La canzone racconta le nostre vite sempre di corsa, sempre piene di oggetti, immagini, cose da fare per riempire ogni attimo
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Respira è il secondo singolo che precede l’uscita del prossimo album ed è anche la canzone più rock, anzi direi quasi punk rock, dell’intero lavoro. Si tratta dell’ultimo brano scritto, in ordine di tempo, tra quelli presenti nel nuovo progetto, e vuole raccontare il nostro mondo frenetico, quello occidentale, dominato dall’ossessione per la performance nella retorica aziendale, dagli pseudo eventi e dall’informazione istantanea dei social media, un mondo in cui avvenimenti futili e tragici convivono nello stesso calderone, in cui forse non siamo più capaci di saper distinguere ciò che veramente merita la nostra attenzione, ciò che fa di noi degli esseri umani, da quel che è solo aria fritta.
È ovviamente anche un invito a fermarsi e riflettere, quindi a respirare. Respirare è una cosa naturale, ma nel nostro universo ansiogeno e ansioso ormai abbiamo disimparato a farlo. L’arrangiamento del brano è molto ruvido, le chitarre sono molto di impatto e caratterizzanti, la voce ha una saturazione particolare, frutto di un’intuizione che abbiamo avuto in studio. Penso che funzioni, e che renda l’insieme più interessante. All’inizio del brano e sul ritornello si può percepire questo “respiro” affannato, in linea con la ritmica, che credo restituisca l’idea sottesa alla canzone. Nel testo ho volutamente accostato immagini drammatiche, che fanno parte anche della cronaca dei nostri giorni, ad altre che raccontano le nostre vite sempre di corsa, sempre piene di oggetti, immagini, cose da fare per riempire ogni attimo. Quando però ci accorgiamo che questa è l’unica vita che abbiamo, e non tornerà, è come se un baratro si spalancasse sotto i nostri piedi. Il brano fa parte di un concept, una tipologia di dischi che ora non si fanno più, ma avevo bisogno di spazio per poter dire delle cose, per poter parlare della guerra oggi, dei nostri anni veloci e superficiali, delle migrazioni, della tragedia delle persone che perdono tutto, che in qualche punto dello spazio tempo siamo anche noi.
Avevo bisogno di parlare della scomparsa dell’empatia, travolta dall’inconsistenza dell’informazione continua e pervasiva che invade le nostre esistenze, le quali rischiano di dover fare i conti con il riemergere di vecchi fanatismi e nuovi nazionalismi. È questo quel che provo a raccontare nella canzone e un po' in tutto questo nuovo disco, in cui tutti i brani sono in qualche modo legati da un filo conduttore. Nelle mie canzoni c’è sempre la ricerca di un punto di contatto tra le mie esperienze personali e ciò che accade nel mondo. Alla base del progetto c’è anche la ricerca di un suono nuovo, più elettrico ed omogeneo, che siamo riusciti ad ottenere registrando in presa diretta, e con l’inserimento di contributi sonori esterni in post produzione. Il giorno in cui abbiamo registrato in studio è stata anche l’occasione per girare il video. Marilena Catapano non è solo una cantante straordinaria ma anche una bravissima videomaker. Ho pensato subito a “Respira” come secondo singolo e volevo che fosse in bianco e nero, e che venisse fuori l’atmosfera della sala di incisione. Lei ha girato tutto il materiale e poi ha realizzato il montaggio, e penso che abbia restituito molta della verità di quei giorni.