La Rappresentante di Lista presenta l'album Giorni Felici e lo racconta in tour
Musica Credit Simone BiavatiVeronica Lucchesi e Dario Mangiaracina continuano a scavare nell’emotività umana e a metterla in rapporto con l’altro e col mondo. Il tour debutta il 4 novembre a Trento. L'INTERVISTA
La cantante, attrice e autrice Veronica Lucchesi e il polistrumentista, autore e produttore Dario Mangiaracina, ovvero La Rappresentante di Lista, tornano con Giorni Felici, album che rappresenta una nuova evoluzione del suono de LRDL, riconoscibile seppur sempre in movimento, che torna a esplorare sonorità care ai propri ricordi di crescita e formazione, inni generazionali che rimangono indelebili sulle ossa e come suggestione per scrivere l'oggi e la sua colonna sonora. I temi sono quelli cari al progetto: LRDL continua a scavare nell’emotività umana e a metterla in rapporto con l’altro e col mondo.
Giorni Felici è un titolo meraviglioso per questa epoca. Lo avete scelto senza tentennamenti? E che storia a questo album di connessioni umane?
E’ un desiderata il titolo, sembra un ossimoro oggi. Ci sono un po’ di nostalgia, di desiderio, di ironia e di autoironia nel titolo, c’è una citazione a Giorni Felici di Samuel Beckett, con i protagonisti Willie e Winnie che non comprendono di essere in una vita che li sta svuotando e pensano di essere in giorni felici. E’ un disco collettivo, comunitario, nato in band e coinvolgendo la band in tutto. La cover è firmata Davide Bondielli e ha tinte di disagio in situazioni che sembrano una via di mezzo tra Edward Hopper e Stephen King: giochiamo sulle contrapposizioni, la casa che pare nido e protezione può inghiottirti e trasformarsi in gabbia.
La Città Addosso è spaesamento con una incursione tra le stelle e i vestiti per fare l‘amore, sognare, una storia che non si scorda. Francesco Guccini in Canzone della Vita Quotidiana parlava della vita come un “deserto annuale con un oasi per ferragosto e per natale”. E’ la versione contemporanea di quel pensare?
Lo puoi dire tu noi no ma se lo dici ne siamo contenti. Amiamo quel mondo cantautorale e ultimamente ci è capitato di avere lunghe chiacchierate con Francesco De Gregori; quello che lega il quotidiano alla disperazione dei giorni che viviamo ci appartiene.
Davvero, dieci anni fa, avreste voluto sapere che vita vi sarebbe aspettata per avere meno paura?
Dario: All’epoca no, eravamo tra i venti e i trent’anni.
Veronica: Alle volte un po’ lo penso, mi piacerebbe sapere cosa mi aspetta, altre me lo invento o cerco di leggerlo nei tarocchi o nell’oroscopo. In un mio periodo di crisi cercavo nell’oroscopo i segnali dal futuro. Si impara col tempo che, tra pro e contro, non hai il controllo delle reazioni degli altri e dunque sei ancora di più in balia.
Anche in Je ne t’aime pas toujours torna il tema della paura, citate le paure che trovano un letto troppo stretto: cosa vi fa paura di questa epoca? In cosa si ritrova sempre appesa la vostra generazione?
Dario: Mi sembra, la nostra che si avvicina ai 40 anni, una generazione di mezzo; per anni mi sono sentito più vicino a quella dei miei genitori per riferimenti culturali, musicali e politici, abbiamo creduto nel futuro fino a quando ci è stato detto che non ce n’è. Ora il mondo, al quale ci siamo integrati, e la nostra generazione non cresce del tutto né si assume responsabilità. C’è la paura che non ci sia un futuro e una possibilità è nella lotta. La resistenza sembra inutile considerando lo scollamento tra politica e mondo reale.
In Paradiso c’è una foto immutabile, in Giorni Felici dite che “ci toglieranno tutti i ricordi”: siete conservatori o selezionatori di ricordi?
