Tredici Pietro, l'album Non Guardare Giù: "Non vedo un nuovo '68 alle porte"
Musica
Il progetto dell'artista bolognese sottolinea una identità musicale più consapevole e matura e lascia ampio spazio alla sperimentazione. L'INTERVISTA
Non Guardare Giù è il nuovo progetto di Tredici Pietro, all'anagrafe Pietro Morandi, e rappresenta un vero e proprio viaggio attraverso stili musicali diversi, passando dalla trap all’acustico, dal rap old school alla drum&bass, fino a toccare il soul e il rock italiano. Ogni brano è la tappa di una crescita artistica e personale autentica che si riflette anche nei testi profondi, in cui l’artista lascia spazio a temi universali sempre riportandoli a riflessioni più intime. Con questo album, Tredici Pietro compie un nuovo step nel suo percorso artistico, rivelando un'identità musicale più consapevole e matura e lasciando ampio spazio alla sperimentazione. In Non Guardare Giù l'artista si mostra sotto una luce inedita, mettendo a nudo emozioni ed esperienze. Il progetto esplora fragilità, insicurezze e sfide interiori, offrendo al pubblico un ritratto autentico e sincero della sua evoluzione.
Pietro iniziamo col progetto Non Guardare Giù: come ci hai lavorato?
Mi piace pensarlo come il mare, è un titolo largo e fare viaggiare, preferisco non spiegare molto per lasciare libertà di interpretazione all'ascoltatore. Spesso ci ritroviamo a guardare in giù in modo empatico ma qui c'è pure un senso metafisico quel del fermarsi a pensare, riflettere e analizzare le cose. Ovvio poi che troppa analisi fa perdere il senso delle cose perché guardare in giù può farci pensare più grandi di quello che siamo. Mutando prospettiva non guardare giù significa anche vai avanti senza temere gli agenti esterni. Per questo album ho fatto oltre cento provini per arrivare a scegliere 13 tracce e ti dico che ancora oggi verso la fine dell'ascolto mi commuovo per il tanto lavoro che c'è, sono felice di averci faticato così a lungo.
Mi pare di capire che il tuo guardare giù è a 360 gradi.
Guardare giù è guardare ad ambizioni e mostri. Non so se fa paura ma può portare al terrore e alla non azione. Ma concettualmente è anche qualcosa di sbagliato, è una provocazione: a volte lo si fa fregandocene di quello che ci sta intorno. È egoismo, è il non scendere in piazza, è il maggiore valore del mio dolore contro quello del prossimo.
Che rapporto hai con i tuoi genitori? Non dimentichiamo che hai un papà ingombrante.
Da ragazzo non capisci cosa ti insegnano i genitori ma se sono presenti crescendo comprendi e ti accorgi che sei simile a loro. Ora so che sono più uguale a loro: senza il calore di mia madre e senza mio padre che mi ha inculcato il valore dei soldi sarei un'altra persona. Mi hanno educato in modo solido. Ho un nome che mi precede, Morandi, c'è chi soffre a essere invisibile e chi è sotto un faro dalla nascita. Il primo giorno delle medie tutta la scuola era fuori dalla classe a guardarmi. Sei visto senza gli occhi e giudicato a prescindere.
Hanno ascoltato Non Guardare Giù?
Certo. Respirare e Tradirti sono le preferite da mio padre ma io deve andare oltre il suo giudizio. Mia madre ha detto che è troppo sperimentale.
Immagino i commenti sui social...
Non c'è differenza tra reale e virtuale. All'inizio avevo la sindrome dell'impostore: sono io bravo o lo è il cognome? Poi per fortuna qualcuno lo pensava davvero che avessi talento. Ho percepito odio e rancore. C'è voluto un periodo scuro con meno hype, quando vedi chi rimane tra tutti quelli che ti osservavano alle scuole medie capisci il valore dell'amicizia. Se vedo qualcuno che mi insulta sono contento, significa che muovo qualcosa e poi il rancore altrui non posso controllarlo. Ho pensato ai Reali d'Inghilterra che hanno l'incudine vera sopra la testa e si salvano solo senza pensare a quell'incudine.
A proposito di scuola. Eri bravo?
Nella vita ho fatto il cameriere, il porta pizza ed ero un pessimo studente, ho fatto un po' di fatica per capire che studiare è utile ma bisogna ammalarsi per capire che ci vuole la maglietta della salute, nel senso che devi provarlo sulla tua pelle. Ho fatto gli studi classici che seppure fatti a occhi chiusi credo mi abbiano dato tanto. In realtà ho sempre voluto fare questo: Pizza e Fichi fu il primo pezzo serio dopo pubblicazioni fatte senza volto né faccia.
