Fame, ricostruzione, dolore, speranza: lo sguardo di Gaza

Il cessate il fuoco a Gaza, in vigore da ottobre, ha alleviato solo in parte le condizioni di vita dei superstiti nella Striscia. Oltre alle centinaia di violazioni della tregua da parte di Israele, che ha continuato a uccidere i civili - uomini, donne e bambini - i gazawi devono fare i conti con il perdurare dell’insicurezza alimentare e, soprattutto, con il peggioramento delle condizioni meteo: piogge e gelo stanno mettendo alla prova chi è stato costretto a vivere nelle tende. Secondo l’ultima valutazione dell’Integrated Food Security Face Classification , la carestia in senso formale - cioè, secondo gli standard internazionali, una situazione in cui almeno il 20% della popolazione soffre fame estrema – ha fatto passi indietro nella Striscia. L'ingresso di aiuti umanitari dopo la tregua ha aumentato la quantità di merci alimentari disponibili. Il quadro alimentare, però, rimane gravissimo: oltre 1,6 milioni di persone continuano a trovarsi in condizioni di insicurezza alimentare estrema o crisi nutrizionale, con proiezioni che indicano oltre 100.000 bambini sotto i cinque anni e oltre 37.000 donne in stato di gravidanza o allattamento a rischio di malnutrizione acuta nel prossimo anno. Accanto alla crisi alimentare, la situazione umanitaria generale è aggravata da condizioni meteorologiche dure e scarsità di alloggi adeguati. Migliaia di persone dormono in tende e sistemazioni di fortuna che sono state inondate dalle recenti alluvioni che hanno colpito la Striscia. Le tempeste invernali, infatti, non hanno lasciato scampo ai profughi: hanno provocato allagamenti, crolli di rifugi di fortuna e la morte di almeno una dozzina di persone, aggiungendo sofferenza alle centinaia di migliaia di sfollati che vivono in condizioni inadeguate e di precarietà. Oltre 10mila pazienti in gravi condizioni di salute sono stati evacuati per motivi medici da Gaza dall'ottobre 2023, ma migliaia di altri rimangono intrappolati senza accesso a cure salvavita, ha dichiarato venerdì il capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità . Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che le evacuazioni effettuate dall'agenzia Onu e dai suoi partner hanno coinvolto oltre 5.600 bambini, "eppure - ha aggiunto - molti altri pazienti rimangono a Gaza in attesa di evacuazione per ricevere cure mediche adeguate”. Secondo il Ministero della Salute della Striscia sono almeno 1092 i pazienti morti in attesa di essere trasferiti per ragioni mediche tra luglio 2024 e novembre 2025. E mentre i gazawi attingono a tutto il loro spirito di sopravvivenza, la diplomazia internazionale è all'opera, alla ricerca di soluzioni. Incontri a Miami e pressioni per estendere le consultazioni a Doha sono finalizzate a un accordo di pace più duraturo. Paesi europei come Italia, Germania e Regno Unito si sono detti disponibili a sostenere il piano di pace di Donald Trump noto come Board of Peace, un forum multilaterale per facilitare la stabilizzazione e la ricostruzione della Striscia. Il cessate il fuoco ha evitato l’escalation della carestia e ha permesso un maggiore afflusso di aiuti, ma la guerra, il blocco prolungato, la povertà, le malattie e la distruzione delle infrastrutture continuano a pesare su milioni di persone. Il rischio di un nuovo deterioramento della situazione resta alto qualora si rompessero i fragili equilibri del cessate il fuoco - che ad oggi è stato più volte violato da Israele - e se l’accesso umanitario dovesse nuovamente essere ostacolato.

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Redazione Sky Tg24