La Prima Estate, essere (o non essere) in "Hangover": l’intervista a Massimo Coppola

Il tuo hangover peggiore, lo ricordi? Chiedo a Massimo Coppola, convinta di riuscire a farmi raccontare una storia che per me è già epica, ancor prima di ascoltarla. "Ma no, Hangover è il format del Festival, il mio è stato a circa undicimila metri sul livello del mare, ma lo dirò alla fine del Festival, dai!", mi risponde lui, senza aggiungere ulteriori dettagli. Ma visto che sono testarda, provo a girarci intorno, perché l’obiettivo è fami raccontare quella storia: "Sì, ok. Ma dov’eri? Con chi eri?", gli chiedo. Lui non si fa fregare e, serafico, si ferma un istante e mi dice: "No, non ce la farai mai! Alla fine de La Prima Estate rivelo tutto, promesso". Non c’è nulla da fare, su questo non riesco a vincere. Iniziamo a parlare del Festival, che quest’anno lo vede bomber del Format Hangover, uno spazio in cui artisti e protagonisti della quarta edizione de La Prima Estate si raccontano, in perfetto stile Massimo Coppola. Sì, è proprio lui: quello di Brand:New di MTV, quella voce e quel volto che per anni ci ha tenuti incollati alla televisione per scoprire mondi musicali ancora inesplorati, ma dove lui ci accompagnava. Sì: un’ottima scuola, di cui oggi – secondo me – c’è ancora bisogno. Parleremo anche di questo , ma non solo. “Essere in questo contesto è molto bello, sì. C’è il mare e da buon mediterraneo sto molto bene qui. Ho la fortuna di fare cose che mi piacciono, e che voglio fare. Quindi direi tutto bene. È pur vero che proprio fare quello che ti interessa soltanto è una presa di posizione che, però, ha anche uno scotto da pagare. Dici un sacco di volte no, e non sempre è positivo. Ma Whatever…”. Brand:New, la musica di ieri e di oggi, la relazione tra passato e presente Ha citato uno dei miei brani preferiti degli Oasis, e siamo nell’anno della reunion dei Gallagher. Tornare a teatro con una versione Brand:New è la sua reunion personale? Ma no, con chi mi riunisco? Non è una nostalgia del passato! È un ritrovarsi con chi guardava quel programma, io mi dissocio dal me stesso del passato, mi dissocio dal me stesso di oggi, una frammentazione dell’io… una cosa molto dolorosa. Hai visto The Substance? No, lo vedrò alla fine del primo weekend de La Prima Estate, quando forse sarò in hangover… No, domani lo sarà. Altrimenti non verrà ammessa nella stanza dell’hangover. Battute a parte, come vede la necessità di rovistare nel passato, e di rendersi conto oggi che quello a cui abbiamo assistito, Brand:New in primis, era avanguardia? Da un lato, da quando esiste la cultura di massa il concetto di passato, presente, futuro è cambiato rispetto ai consumi. Da quando c’è stata la rivoluzione digitale e in particolare la contemporanea disponibilità di ogni tipo di prodotto e contenuto, il tempo non è più lineare. È multiforme. Se guardi i social puoi trovare il reel dell’ultimo trapper che sta spaccando ma, subito dopo, vedi un video incredibile di Prince di vent’anni fa. E questo non è per forza un male. Se tu non hai gli strumenti o la conoscenza, tante cose non puoi neanche più posizionarle nel tempo perché le estetiche tornano comunque. E no, non è nostalgia: è una è una specie di collassamento del tempo. Il presente è ucciso continuamente in selfie, foto istantanee, post, messaggi, stati emozionali… per cui diventa un presente ricordato. Il passato non è più tale perché ti viene riproposto continuamente mixato in mille forme. E se presente e passato sono mescolati e neanche più percepibili come tali, questo toglie un po’ la possibilità al futuro di farsi spazio. "MTV? Uno spazio libero e potente" Ne parlavo con Shirley Manson dei