The Strumbellas raccontano "Part Time Believer", il nuovo album di inediti. INTERVISTA
Musica Foto Stephanie MontaniIl loro ultimo disco è un mix perfetto di folk, pop e rock, ma definizioni ed etichette a The Strumbellas non sono mai piaciute: "Sarebbe riduttivo metterci in una scatola precisa, per noi è fondamentale esplorare, sempre", ci raccontano Isabel Ritchie e Jimmy Chauveau, cuore pulsante del gruppo. Un album che inizialmente aveva cinquanta tracce, poi ridotte a dodici, che stanno portando in tour. "Speriamo di venire presto in Europa e in Italia, è una promessa", aggiungono. La nostra intervista
"Ci sentiamo liberi di esplorare nuovi territori musicali: la nostra musica si può definire folk, rock oppure pop. Dare un’etichetta precisa, però, sarebbe riduttivo. Alcune delle parole che usano le persone quando ci ascoltano sono funeral pop, gothic folk o arena folk. Spesso i nomi non convenzionali sono i migliori per descrivere la nostra musica e soprattutto ci permettono di non essere messi in una scatola precisa, di non avere un solo mood. Quindi, di fatto, questo ci aiuta perché possiamo fare ciò che ci piace di più senza pensare a una musica già preconfezionata".
La nostra intervista con Isabel, violino dei The Strumbellas e non solo, e Jimmy, voce principale, parte da qui: dalla libertà di essere musicisti e interpreti curiosi, sempre alla ricerca di nuove sonorità, stimoli e senza etichette. The Strumbellas rappresentano al meglio queste definizioni, che loro associano a necessità e volontà. La conferma si sente nel loro nuovo disco di Inediti, Part Time Believer, uscito lo scorso 9 febbraio. Una fusione di stati d'animo, distributi attraverso dodici tracce, di cui abbiamo ascoltato i singoli Holster, Hold Me, Running out of Time e My Home is You.
Part Time Believer: un disco organico, divertente e senza etichette
È lo stesso pensiero che avete avuto quando avete iniziato a lavorare a Part Time Believer, il vostro ultimo album?
Isabel: Non l’abbiamo pensato come un pacchetto o un set ben definito con la volontà di scrivere una ballata: abbiamo lasciato che le canzoni andassero dove volevano in modo naturale, finché non abbiamo sentito quel rumorino che ci diceva che eravamo sulla strada giusta. E poi abbiamo pensato: sì, ci siamo! Molte canzoni sono cambiate spesso finché non siamo passati al processo di registrazione. È stata una bella creazione perché credo che se lavorassimo su un genere o su un’etichetta, dovremmo in un certo senso inserire tutto in questa scatola. Part Time Believer, però, non sarebbe uscito come effettivamente è: bello e organico, e molto emozionante!
Il processo di scrittura
Quanto tempo è servito per avere in quadro completo del disco?
Isabel: Molto tempo, ma per un motivo molto semplice: abbiamo scritto a lungo, e poi ci siamo dedicati molto ai concerti, proprio perché eravamo così felici di poter suonare nuovamente dal vivo! In tutto questo tempo abbiamo scritto circa cinquanta canzoni, per poi sceglierne dodici, quelle che abbiamo inserito nell’album. Abbiamo voluto esplorare nuovi generi e ambiti, fino a quando abbiamo realizzato le canzoni che per noi sono sembrate giuste.
Fate musica, ogni giorno. Ma quale ascoltate?
Jimmy: Ne ascoltiamo tantissima, e la più diversa, ogni giorno. La nostra ispirazione arriva da altra musica, canzoni, luoghi… film. Letteralmente consumiamo un sacco di musica, e ci facciamo ispirare da tutto quello che ci circonda!
approfondimento
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Ci raccontate le prime reazioni e i pareri delle persone che hanno ascoltato il vostro ultimo album, e di chi vi ascolta da anni?
Isabel: La nostra musica è sicuramente molto felice, anche se i testi non lo sono al 100%. Facciamo il possibile affinché la nostra musica sia divertente, faccia ballare le persone, e dia delle vibes postive. Credo che questo disco sia molto felice e divertente: Hold Me è una canzone d’amore, e noi non ne abbiamo registrate molte. C’è sicuramente molta gioia e felicità in questo nostro album.