In un periodo in cui si cerca omogeneità artistica tu spiazzi spaziando in più generi: è un tuo elemento identitario?
La questione identitaria è fatta di ricerca. Ragiono anche in chiave di mercato, se c'è uno spazio vuoto vado a presidiarlo. Sono sempre stato classificato come rapper e ne sono fan ma proprio perché c'è un bell'affollamento non andrei mai a cercare ispirazione dove la cercano loro. Esiste una nuova età della musica italiana che cerca dentro di sé e non in America. Bisogna fare quello che si vuole, la gente lo premia.
Parli di temi delicati.
Tratto di salute mentale, di instabilità emotiva, oggi difficilmente una casa te la compri. Ho avuto per sette anni una fidanzata con problemi di salute mentale e ha ascoltato comunque prima le canzoni. Oggi i ragazzi le droghe le prendono in farmacia, è una società indotta, siamo subissati da cibo, sostanze varie, telefonino sempre in mano... anche queste sono droghe.
Hai pensato di partecipare a Sanremo?
Abbiamo presentato Verità ma non è andato. Ci riproverei solo con pezzo che sento mio.
Ascoltando questo album e pensando al tuo percorso, quando ti guardi allo specchio ti ripeti "Pietro contro ogni divieto, non voltarti di dietro"?
Porto con fierezza tutto quello che ho fatto, spero di essermi portato dentro tutto meno un po' di ingenuità col suo lato negativo. Alla fine significa non guardare giù, non mollare.
Per come oggi l'amore viene interpretato, nella stagione delle relazioni fluide, non credi che regalare "al massimo un bel pomeriggio" al posto di un Pomellato sia già l'inizio di una bella storia d'amore?
Potrebbe essere, vale molto di più di un oggetto materiale. Taglio lo spazio per fare un regalo per un pomeriggio assieme.
La tua identità, che è anche un po' una rivalsa, è nelle barre "tutti ridevano prima del primo disco, tutti in ritardo non aspetto che capiscano"?
Vorrei che una persona ci arrivasse da sola. Se mi fermassi ad ascoltare sarebbe complicato.
Hai fatto pace con i tuoi demoni o ci stai lavorando? Insomma ai "demoni in capa (che) stanno svegli fino a tardi" hai fatto una ninna nanna?
Non penso di volerli mandare via, sono il contrappeso di qualcosa.
Uno dei temi che affronti è l'incomunicabilità, e cito per tutti "è da tempo che non ci diciamo niente" di Sempretardi. Ti angoscia la tematica? La musica ti libera da quell'ansia?
Da maschio mi preoccupa parecchio. Con gli amici maschi non ci apriamo, non parliamo di noi stessi, nascondiamo gli spettri della sfera emotiva che ci rendono mostri silenziosi che fanno male a se stessi e agli altri. Più facile confidarsi con una donna.
Le ragazze borderline sono pericolose o aiutano a crescere?
Entrambe le cose.
Verità è una cosa poco razionale perché non ne esiste una sola? Per altro alla verità dedichi una canzone, con dedica a tuo padre. Invece in Galleggiare dici che la verità fa cadere il castello di carte.
Nel pezzo dove cito mio padre il riferimento è meno personale ed è la verità che racconta la mia storia. Le fragilità sono cose di noi che non vanno toccate e non prevedono verità.
"L’Europa che si sfalda, l’America si spacca, in bianchi contro neri, i rossi contro i neri": è così che la tua generazione vede il mondo? Un quotidiano contrasto?
Non vedo un nuovo '68 alle porte. Oggi non vedo un moto di protesta, vedo un governo che cerca di sedare le manifestazioni. Ci aggiungo che siamo tutti contro qualcuno ma pensiamo solo a noi stessi come via di fuga.
Roma che brucia, Bologna è dove non torni spesso e Milano che è il diavolo: c'è un luogo che ritieni casa?
Credo Bologna più degli altri perché ci sono nato e cresciuto.
Chi è la protagonista di Tempesta? È la mia canzone preferita…
L'abbiamo scritta in quattro, dunque non è una figura che esiste. È la glorificazione del sentimento giovanile, ognuna ha la sua e tutte insieme sono finite nel brano.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ci saranno un release party a Bologna e uno a Milano. Poi un po' di date in giro ma per il tour bisognerà attendere l'inverno. E poi sto lavorando su una trilogia.