Garbage, che ho incontrato l’anno scorso. Manson che ho conosciuto grazie a MTV, ricordo ancora il video di I think I’m paranoid che si poteva vedere solo lì. MTV era l’unico spazio in cui già si parlava di omofobia, di salute mentale: era avanti anni luce. Se oggi ci fosse ancora quello spazio si parlerebbe di Palestina e di Gaza. La cosa interessante è che se pensa a tutti i dispositivi teorici e un po’ da interpretare quegli anni, una voce libera in Italia era quella di una grande multinazionale americana, super corporate. In quel periodo MTV era uno dei dieci brand più riconosciuti e importanti al mondo. Da quella posizione si poteva permettere una grande libertà. È stato un periodo interessante dal punto di vista dell’evoluzione del discorso politico: in quel periodo, in Italia in particolare sono stati dei forerunner, è arrivato Berlusconi che ha distrutto l’idea che avevamo avuto della politica nel passato. Un tempo pensavamo che i politici potessero farci pensare e gli artisti divertire, oggi la situazione è molto diversa: un chiaro riferimento è il discorso che i Massive Attack hanno fatto sulla Palestina, per esempio. Una band che parla di politica, un discorso che un tempo avrebbe potuto e dovuto fare un governo. Possiamo senza alcun dubbio parlare di declino della politica novecentesca dopo Clinton e dopo la parentesi Obama. La musica di ieri e oggi, tra Sex Pistols e trap Una parabola discendente che vede anche nella musica? Siamo cresciuti con band che ci hanno formato, e tanti ragazzi oggi vanno su Spotify a cercare i Nirvana, per esempio… C’è un tema di cui si parla poco recentemente: non riesco a capire perché i miei coetanei, anche delle generazioni precedenti, oggi sono diventati dei reazionari. Tutti i discorsi sulla trap che fa schifo… beh, se rileggi quello che è successo dopo che sono nati Sex Pistols trovi le stesse cose. Ecco, io non ascolto la trap ma proprio perché non la ascolto non giudico chi, invece, lo fa. Ogni generazione fa quello che vuole e va benissimo così. Il punk è stata una grande idea capitalista: lo sfruttamento dell’idea a fini commerciali. Non vedo molta differenza tra il passato e il presente. Ecco, se mio figlio mi dice che la trap per lui è importante gli chiedo perché, ma non lo giudico. E sono disposto all’ascolto. Vedi come sono saggio? "Rifare Brand:New, oggi?" Credo che oggi, più che mai, servirebbe Brand:New… Ma cos’è Brand:New? La scoperta di mondi musicali nuovi. Non sapevo fare altro. Non è coraggio, neanche volontà ferrea. Avrò avuto qualche talento che si è incrociato con un potere gigantesco, quello di MTV, che ha dato spazio e supporto. Lo rifarebbe oggi? Non si può dire, il contesto è diverso. È un po’ come dire: oggi Maradona sarebbe più forte di Messi? Non lo so, perché è cambiato tutto quanto intorno, non puoi togliere una cosa e metterla lì solo per fare qualcosa. Oggi è talmente cambiato il mondo dei media... in molti hanno scritto di Brand:New che è stato il precursore dei reel, dei social, dei selfie: beh, sì MTV ha anticipato il linguaggio breve. Ma sul rifare il programma, non saprei risponderti. E quali artisti ci faresti ascoltare, in una puntata di Brand:New oggi? Non saprei. Non ascolto niente, se non qualcosa che mi viene consigliato dagli amici dal vivo. Ecco, li ho selezionati bene, quindi mi fido di quello che mi dicono loro… Chi è Massimo Coppola, oggi? Dopo averlo chiesto a David Byrne, faccio la domanda a lei… Difficile definirsi, ma non c’è differenza tra chi sono nel pubblico e nel privato. Non recito. Sono quello che vede, dai. E potrei mandarla a quel paese per questa domanda.

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