La scelta di parlare (anche) d'amore
Parliamo di Hold Me, che come dicevate è una canzone d’amore, e negli ultimi anni sono tanti i cantautori che scelgono di parlare d’amore in modo positivo. Perché secondo voi c’è questo bisogno?
Isabel: Credo che sia un tema sentito molto, soprattutto quando abbiamo affrontato dei momenti difficili a causa del Covid e di altri eventi che forse è meglio non ricordare. Una cosa che emerge davvero è che l’amore è una delle cose più importanti nella vita, sia che provenga dalla tua famiglia, che sia per te stesso o per qualcun altro. È la cosa più importante su questa terra ed è ciò che spinge le persone ad andare avanti, anche quando tutto non è così magico.
L'emozione di sentire una propria canzone alla radio
Cosa si prova ad ascoltare una vostra canzone alla radio?
Isabel: Ascoltare Hold Me alla radio, è sempre un'emozione fortissima. Ieri ero in macchina con la mia famiglia e appena ho sentito le prime note ho subito detto ai miei bambini: "Questa è mamma!". Ascoltare le proprie canzoni è bellissimo, e sapere che così tante persone, in posti diversi, la stanno sentendo... beh, è un'emozione impagabile! E succede lo stesso quando vediamo i video... Wow!
The Strumbellas in tour
Parliamo di musica dal vivo: programmi di concerti, anche in Europa?
Isabel: Non vediamo l’ora di iniziare il tour in Nord America ma speriamo di poter venire presto anche in Europa e in Italia: abbiamo tantissimi meravigliosi fan lì. Non abbiamo nulla da annunciare ora, ma ci stiamo impegnando al meglio per organizzare il tutto. Veniamo presto, promesso!
Suonare dal vivo: uno scambio di energia continuo
Raccontateci di cosa significa, per voi, suonare ai festival. Spesso in queste occasioni vengono a sentirvi anche persone che non vi hanno mai seguito, e in un contesto come i festival ascoltano le vostre canzoni per la prima volta. Vi piace l’idea di potervi confrontare anche con chi non sa nulla della vostra musica?
Jimmy: Molto! È come giocare a tennis, è un continuo scambio di energia. Speriamo sempre che le persone si divertano il più possibile, tutte insieme. Credo che suonare ai festival per noi rappresenti sempre un’opportunità: farci conoscere anche da chi non ci ha mai ascoltato, o magari ha sentito solo alcune canzoni come Hold Me o Spirits alla radio. È un modo per metterci alla prova ma anche farci conoscere, e magari quelle persone ci verranno a sentire ancora, chissà. Ci piace molto vedere volti familiari ai nostri concerti, anche perché le canzoni stesse hanno nuovi significati quando così tante persone le continuano a cantare. Ce n'è una, On The Way, che abbiamo suonato in Texas lo scorso anno: è stato bellissimo vedere la reazione di un ragazzo che era in prima fila, che cantava ogni parola. Non vediamo l'ora di tornare e vedere se magari ci sarà anche lui, pronto a esprimere emozioni diverse con la stessa canzone. Sicuramente è importante tenere e apprezzare quell'energia che ci viene regalata attraverso questo scambio.
E ogni sera c’è un pubblico diverso, quindi emozioni diverse…
Jimmy: Questa è sicuramente una parte divertente dell’essere in tour, suonare in una città diversa ogni sera; ogni spettacolo è unico, una sera siamo in un teatro, o in un club, in un festival. L’atmosfera che si respira è differente, come del resto le persone che vengono. A volte vedi volti familiari, alcuni fan che sono venuti a tanti spettacoli nel corso degli anni e sono sempre in prima fila. Ci sono anche nuovi fan, persone che hanno portato i loro figli… ogni pubblico porta un’energia diversa e questa è una cosa emozionante dell’essere in tour e suonare dal vivo.
The Strumbellas e le loro famiglie
Portate con voi anche i vostri figli?
Isabel: I miei figli sono ancora piccoli, hanno due e cinque anni. Il più grande è venuto a vedere un nostro concerto lo scorso autunno, e mi ha detto che gli è piaciuto molto. È bellissimo poter condividere con i propri figli ciò che ti rende felice: musica, lezioni di cucina, arte, sport. Crediamo che condividere le proprie passioni sia sempre bellissimo, ancor di più farlo con i bambini.
Magari un giorno faranno un loro gruppo, una nuova versione di The Strumbellas - Baby?
Isabel: Sì in effetti ci sono tanti bambini e potrebbero crearlo!