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Rose Villain: "Radio Sakura è l'album della mia fioritura. L'amore è come l'acqua"

Musica

Gabriele Lippi

© Marcello Dino Junior

Esce oggi, venerdì 8 marzo, il secondo disco della cantautrice nata a Milano. Un lavoro meno cupo e più solare di Radio Gotham, di cui rappresenta una sorta di sequel, conservandone la stessa voglia di contaminazione ed esplorazione di sonorità diverse. "Sono troppo fan di tutti i generi per confinarmi in uno, è ciò che mi tiene viva", ha raccontato a Sky TG24. L'intervista

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I fiori di ciliegio, in Giappone, sbocciano a marzo, colorando i paesaggi di un rosa intenso e vivo. E a marzo, venerdì 8, per la precisione, che Rose Villain ha deciso di mostrare al mondo il suo secondogenito, Radio Sakura, sequel spirituale di Radio Gotham, l’album d’esordio uscito a gennaio dell’anno scorso. In mezzo c’è stato tanto: il palco del Primo Maggio, il primo tour nei club, Sanremo, un talent rap vissuto da giudice su Netflix (La nuova scena, visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick). Rose, al secolo rosa, è sbocciata come quei fiori di ciliegio e dalle atmosfere cupe di Gotham è volata fino all’altro capo del mondo, per abbracciare la luce del Sol Levante con un album ancora una volta pieno di contaminazioni, un viaggio nella musica tra le sue liriche potenti e raffinate, la sua eleganza vocale e le produzioni ricchissime firmate da Sixpm.

Da Radio Gotham a Radio Sakura, da una metropoli oscura alla primavera e ai fiori di ciliegio. Cosa è cambiato?
Prima c’era tanta oscurità, forse frustrazione di non essere capita. Nel primo disco ho messo tanto della mia fragilità, di questa mia parte più oscura, e quando ti apri non sai bene quello che troverai dall’altra parte; può essere disprezzo, può essere che qualcuno sentendoti vulnerabile ti schiacci, e invece ho trovato una quantità di amore e di connessione, di persone che hanno sentito le mie storie come loro, si sono sentite accudite. Ho ricevuto tanti messaggi di gente che mi diceva che l’avevo fatta sentire meglio quando io parlavo di stare male. Questo mi ha permesso di accettare me stessa, mi ha fatto evolvere e fiorire: l’amore è come l’acqua. Ora ho una maggiore consapevolezza dell’artista che sono, di quello che voglio dire anche come donna.

In questo disco c’è però anche tanta continuità col tuo percorso artistico. Per esempio non rinunci alle citazioni cinematografiche e anzi, parti subito con un brano che si chiama Hattori Hanzo, come il fabbricante di katane di Kill Bill. Un brano in cui duetti con Madame e che oltre al suo ritornello ipnotico e sincopato, mi ha colpito per il testo: tra “parole che feriscono più affilate di spade” e sangue “come fiori di ciliegio”, conferma la tua capacità di alternare immagini dure e forti ad altre estremamente poetiche e romantiche.
Credo sia per questo che il Giappone mi ha chiamato: loro sono così bravi a raccontare di violenza e immagini crude con delicatezza ed eleganza, la loro cultura è molto rispettosa, anche tra i samurai c’era tanto rispetto, tanta difesa più che offesa. Questo brano è una finestra aperta su tutto quello che è il disco, anche in copertina ci sono io nuda, intima, ma con una spada, pronta a difendermi ma non ad attaccare. Volevo che la prima canzone non raccontasse di due donne, che non fosse un manifesto del femminismo ma un brano di speranza. Infatti parlo di fiori come metastasi, si tratta di rendere bello anche ciò che è brutto, una cosa che noi donne siamo molto brave a fare.

Rose Villain - © Marcello Dino Junior

Come Radio Gotham, anche questo è un disco che alterna sonorità più pop ad altre più marcatamente hip hop come quelle di Huh. Ma c’è anche il country, la cassa dritta, i pezzi up-tempo, persino una bachata. Prosegui il tuo viaggio con Sixpm tra i generi musicali?
Totalmente. Non riesco a mettermi un freno su questa roba, non riesco a fare un concept album che ha tutto lo stesso suono. Mi devo stupire quando scrivo, voglio che ogni canzone abbia il suo immaginario, la sua storia, la sua estetica. Sono troppo fan di tanti generi musicali per confinarmi a farne uno, voglio poter rappare sulla bachata, sul country, sul punk, oppure voglio supercantare su un pezzo come Hattori Hanzo, con quel ritornello che non ti aspetti se senti solo la strofa. Mi piace mischiare generi, è la cosa che più mi tiene viva.

 

Hai detto che il rap è un genere machista, potremmo dire che è pieno di cowboy. Tu lo hai mai visto piangere un cowboy? C’è bisogno di più cowboy che non temono le loro lacrime?
Troppo necessario. È così bello quando gli uomini si aprono, sono così liberi di essere sensibili, vulnerabili. Gli uomini vulnerabili che conosco io, quelli capaci di guardare un film e piangere per l’emozione, sono decisamente i più felici. Basta tenersi tutto dentro: piangete, che palle!

