mie canzoni cerco sempre di creare uno spazio dove la fragilità non sia un difetto, ma una forma di lucidità.

Il videoclip ufficiale delle due versioni che ho il piacere di presentare in anteprima qui su Sky TG24 riflette pienamente la dissonanza tra attrazione e consapevolezza: un’estetica vivace, dai colori saturi e dal ritmo incalzante, che crea un contrasto volutamente straniante con il tema del brano. Il mood visivo è leggero solo in apparenza: dietro luci e coreografie si nasconde una storia di legami sbilanciati, attrazioni irrisolte, promesse mai mantenute. Ho voluto che il video fosse coerente con la natura ambivalente di Last Time: una superficie brillante che nasconde crepe, una festa in cui a tratti ci si sente soli. Last Time è anche un invito. A guardarci dentro con onestà, a riconoscere quando stiamo vivendo una storia che ci consuma. E a ricordarci che possiamo scegliere altro. Non per orgoglio, ma per sopravvivenza. Lo dico a me stessa ogni giorno, perché il rischio di ricadere in certe dinamiche è reale, anche quando pensiamo di esserne fuori. Ma lo dico anche alle mie amiche, alle persone che incontro, a chi si sente intrappolato: non siamo obbligate a restare in ruoli che non ci appartengono. Possiamo scrivere un finale diverso.


Sono convinta che la musica debba anche parlare di ciò che fa male, non solo di ciò che fa sognare. E che debba farlo senza retorica, ma con responsabilità. Perché se è vero che la dipendenza affettiva riguarda milioni di persone, come dimostrano i dati clinici, e ancora di più quelli sommersi, è anche vero che troppo spesso viene ignorata o normalizzata. Io non sono una terapeuta, ma posso raccontare. Posso dare voce a chi non riesce a trovarla. Negli ultimi anni ho attraversato mondi diversi: il cinema, la moda, i club. Ma è nella musica che ho trovato il modo più diretto e sincero di esprimermi. Last Time è forse il mio brano più personale, anche se non è solo autobiografico. È una sintesi di esperienze mie e di altre persone, cucite insieme per creare qualcosa che parli a più voci. Credo che oggi, in un’epoca in cui ci innamoriamo via messaggi vocali e ci lasciamo in silenzio, ci serva più che mai una narrazione diversa. Una che non idealizzi la sofferenza, ma nemmeno la neghi. Una che ci faccia sentire meno sole. Se anche solo una persona, ascoltando questo brano, si sente vista, capita, e trova il coraggio di dire basta, o almeno di pensarlo, allora forse ho fatto la cosa giusta.

 

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