Metallica in concerto all'I-Days di Milano omaggiano i Prozac+ con Acido Acida

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La band di Los Angeles inaugura la stagione degli I-Days Milano Coca Cola con un concerto all'Ippodromo La Maura. Emoziona il tributo alla band di Pordenone, icona del Punk italiano. IL RACCONTO

Oltre l’ostacolo del Metal, oltre l’ostacolo dell’Hard Rock la musica si fa dolce. I Metallica hanno, davanti a oltre 70mila persone, acceso la stagione 2024 della rassegna I-Days Milano Coca Cola con due ore di musica quasi geometrica, alleggerita della sua parte più aggressiva. Chi ieri sera per la prima volta ha assistito a un live di James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo non credo sia tornato a casa con la percezione di cosa hanno rappresentato per la storia della musica. Sia chiaro, l’energia non è mutata ma i lunghi e reiterati virtuosismi musicali hanno un po’ spezzato il ritmo. E qualcuno dei fan storici, che li seguono dagli esordi, da Kill ‘Em All del 1983, da Ride at Lightning del 1984 e dall’epocale Master of Puppets del 1986, hanno espresso qualche perplessità sulla scelta di un Metal-Chic avvolgente ma non travolgente. Prima di loro sul palco dell’Ippodromo La Maura i Five Finger Death Punch e Ice Nine Kills. Bravi gli organizzatori nel fornire indicazioni e informazioni, fantastico il pubblico, ordinato e paziente, un po’ meno bravo chi ha fatto chiudere una fermata della metro per, ci hanno detto, questioni di ordine pubblico senza avvisare nessuno, costringendo la folla di ritorno a casa a peregrinare per vie a molti ignoti.

metallica

METALLICA CANTANO ACIDO ACIDA DEI PROZAC+

Parto, col racconto, da metà concerto. Ha stupito, emozionato e commosso l’omaggio che i Metallica hanno fatto ai nostri Prozac+ cantando Libero Libera: per altro la loro pronuncia claudicante era migliore di quella che avrebbero potuto offrire molti madrelingua: superlativi! L’ingresso sul palco della band di Los Angeles è annunciato da It’s a Long Way to the Top (If you Wanna Rock’n’Roll), cover degli Ac/Dc, e da The Ecstasy of Gold di Ennio Morricone. Poi la serata prende forma e decolla con Creeping Death e For Whom The Bells Tolls, che rimanda al romanzo di Ernest Hemingway e al verso di John Donne che è l’origine del tutto. I grandi schermi si colorano, sono un valore aggiunto perché, come troppo spesso avviene, non diventano distraenti; spesso indugiano sui quattro Metallica e su come fanno vibrare gli strumenti ed è molto suggestiva la videocamera posta sopra la batteria che ci mostra in action dall’alto Lars Ulrich. Il primo momento di vera apoteosi arriva con Enter Sandman, che ha scatenato i 70mila fan nonostante qualche imperfezione esecutiva. Sulle note finali di Too Far Gone? Arriva quello che in gergo viene chiamato doodle, lo scarabocchio, il ghirigoro, ed è Acido Acida dei Prozac+: la eseguono Kirk e Robert e chiedono al pubblico di sostenerli in questo omaggio. Si rientra nell’universo Metallica con Welcome Home (Sanitarium) e da questo momento si entra in una meravigliosa apnea fatti di colori, palloni giganti che rimbalzano sul pubblico e fuochi artificiali. In ordine sparso si urla, si canta, si fa festa con Shadows Follow, Nothing Else Matters e Seek & Destroy. Siamo alla fine, sappiamo che non ci saranno sorprese, in questa scaletta che racconta non solo quarant’anni di musica ma anche quattro decenni di storia dell’umanità attraverso l’osservatorio privilegiato e panottico dei Metallica. Il combo conclusivo è One e l’attesissima Master of Puppets. Si torna a domicilio con l’eco lungo di The Ecstasy of Gold del maestro Morricone. L’estasi c’è stata, l’oro anche seppur non a 24 carati.

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