Puff Daddy, perché potrebbe essere diventato un mostro?

"Sean Combs è un mostro". Il trailer di Diddy: The Making of a Bad Boy, il documentario su Puff Daddy che uscirà il 14 gennaio sulla piattaforma statunitense Peacock, si apre con una netta sentenza. Poco dopo l’occhio della telecamera mostra il rapper e produttore discografico, che dopo l’arresto del 16 settembre 2024 si trova in carcere al Metropolitan Detention Center di New York, senza possibilità di rilascio su cauzione, con le accuse di traffico sessuale e racket. Il processo dovrebbe avere inizio il 5 maggio 2025 e, in caso di condanna, il presunto predatore seriale che finora ha proclamato la propria innocenza rischierà l’ergastolo. In attesa del verdetto della giustizia, l’industria cinematografica ha già sbirciato nella vita allo stesso tempo ingegnosa e sregolata di Combs, non solo in due docuserie in arrivo prossimamente, nello specifico Rise and Fall di Investigation Discovery e la docuserie Netflix prodotta da Curtis “50 Cent” Jackson, ma anche nel documentario di Peacock che dà voce agli amici d’infanzia, all’ex guardia del corpo, alla make-up artist, alla stagista e ai collaboratori del rapper e che promette di fornire “una visione cruciale delle forze che lo hanno plasmato e potrebbero averlo reso un mostro”. Sullo sfondo, immagini mai viste di feste a casa e in studio. Nella proprietà degli Hamptons, a New York, Puff Daddy organizzava gli ormai noti White Parties con liste di invitati celebri, da Jay-Z a Jennifer Lopez . Secondo l’accusa, nei ricevimenti avrebbero trovato spazio non solo musica e alcol, ma anche i “Freak Offs”, performance sessuali della durata di diversi giorni che P. Diddy avrebbe attuato mediante la costrizione delle vittime, prima drogate e poi ricattate con video che gli avrebbero garantito il loro silenzio. Scenari torbidi e dominati dal male, incomprensibili alla razionalità e alla moralità quotidiana eppure non impossibili, perché attorcigliati intorno alla natura umana capace di deviare in abissi bui. “C’è qualcosa che non va”, dice nel trailer il musicista e produttore Al B. Sure!, che proprio come Combs nei primi anni Novanta aveva firmato con l’etichetta discografica hip-hop Uptown Records e in seguito aveva avuto una relazione con la modella e attrice Kim Porter, la madre di tre dei sette figli del rapper scomparsa nel 2018 all’età di 47 anni per presunte complicazioni derivanti da una polmonite. “Onestamente, non volevo essere intorno a lui a meno che non ci fossero le telecamere”, aggiunge una donna. “Sono stato al fianco di Sean per un bel pezzo. Quando la luce in studio o in una stanza era rossa voleva dire che stava facendo sesso. E di certo alcune delle ragazze che erano con lui erano minorenni”, prosegue una voce maschile camuffata. “Mi dissero che potevano prendermi e vendermi a chiunque”, conclude un’altra donna. I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA Combs ha ricevuto plurime denunce per stupro, violenza sessuale e molestie, anche su minorenni, atti che sarebbero avvenuti tra il 1991 e il 2023. I legali del rapper e produttore discografico hanno affermato che “in tribunale prevarrà la verità: il Signor Combs non ha commesso traffico di esseri umani a scopo sessuale, né ha mai violentato nessuno, uomo o donna, adulto o minore che sia”. Ma, se così non fosse, perché un artista dalla carriera brillante, che aveva trovato un riscatto dall’infanzia che all’età di 3 anni gli aveva tolto il padre, Melvin, prima coinvolto in attività criminali e poi ucciso, avrebbe messo in atto una spirale di violenze e di autodistruzione? Nato nel 1969 nelle case popolari di Harlem, a New York, Puff Daddy è cresciuto nel sobborgo residenziale di Mount Vernon con la madre Janice, che oggi sostiene l'innocenza del figlio. Nel 1992, il rapper ha compiuto i primi passi nell’etichetta discografica Uptown Records, esperienza seguita nel 1994 dalla fondazione della Bad Boy Records, un'intuizione costellata dai successi di Notorious B.I.G. . Dal 1999, però, il mogul, cioè l’impresario musicale, ha affrontato problemi con la giustizia. In quell'anno, dopo una lite sull’uso di alcune riprese in un video musicale, il produttore discografico Steve Stoute ha accusato P. Diddy e le sue guardie del corpo di aggressione a colpi di bottiglia di champagne, telefono, sedia e pugni. Dopo aver ricevuto pubblicamente le accuse del rapper, Stoute ha ritirato le accuse e Combs ha scampato un’eventuale condanna che avrebbe potuto raggiungere i sette anni di carcere. Poco tempo dopo, due persone sono rimaste ferite in un nightclub di Manhattan dove il rapper stava trascorrendo una serata con la fidanzata dell’epoca, J.LO, e dove, secondo numerose testimonianze, lui stesso avrebbe impugnato una pistola. Combs è stato tuttavia dichiarato non colpevole di possesso di armi e corruzione. Dopo aver costruito un impero anche oltre la musica, tra intrattenimento e moda, nel 2015 Puff Daddy è stato invece arrestato dopo una lite con un allenatore di football della U.C.L.A., l'università dove il figlio Justin aveva iniziato a giocare tre anni prima, con l’accusa di aggressione con arma mortale, minacce terroristiche e percosse, ma anche in questo caso l’episodio non ha avuto seguito. Una profonda crepa ha poi scalfito il 2023, anno delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell’hip-hop. Dopo essere stato omaggiato agli MTV Video Music Awards come pioniere del genere musicale e icona globale e aver ricevuto una candiatura ai Grammy Awards per il Best Progressive R&B Album con The Love Album: Off the Grid, Combs ha sentito tremare le fondamenta. L'ex fidanzata, la cantante Cassandra “Cassie” Ventura, gli ha fatto causa per stupro e abusi fisici che sarebbero durati più di un decennio. Poco dopo aver incontrato il rapper nel 2005, quando lei aveva 19 anni, Puff Daddy l’avrebbe ripetutamente drogata, picchiata, costretta a fare sesso con prostituti uomini e filmata durante gli atti sessuali. Nel 2018, verso la fine della relazione, lui stesso si sarebbe introdotto con la forza in casa della donna e l’avrebbe violentata. Il rapper ha subito negato le “accuse offensive e oltraggiose” e i due hanno infine raggiunto un accordo extragiudiziale, ma nella primavera 2024 la Cnn ha pubblicato in esclusiva un filmato di sorveglianza di un hotel di Los Angeles, risalente al 5 marzo 2016, che mostra il rapper afferrare Ventura per la nuca, scaraventarla a terra, prenderla a calci e trascinarla per il cappuccio della felpa. Il rapper ha ammesso l'evidente aggressione e nel frattempo è stato sommerso da accuse di donne e uomini , che hanno denunciato uno stesso schema fatto di droghe, violenze e filmati per garantire l'impunità. Talvolta, anche anonime celebrità avrebbero partecipato in qualità di spettatori. Sono condotte ancora da verificare ma che, se confermate, testimonierebbero lo sfrenato dilagare di un delirio di onnipotenza e di abusi di potere che potrebbe affossare per sempre un uomo all'apice del successo.

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