La Prima Estate, la storia dei Nicaragua: "Noi, artigiani della musica indipendente"

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

Foto di Fabio Paleari

Una realtà nata dall’unione di più esperienze musicali. L’importanza di creare qualcosa di unico, senza necessariamente avere degli obiettivi prefissati, ma con il solo piacere di farlo. La volontà di continuare ad essere degli artigiani della musica, mantenendo la propria libertà artistica, oggi, domani, sempre. Abbiamo incontrato i Nicaragua, band vincitrice del contest Next Stage curato da Taketo Gohara e dal suo team del locale Detune di Milano. La nostra intervista

Nicaragua, La Prima Estate

Incontriamo i Nicaragua poco dopo il loro concerto a La Prima Estate: il loro live è stato al tramonto, e con la loro musica tutto è diventato più romantico. Ne parliamo insieme nel backstage del Festival: scopro che Caterina è per metà giapponese e per metà italiana, e che è la compagna di Yuri, chitarrista e fondatore dei Minnie’s. Insieme hanno iniziato il viaggio dei Nicaragua, durante la pandemia: “Eravamo chiusi in casa e ci siamo dedicati alla musica. Il fatto di essere compagni di musica e di vita ha contribuito a dare vita a questa nuova realtà, a cui poi si sono aggiunti Alberto e Lollo, che suonava già con Caterina nei Dumbo Gets Mad”. 

L'importanza del valore famiglia, anche nella musica

Mi raccontano che abitano nello stesso palazzo e si sentono una grande famiglia, un elemento che sto ritrovando in più band che ho incontrato nelle ultime settimane. Caterina poi mi racconta su cosa si basa il processo creativo del gruppo, che trova la sua forza nelle tante diversità che contraddistinguono ogni membro dei Nicaragua: “Il nostro processo creativo nasce anche grazie alle nostre diversità, ai nostri percorsi precedenti e anche grazie ai nostri gusti musicali diversi: il fatto di scrivere brani in inglese, ma anche giapponese e italiano ci aiuta molto, ci porta a guardare fuori dai confini nazionali. Nei nostri dischi ci sono tanti generi musicali, la nostra forza”.

Nicaragua, artigiani della musica

A queste parole fa eco Alberto, che senza troppi giri di parole dice: “Noi siamo liberi, non ci interessa nulla delle cose facili. Siamo degli artigiani della musica: ci piacciono le canzoni belle, non ci sono troppe elaborazioni mentale, non c’è art direction usando una terminologia più contemporanea. La nostra filosofia è molto semplice: come siamo sul palco, lo siamo anche sotto. I Nicaragua sono una storia vera, una famiglia, che è vera anche sul palco”. Famiglia, ancora lei. Sì. Yuri prende la parola e mi racconta come è nato l'album Almost Home: “Come vedi questa sera siamo qui con questo nanetto (il bimbo di Yuri e Cate), e l’album parla proprio dell’arrivo del nostro bimbo, che ci segue ovunque. Alberto e Lollo sono stati straordinari perché hanno accolto Riku, e non è scontato. Ci siamo uniti ancora di più, ed è bello così”.

"Noi, beautiful losers"

Alberto poi mi racconta dell’ultimo tour di Gilberto Gil, che si circonda della sua famiglia e che ha una bellissima energia che lo attraversa quando è sul palco: “Ha qualcosa di speciale, e credo che il valore aggiunto sia proprio la sua realtà più vicina, che è sempre con lui. Prima parlavamo dei nostri background: è vero, siamo diversi. Ma siamo tutti dei grandi amanti della musica soul, Motown, di Neil Young: tutto ciò che nasce dal cuore e dall’anima, che ti può far piangere ma anche ridere, o cullare, o riflettere. Ma soprattutto non pensa mai a dove deve arrivare. Ci piace definirci dei beautiful losers: sappiamo di non piacere a centomila persone in Italia oggi. Però siamo in rotazione da più di un anno con tre nostre canzoni su FIP Radio in Francia. E non lo sapevamo! E non abbiamo mai suonato in Francia. Ora stiamo lavorando a un nuovo disco, a cui crediamo abbastanza (come tutti i dischi). L’idea è riuscire a portarlo fuori dal nostro paese, anche visto la storia molto internazionale di Cate che, dopo esperienze con KT Tunstall, quest’estate accompagnerà anche Lucio Corsi nei big live. Se poi qualche radio italiana ci vuole passare, nel frattempo…noi siamo contenti!” (ridono)

"La musica è la nostra passione"

Prima di salutarci e proseguire con mille altri discorsi chiedo loro se la passione, oggi, è sufficiente per portare avanti una realtà come Nicaragua, ma è un tema che può essere traslato anche a tanti altri gruppi. Cate mi risponde molto francamente: “Facciamo musica perché è una nostra passione. Ma abbiamo tutti dei lavori che ci permettono di fare i musicisti: siamo freelance, e abbiamo dei lavori attinenti alla musica. E questo ci permette di lavorare da remoto, di andare a fare i concerti. Non è facile, certo: noi siamo una band indipendente, non abbiamo un’etichetta, tutto è autoprodotto. Registrazioni fatte in una casa in mezzo al bosco vicino a Novara, e ci circondiamo di persone che amano la musica come noi. Ci aiutiamo molto. Solo insieme si possono fare queste cose: non abbiamo ancora un sopporto corporate, ma di amici e musicisti. E va bene così”. Le fa eco Alberto: “Vuoi parlare di una realtà indipendente e libera? Siamo noi!” Poi iniziamo a parlare di costi e benefici della libertà, ma quella è un’altra storia. A presto, Nicaragua!

 

 

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