Guido Elle, il suo viaggio verso il futuro è Microcosmo: il video

Musica
Credit Alex Chiapparelli

 Il brano trasmette il giusto valore a quello che capita ogni giorno, un invito a noi a goderci il momento

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

Ho sempre saputo che “Microcosmo” sarebbe stato il singolo che avrebbe anticipato

l’uscita del mio secondo album. Anche quando era un semplice provino voce e chitarra, ne ero sicuro. Ma non l’ho detto mai a nessuno. Poi si sono aggiunte le chitarre di Moreno Viglione, il basso di Matteo Locasciulli e la batteria di Augusto Zanonzini. Più prendeva forma la versione definitiva del brano, più confermavo la convinzione che “Microcosmo” sarebbe stato il primo singolo del nuovo disco. E anche in quel momento, non l’ho detto a nessuno: avevo paura di interrompere quella complicità, temevo che qualcuno avrebbe potuto portare argomentazioni

“discograficamente” valide a favore di un altro brano, tanto valide da far scendere

“Microcosmo” dal podio dei miei brani candidati al privilegio dell’anteprima.

Non era una questione di gusto, men che meno di ragionamento fatto con finalità

radiofoniche, e per il vero non c’era neanche una motivazione esatta. Lo sapevo e basta. Anzi, ancor di più, lo volevo. Però, anche lì, ho continuato a non dirlo a nessuno.

Poi le registrazioni sono terminate e vedevo che anche Moreno Viglione, con cui ho

prodotto il disco, iniziava a puntare su “Microcosmo”, quasi fosse il suo cavallo più in

forma; in forma più di altri per presentare le caratteristiche del nuovo disco, come se le assorbisse tutte. Della stessa opinione anche gli altri musicisti che, con mia profonda felicità, eleggevano “Microcosmo” a biglietto da visita del mio nuovo lavoro. Spontanea conferma, poi, avuta anche da Tommy Bianchi (che ha masterizzato il disco) e da Chiara Giorgi (ufficio stampa).

La squadra era formata e la squadra aveva scelto all’unisono come primo singolo

“Microcosmo”. Quale felicità! Non c’è una ragione specifica, e non credo nemmeno che questo brano sia il “migliore” dell’album in uscita a ottobre, però ha un non so che di ironico e allo stesso tempo di riflessivo che mi lascia un bel gusto nell’ascoltarlo e, soprattutto, nell’eseguirlo. Il testo parte da lontano e senza pretese di morali, ho voluto semplicemente ricordarmi dell’importanza di dare il giusto valore a quello che capita ogni giorno, un invito a me stesso, e a chi si riconosce nel testo, a ricordarsi dei tanti privilegi di cui gode la parte del mondo in cui viviamo, sempre però più vicina ai confini delle più profonde crisi umanitarie. E se è vero, come è vero, che ognuno di noi riserva uno spazio dove indirizzare segreti, confessioni, frustrazioni, rabbia e felicità, è altrettanto vero che questo grande vortice di passione e umanità, appunto il microcosmo, non può sopraffare la ragione.

Ed allora non vale la pena far diventare anche una piccola onda un distruttivo tsunami. Avevo bisogno di rendermene conto, e l’unico modo che ho trovato è stato quello di scriverci una canzone. E dopo la canzone il video. Immaginavo espressioni dirette, senza particolari effetti, e ciò che volevo che emergesse era la semplice esigenza comunicativa dove le immagini avrebbero dovuto rappresentarmi dedicato alle parole ed alla musica, senza distrazioni. Grazie a Marko Carbone, regista del video, che mi ha ripreso con primi piani e inquadrature a campo largo seguendo i crescendo melodici di “Microcosmo” fino a implodere, nel finale, in un rapido riavvolgimento, quasi a voler simulare un ritorno all’essenziale, ad un punto di partenza che ci consentirebbe di poter riscrivere le rotte della vita sotto il buono proposito della semantica della canzone. Ora lo posso dire, ho sempre saputo che “Microcosmo” sarebbe stato il singolo che avrebbe anticipato l’uscita del mio secondo album, e ne sono felice!

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