Il brano racconta un incubo che turba le notti del comandante di una baleniera
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Il mio nome è Alberto Giovinazzo, sono un cantautore di 22 anni che dedica la propria passione per la musica sin dall’infanzia. Il mio mondo musicale è una fusion stilistica che parte dalla scuola genovese ed arriva alle influenze elettroniche del nord Europa, passando per il teatro canzone di Giorgio Gaber e Jacques Brel.
Ho scritto Akinori perché volevo lanciare un grido d’allarme per l’opinione pubblica. Grazie alla mia spiccata sensibilità per le tematiche sociali ho deciso di riportare un possibile scenario circa la caccia alle balene, una pratica che è ancora molto diffusa nei mari del mondo. Akinori è un comandante capo di una baleniera, un marinaio crudele che opera in maniera becera potenzialmente sia nell'oceano Pacifico sia nei mari delle Isole Faroe dove si alimenta la terribile tradizione della Grindadrap, un’antica usanza in cui centinaia di cetacei vengono attratti verso riva da suoni particolari per poi essere assassinati in un bagno di sangue. Dopo aver visto con i miei occhi numerosi documentari sulle efferatezze commesse a danno delle specie marine non potevo restare in silenzio, non potevo accettare il fatto che qualcuno potesse annientare delle creature che contribuiscono agli equilibri della biodiversità ma sono altresì fondamentali per la mitigazione dei cambiamenti climatici. In virtù di un profondo studio sulle varie fonti e notizie che provengono dal mondo marino ho scoperto inoltre che esistono ahimè numerosi siti inquinati, nei casi più estremi delle vere e proprie isole di plastica nell’oceano ed è per questo preciso motivo che verso la fine del brano ho inserito una voce registrata, una sorta di interruzione del racconto dove con tono giornalistico viene riportata la realtà dei fatti, ovvero quanto esiste di più dannoso nei nostri mari.
Il videoclip ufficiale del brano è il racconto di un incubo che assale Akinori durante il sonno all’interno della stiva della baleniera. Improvvisamente egli ha la sensazione di essere intrappolato in una rete da pesca aggrovigliata in mille nodi. Durante questo tormento il marinaio vede anche delle scene in cui il mare è tinto di rosso a causa dei colpi inferti alle balene, in mezzo a plastiche e spazzatura. All’improvviso Akinori si sveglia e dopo aver preso coscienza si rende conto che era solo un brutto incubo. Pronto con la sua divisa, capisce che la paura che era sopraggiunta con il sonno non fa parte del suo vero animo crudele, pertanto, con particolare fierezza Akinori ritorna alla vita di sempre. Ho scelto questo finale per il videoclip perché ho voluto sottolineare il fatto che il cambiamento è un processo lungo ma soprattutto collettivo; perciò, se non vi è una forte idea di tutela che si diffonde all’interno della società difficilmente vedremo dei risultati o dei miglioramenti. Per quanto possa sembrare una storia lontana dalle nostre vite, il racconto di Akinori è più vicino di quanto si possa pensare: l’uomo è a sua volta una specie che si innesta in un complesso meccanismo biodinamico, prestiamo attenzione a non diventare la causa della nostra stessa scomparsa.