Massimiliano Larocca, è un flusso di coscienza Nessun Perduto Amore: il video

Musica

Il brano racconta di un appuntamento domenicale tra un uomo e una donna conosciutisi la sera precedente poco prima della chiusura di un bar casuale

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

Nessun perduto amore è certamente uno dei brani più atipici di questo mio nuovo album, Daimon. Un ritmo da samba su un’accordatura aperta alla chitarra acustica, nello stile di Nick Drake o Tim Buckley. Un brano che scherzosamente dal vivo presentiamo come “ballabile filosofico”. Immagini da flusso di coscienza, amori perduti e ritrovati, il linguaggio della natura e dell’inconscio, una malinconia lontana che si affaccia sul mare. E su tutto questo si balla, o quantomeno si ancheggia con grande discrezione soprattutto nel ritornello lounge (in inglese). E’ un pezzo da radio, ma non completamente; è una ballata crepuscolare, ma non completamente.

E’ una canzone d’amore? No, è una canzone di anti-amore. Genere nel quale Leonard Cohen era maestro. Ma qui la musica suggerisce anche una danza sottilmente erotica, sensuale, un flirt mai compiuto che la voce femminile di Federica Ottombrino amplifica ancor di più.

Un appuntamento domenicale tra un uomo e una donna conosciutisi la sera precedente poco prima della chiusura di un bar casuale. Queste sono tutte le suggestioni che ho passato a Francesco Corsi, regista e documentarista toscano

di grande profilo e incorreggibile amante del cinema di Kaurismaki. Come il sottoscritto, del resto. Ecco perché a Corsi questo ballo lento da fine del mondo, questo ritmo sghembo da balera balcanica ha subito suggerito i malinconici ritratti di provincia kaurismakiani. Quale migliore set allora della sala teatro di una delle più iconiche Case del Popolo di Firenze, il Circolo “Il Progresso”?Pe r rappresentare una festa di altri tempi, coinvolgendo un gruppo di ballo toscano professionistico

vestito con grande stile d’epoca. A me questo ha ricordato Pasolini, che ne “La Rabbia” parla del ballo come l’evento, il “fatto sociale” più rilevante dell’intero Novecento.

Un’intera epoca che si è espressa attraverso il corpo e i suoi movimenti. Quanto siamo distanti da questa nostra nuova epoca, dove tutto vive invece nell’etere, nei mondi invisibili della rete e della ipervisibilità apparente. Scorrono intanto le prime immagini del video, il nostro occhio ne diventa giudice e complice. L’improbabile orchestrina sul palcoscenico swinga in modo totalmente asincrono, con strumenti e

abiti rubati a qualche romanzo noir. Il cantante fiorentino vestito di rosso che scruta in sala con sguardo assente, i due chitarristi zingari, il pianista cieco con la coda di cavallo. Un ballo idiota del cantante, ma l’attenzione si sposta sui pochi spettatori della festa: una coppia lacerata e il misterioso uomo brizzolato che consuma l’ennesima sigaretta della notte. Ritratti, volti scavati, piccole esistenze che osservano il mondo (e gli anziani ballerini) girare attorno a loro. Con un colore, una luce e una fotografia che è il richiamo più evidente alla poetica del regista finlandese.

Nessun perduto amore diventa per me con queste immagini una cartolina mai spedita, una fotografia vecchia ma ancora cangiante di un mondo sopravvissuto o piuttosto di un mondo sognato, popolato da un’umanità dolente, assente eppur vitalissima.

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