Anna, l'album Vera Baddie è un romanzo di formazione in 18 canzoni

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Andrea Ariano

La rapper spezzina classe 2003 pubblica il suo primo disco e oltre a creare barre che spiazzano lo arricchisce con note melanconiche che sono la cifra stilistico-emotiva della sua generazione. LA RECENSIONE DOPO IL PRE-ASCOLTO

Preceduto da un tappeto di numeri che neanche Albert Einstein riuscirebbe a trasformare in una formula, nasce oggi, venerdì 28 giugno 2024, Vera Baddie, l’album di debutto di Anna, artista spezzina che il prossimo agosto compirà 21 anni. L’album, che ho ascoltato in anteprima, è composto da 18 tracce e, secondo consuetudine, ospita diversi featuring, alcuni preziosi altri prestigiosi ma artisticamente meno preziosi nel senso che è Anna che valorizza il suo ospite e non l’invitato che valorizza la canzone. Si tratta, in ordine di apparizione, di Guè in “Bikini”, Tony Boy e thasup in “ABC”, Artie 5ive in “I LOVE IT”, Lazza in “BBE”, Sfera Ebbasta in “Chica Italiana”, Nicky Savage in “TT LE GIRLZ”, Capo Plaza in “Show Me Love, Tony Effe in “Mulan” e Sillyelly in “HELLO KITTY”.

Rappa eccome la ragazza senza disdegnare di assumersi rischi poppeggianti. Al netto delle provocazioni ed esasperazioni linguistiche, come fanno parte del sistema e, un po’ del personaggio, Vera Baddie è un album fotografico generazionale eccelso. Anna fin dall’intro sottolinea “fanculo le regole io sono l’eccezione” e farcisce tutto il progetto con una non usuale dose di ironia, tipo “sono sexy senza bikini, tutti i ragazzi voglion darmi i bacini, quando mi vedono passare per strada gridano come se vedessero RiRi”, che sono barre intarsiate perfettamente. Ci sono intuizioni poetiche, è Baudelaire lungo la rive gauche l’accostamento del sogno all’inizio che poi cade nel precipizio e il sollievo arriva solo dall’assenzio: la quintessenza della melanconia è qui! La versione 2.0 dell’american dream che da oltre un secolo tormenta (o esalta) le generazioni è in Chica Italiana, per me il featuring più riuscito del progetto insieme a Sfera Ebbasta. Il mio brano preferito è Miss Impossible, una serie-tv concentrata in una canzone. Un altro spunto di riflessione rap lo colgo in Una Tipa come Me dove “le vere bad bitches piangono”: un sussulto di normalità e onestà interiore meraviglioso. Confermo che in tanti momenti davvero il “flow ti blocca la respirazione”. In ABC si ascolta “sono tutti quanti Anna sono tutti quanto Tony”: forse sono davvero in tanti a essere, o provare a voler essere, Tony ma Anna, purtroppo o per fortuna, è unica. E Vera Baddie portato su un palco sarà uno tsunami di energia.

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