Rosmy e l’album Pop Fiction: “Le risposte sono nelle stelle dobbiamo solo ascoltarle"

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Nino Saetti

L’artista originaria della Basilicata ma nata in Svizzera pubblica un disco costruito come un puzzle che schiaccia l’occhio all’opera di Quentin Tarantino. L’INTERVISTA

Pop Fiction, il nuovo album, di Rosmy è un disco notevole per la sua audacia e la sua carica emotiva. Comprende dodici brani legati tra di loro da diverse tematiche sociali, dove si evidenzia soprattutto il diritto di affermazione del mondo femminile, di chi sa quello che vuole e lotta per conquistarlo. I prossimi appuntamenti live sono l'11 agosto a Calvello, il 12 a Noci, il 13 a Campomaggiore e il 18 a Mesagne (opening act di Fabrizio Moro).

Rosamaria ascoltare Pop Fiction è come guardare un telegiornale: un viaggio nella società, nel bene e nel male. Lo hai pensato così?
E’ come se fosse un puzzle che si è costruito a piccoli pezzi senza sapere la direzione. Ci sono stati prima dei singoli e, anche se è inusuale oggi, è arrivata una idea completa del disco e mi sono sentita controcorrente quando ho capito che era un percorso che si è completato, tra brani editi e inediti. Poi c’è il contatto col cinema, in particolare con Pulp Fiction, che è un film che raccoglie tante storie: io gioco a essere Uma Thurman ma non ho la pistola ma il microfono, non ci sono i giornali ma i vinili.

In Alieni dici “ogni tempo ha la sua direzione, la sua storia, la sua inclinazione”: ti senti figlia di questa epoca o ti senti, appunto, una aliena?
Mi sento un po’ una aliena e ne vedo altri intorno a me di incompresi. In Giromondo dico lascia che il mondo ti fraintenda. Mi sento distaccata ma i cambiamenti quotidiani si vivono e bisogna adeguarsi. Esci e vai nel mondo artistico e poi rientri in quello reale portando nuove emozioni e un sostegno morale.

No Contact credo sia un messaggio forte soprattutto per le persone più deboli, quelle psicologicamente fragili: come fare a capire che la vita non ci aspetta?
E’ uno dei brani autobiografici, uno dei pochi. Mi sono imbattuta in una situazione con un narcisista patologico e mi sono ripetuta perché capita sempre a me. Ho letto libri e per disintossicarti devi fare proprio il no contact, è lo switch off dove decidi di volerti bene se no dipendi sempre dall’altro: va detto basta per vivere pienamente la vita.

“Ritornerai sì lo so che ritornerai” mi sembra una citazione raffinata. Ti senti una egoista nel senso buono del termine?
Sono sempre stata altruista e ho messo in disparte me. Poi ho cominciato a pensare a me dando qualcosa agli altri attraverso le emozioni. Intorno a noi c’è tanto egoismo, pensavo che il covid avesse migliorato la situazione e invece si continua a pensare al proprio orticello. Allora divento egoista per farti vedere come ci si sente: magari così il mondo può cambiare.

Ho tutto Tranne te sembra lo specchio di una generazione sempre connessa ma sempre più sola: è così?
Assolutamente. Viviamo nel mondo attraverso i social e quindi ci ritroviamo soli in una strafottuta melanconia.

Citi Kant in Controregola: lui amava il cielo stellato sopra e la legge morale dentro. Sei così anche tu?
Amo ascoltare le stelle più che guardarle, a volte ci danno delle risposte. Per uscire dalle convenzioni bisogna prima conoscere le regole e capire quando evaderle e fino dove arrivare prima di rientrare.

Che differenza c’è tra il Girotondo e il tuo Giromondo?
La filastrocca la conoscono tutti. Nasce perché mi ricordava quando ero piccola che mia madre, quando mi vedeva piangere o volevo qualcosa che non era possibile avere, mi consolava col girotondo e quando eravamo per terra mi diceva che bisogna rialzarsi più forti di prima. La forza oggi è creare un girotondo col mondo e unirci sempre più.

Dove nasce l’ironia di Tutto Bene?
E’ il mio momento artistico critico, non riuscivo a capire la condizione per farmi ascoltare con un cantautorato per extra terresti e il rap più forte. La canzone è una lotta con me stessa, una sfida tra due Rosmy. La domanda è: cosa vuole la gente dagli artisti?

Alla fine ti sei data una risposta a cosa ci fa andare avanti nonostante tutto?
La risposta è che siamo tutti molto bravi e competenti, ma sta venendo meno l’unicità, è come se tutti facessero tutto, chissà che troveranno i giovani del futuro. Noi arriviamo da un periodo più strutturato, non riesco a capire che accadrà, vedo apatia, dobbiamo fare qualcosa, il futuro lo vedo fittizio e questo mi spaventa.

Sei in tour in estate, poi che accadrà?
Ora i concerti, a ottobre pubblicherò un nuovo singolo dall’album e poi prevedo tappe nel club. Il mio messaggio deve girare con la parte umana, non basta lo streaming.

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