
Il brano è una mano tesa verso chi sente il mondo crollargli addosso, una carezza su un viso bagnato da lacrime di rabbia e sconforto
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Cammafà è la terza traccia del mio primo EP Santa Rosalia, uscito su tutti i digital stores il 31 gennaio, e ben ne rappresenta il mondo sonoro: i richiami mediterranei alla musica popolare si fondono insieme all’elettronica con ritmi latini che ne enfatizzano la carica espressiva. Le sonorità avvolvengenti e i ritmi incalzanti si intrecciano così in un equilibrio che oscilla continuamente tra riflessione e dinamismo, trasportando l’ascoltatore in un viaggio intimo e coinvolgente che cattura corpo e mente. Cammafà è per me una mano tesa verso chi sente il mondo crollargli addosso, una carezza su un viso bagnato da lacrime di rabbia e sconforto. Parla dell’impotenza e allo stesso tempo della forza che si provano di fronte all’imprevedibilità della vita. In questa vita dolceamara che potrebbe cambiare drasticamente da un giorno all’altro, sapere che qualcuno su questa terra o altrove vive e/o può comprendere il tuo dolore è una luce di speranza in mezzo al buio interiore.
Mi ricordo perfettamente il momento in cui è nata: ero in macchina, stavo guidando, pioveva, e sono scoppiata in un pianto liberatorio, sopraffatta dal dolore, non mio, ma quello che vedevo, percepivo intorno a me tra parenti, amici e le atrocità di cui sentiamo parlare ogni giorno in tv e sui giornali. Sentivo la necessità di dare voce alle persone a me care che stavano attraversando un momento difficile della loro vita, a causa di un lutto, una malattia o un semplice cambiamento inaspettato di rotta. Ed è così che ci si ritrova a dover ritarare la propria vita, costruirne una tutta nuova, diversa da come ce la si era immaginata fino a quel giorno: l’unica via di uscita plausibile sembra essere il “non vivere”, l’andare avanti per inerzia solo corpo, pesante e vuoto. Io stessa ho provato questa sensazione sulla mia pelle, dopo la perdita di mio padre 10 anni fa, e so quanto sia angosciante, alienante, quanto sia grande il dolore e lo sconforto che si provano. Però, ad un certo punto, ho capito che forse in realtà la soluzione migliore è semplicemente abbandonarsi al ballo impetuoso e imprevedibile con la vita, lasciarsi andare ad essa nel bene e nel male; solo così puoi coglierne davvero tutta la bellezza che può riservarti.
Il messaggio che vorrei trasmettere però è anche un altro: nei momenti bui non chiudiamoci in noi stessi, ma facciamo sentire il nostro dolore, esplicitiamolo, gridiamolo! Perché come io soffro, qualcun altro soffre come me e può comprendermi; che sia un amico, uno sconosciuto, un’entità ultraterrena, chiunque…qualcuno pronto ad ascoltarci c’è…perciò “si chista vita dune sulu dispiaciri grida forte e vide ca carcunu ascolterà”.
Il videoclip del brano è stato ideato da me, Elena Del Giudice Amarante e il talentuoso Simone Di Gioia, e diretto dallo stesso. L’idea era quella di riprodurre anche visivamente il concetto di questo ballo impetuoso con la vita. E quale modo migliore per farlo se non con il tango? Un ballo basato sull’improvvisazione, intimo, pieno di malinconia ma allo stesso tempo passionale, energico ed affascinante proprio come questo viaggio chiamato vita. Il video non è basato dunque su uno storytelling vero e proprio, ma su un alternarsi tra scene estetiche e riprese ad una donna che balla con un’entità invisibile, rappresentazione della vita stessa. Inoltre, se ci si sofferma sui dettagli si potrà notare come la Donna metiderranea, il mondo del bianco e nero, e l’alternarsi tra dinamismo ed estetica siano una sorta di filo conduttore con l’antecedente video di “Santa Rosalia”, ideato e diretto dallo stesso Di Gioia. Per restare aggiornati sulle date del “Santa Rosalia Tour 2025” e i prossimi eventi in programma, seguitemi su Instagram e su tutti i miei social.