 

Forse emerge ancora di più che in Radio Gotham la tua matrice rap. Per una donna è più difficile far rap in Italia?
Assolutamente sì, è più complesso. Il rap è un mondo che viene dalla strada, sicuramente ha un set più maschile, è un genere un po’ machista, le storie di cui parla e gli interessi sono sempre stati più legati a un universo maschile. Ma se guardi a quello che succede ora negli Stati Uniti, il rap è donna, le classifiche sono popolate di donne, anche grazie a una grande presa di coscienza sulla propria libertà sessuale. In tutto il mondo quel tipo di musica ha portato una consapevolezza diversa, noi donne abbiamo detto “possiamo fare quello che ci pare, ci insultano ma continuiamo a farlo”. L’Italia è un po’ indietro da sempre, anche il pop italiano non è quello di Billie Eilish, è un pop più tradizionale, invece il rap e l’urban ci stanno permettendo di esprimerci in maniere nuove.

C’è un passaggio nel disco che mi ha colpito particolarmente: quello tra Il mio funerale e Brutti pensieri. In un certo senso entrambi affrontano il tema della morte ma con approcci diametralmente opposti. Nel primo smonti con molta ironia quello che è un topos letterario del gangsta rap americano, nel secondo ti fai seria e racconti di fragilità, debolezze, istinti suicidi. Sdrammatizzare è una cura per tenere lontani i brutti pensieri?

La mia famiglia mi ha sempre insegnato a ridere nelle disgrazie, abbiamo un dark humor molto spiccato e le più grandi risate ce le siamo fatte ai funerali. Il mio funerale parla in realtà di un attacco di panico, è più goliardica, Brutti pensieri più che sdrammatizzare è una coccola, un pezzo che non avrei mai potuto fare da sola, parla di prendersi per mano, ammettere che ci si può sentire senza speranza ma insieme, con il giusto aiuto, si può superare tutto. È un pezzo molto positivo secondo me.

 

Sbaglio di molto se dico che Radio Gotham era un disco più newyorkese e Radio Sakura è un disco più milanese? Peraltro alla tua città dedichi una traccia e canti pure un verso in dialetto.
Radio Gotham era veramente un’ode a New York, questo non è un’ode al Giappone, anche se c’è il richiamo a un Paese che amo molto. Non è un disco milanese però, l’ho scritto tutto a New York, tra l’altro.

 

Pensi che arriverà un giorno un tuo disco milanese o non ne senti il bisogno?
Non lo so… non mi sento tanto di appartenere a Milano, c’è qualcosa che mi tiene qua ma è qualcosa che appartiene più al passato, io mi sento un po’ figlia del futuro, mi sento più senza una casa definita. New York mi ha proprio formata musicalmente, Milano mi ha fatta un po’ scappare. C’è troppa turbolenza a Milano quando la guardo o la penso, ho tanto affetto per lei ma una canzone le basta.

Uno dei versi di Click Boom! di Rose Villain - © Federico Earth

Prima di Sanremo avevi detto di non temere il confronto con un pubblico più ampio, che il tuo obiettivo non era piacere a tutti ma entrare nel cuore di una parte di loro. Cosa è cambiato dopo il Festival?
Non ho nessuna percezione del successo e della popolarità, non è cambiato nulla se non che molte più persone in strada mi fermano. Tante, sembra che mi Ma proprio tante conoscano tutti. Questo l’ho notato ed è un po’ strano, tra l’altro ho i capelli azzurri ed è difficile non notarmi, anche se eravamo in tre coi capelli azzurri a Sanremo. Mi piace però non essere soddisfatta, ambire a fare sempre di più. Tante persone ora apprezzano il mio progetto, Click Boom! è piaciuta tantissimo anche se la classifica non l’ha riflesso. Sono felice di aver partecipato e aver fatto questa avventura in un frullatore intenso perché la mia musica si sta espandendo.

 

A che punto sei col tuo disordine? Come procede la convivenza tra le tue due facce?
Direi da dio. Il disordine per me è sintomo di libertà, non è pigrizia. C’è gente più caotica, gente che si sente più emotiva. È un disordino più interiore anche se lo sono anche concretamente, in casa. Ed è bello quando apprezzi anche quei tuoi lati. Ora sai cosa rispondo a chi mi critica perché sono disordinata? Sono un’artista. Ormai ho capito che il disordine è una componente dell’essere artista: trovatemene uno che ha sempre la casa in ordine, non ci credo neanche se lo vedo.

 

Nuovo disco, nuovi brani da suonare dal vivo. Per ora sono state annunciate delle date a ottobre, magari ci sarà qualcosa prima che ancora non puoi dire. Di sicuro prima ci saranno i Coldplay, aprirai i loro concerti. Che effetto ti ha fatto quando lo hai saputo?
È stata una bella realizzazione, anche perché loro hanno scelto il mio progetto, hanno sentito la mia musica ed evidentemente l’hanno trovata fine, spero abbiano sentito un po’ di gusto internazionale. A parte che sarà un’emozione, anche avere sul palmares una cosa del genere ti dà una percezione all’estero diversa, sono risultati che danno grande soddisfazione. I miei amici di New York sono rimasti sconvolti perché è un onore gigantesco, magari in Italia c’è meno questa cosa degli opener, ma lì è tanta considerata. Ora la missione è che i Coldplay sentano il pubblico che canta Click Boom! e salgano sul palco con la pressione di fare uno show migliore del mio (sorride, ndr). Sarà bellissimo, come sarà bellissimo portare Radio Sakura live. Mi piacerebbe farlo con una band, sono canzoni abbastanza esplosive, tutte molto ritmate, penso che farò le capriole a sto giro.

Rose Villain: le date del tour

17 ottobre 2024 – FIRENZE – Viper Theatre

18 ottobre 2024 – PADOVA – Hall

25 ottobre 2024 – NAPOLI  – Casa della Musica

29 ottobre 2024 – MILANO – Fabrique

La copertina di Radio Sakura, secondo album di Rose Villain