Dario: io ho smesso di averne. Mia nonna mi ha detto che a 70 anni si smetto di vivere e si inizia a ricordare quindi ci penserò quando raggiungerò quell’età. Sono pessimo nel memorandum.
Veronica: Alcune cose per me sono indelebili anche nei dettagli più minimo. Di altre non ricordo neanche di esserci stata.
“I sogni sono strade affollate” perché la quotidianità è desolata? Mi ha ricordato, questa frase, l’immagine di Miracolo a Milano, il film di Vittorio De Sica, dove tutti gli abitanti delle baracche si abbracciano dove batte l’unico raggio di sole.
Dario: Io mio pensiero era più terra terra, pensavo a quanto oggi ci sia un individualismo becero che porta a desiderate più del dovuto. Siamo tutti in fila per i sogni, penso ai topi di Fritz The Cat e a un mondo un po’ fatato e un po’ pubblicità.
Dove si origina la tragicità umana di Ho Smesso di Uscire? Nonostante il bacio da dare a chi vuoi tu e il “poi andiamo al mare” sembra una canzone senza speranza.
Dario: La speranza è bella quando arriva di soppiatto. E’ bello che in una canzone si sia ingabbiati senza soluzione e poi nel disco abitano canzoni sorelle che possano risollevarti il momento.
Veronica: Quella canzone doveva esprimere quella rabbia, bisogna starci dentro. Quando si soffre molto si capisce che combattere il dolore non è la soluzione migliore, devi abbracciarlo e starci dentro. Qualche mese fa abbracciando certe sensazioni ho avuto percezione di non avere paura di niente. E’ che così vai da un’altra parte.
Baby Balla la ho interpretata come un ottovolante dell’anima, Lucio Battisti avrebbe detto “le discese ardite e le risalite”: è un avviso ai giovani naviganti della vita?
Amiamo chi riesce a leggere le canzoni come stai facendo tu. Questo brano è un flusso di coscienza e nel ritornello a forma di gospel arriva la soluzione.
Quando in Countdown dite “ognuno ha la sua America” mandate un segnale che esiste ancora l’american dream? E, a prescindere, esisterà ancora dopo il 6 novembre?
Intanto speriamo che il 6 novembre vada in un certo modo, se no cambieremo il testo. Troveremo soluzioni che fanno rima con America. C’è rimasto addosso quel tipo di lessico ed essendo vicini alla generazione dei nostri genitori crediamo che il sogno americano esista.
Il bambino Cattivo è quello ineducato, quello maleducato, quello del branco oppure lo è ognuno di noi, dentro di sé e a discapito dell’età?
E’ una dichiarazione di intenti. Ognuno è cattivo quando si sente intrappolato e quando non ha possibilità di esprimersi e non viene capito. Il cattivo è quello che non riesce a comprendere di essere intrappolato in logiche che non gli appartengono.
Cosa mi potete anticipare del tour?
La prima parte sarà vicina alla tracklist del disco, che faremo tutto, e poi ci saranno pezzi del nostro passato perché dialogano benissimo con i nuovi. Abbiamo riscoperto il valore dei vecchi pezzi riarrangiandoli!
approfondimento
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LRDL 2024 TOUR
4 novembre - Trento (Sanbapolis) DATA ZERO
6 novembre – Firenze (Teatro Cartiere Carrara)
7 novembre – Napoli (Casa della Musica)
8 novembre – Molfetta, BA (Eremo Club)
12 novembre – Carpi, MO (Teatro Comunale)
13 novembre - Milano (Fabrique)
15 novembre - Padova (Hall)
22 novembre – Venaria Reale, TO (Teatro Concordia)
23 novembre – Bologna (Estragon)
29 novembre – Roma (Atlantico)
2 dicembre – Palermo (Candelai) SOLD OUT
3 dicembre – Palermo (Candelai) SOLD OUT
4 dicembre – Palermo (Candelai)
Le prevendite per LRDL 2024 TOUR - prodotto da Magellano Concerti e Whodo Agency - sono disponibili nei circuiti abituali.