Ruggero Marazzi, scoprire noi stessi attraverso il genio Edward Hopper: il video

Musica

Il brano parla dell’abbandono, della relazione con se stessi, della propria intimità e dei desideri che accompagnano il fluire delle giornate

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

Edward, il nome che dà titolo al brano di cui presento il video, è Edward Hopper (1882-1967), uno dei principali esponenti della corrente pittorica detta del “realismo” americano e certamente uno dei più celebrati artisti statunitensi del ‘900. La mia canzone non parla direttamente dell’artista ma prende ispirazione da alcune sue opere e lo chiama dunque in causa in quanto autore delle stesse. Nel videoclip, realizzato da un gruppo di giovani ragazze marchigiane (“Le Trote production”) presso il Potempkin studio di Macerata, le opere “The morning sun”, del 1952,  “Automat”, del ‘27, e “Nighthawks”, del ‘47, fanno da sfondo alla narrazione di una storia incentrata su alcuni dei temi più presenti nella storia della canzone in generale, e cioè l’abbandono, la relazione con se stessi, la propria intimità, i desideri nel fluire delle giornate.

Nel video però, le protagoniste inanimate dei dipinti sono sostituite da figure reali che, muovendosi nel medesimo contesto -artificialmente ma meticolosamente ricreato- restituiscono un meraviglioso effetto di immersione nella vita stessa dell’opera d’arte. Nel fluire di tutto il suo percorso artistico, Edward Hopper ha ritratto persone anonime nei luoghi della loro vita, fissando momenti di una quotidianità quasi secondaria che tuttavia diventano emozionanti ai nostri occhi perché ci parlano di qualcosa che percepiamo profondamente anche se forse non lo sappiamo descrivere. E questo qualcosa è il senso di solitudine e di pacata accettazione del vivere in un certo tipo di società contemporanea, un contesto, uno sfondo che nonostante lo scarto temporale fra noi e la prima metà del ‘900, ancora riconosciamo come nostri.

Scrivendo la canzone ho pensato che in fondo non c’è nessuna differenza fra noi e loro rispetto ai sentimenti che ci animano e a tutto ciò di cui dobbiamo rendere conto ad altri perché così funziona, e quindi perché non riproporre la vibrante bellezza dell’opera di Hopper per parlare di una storia nostra? Sullo sfondo di “The morning sun”, che è anche il sottotitolo del mio brano, una figura di donna prende improvvisamente vita animando un contesto immobile. Poi il quadro cambia, e poi cambia ancora e anche la donna non è più la stessa, sono due, tre, anzi di più. Ma indossano lo stesso abito, compiono gli stessi gesti, si inseguono e si fondono in un’identica cornice. Perché? Perché ognuna di loro è sola con sé stessa, perché le loro solitudini sono -a un tempo- uguali e diverse, nascono e muoiono sugli stessi sfondi di colore, nel respiro dei medesimi spazi. Perché loro siamo noi, soli nell’abbandono, nei luoghi della routine, nell’esagerazione estetica e verbale che ci circonda, nell’aspirazione a una mezza felicità quasi obbligatoria, nella ricerca di un sorriso non dovuto, di quella notte che non abbiamo visto mai ma che non per questo smetteremo di cercare.
 

Il singolo “Edward”, estratto dall’album “Mi ricordo di te” -uscito per l’etichetta Terzo millennio Records- è disponibile in streaming su tutte le piattaforme digitali, mentre il videoclip sarà accessibile su YouTube a partire dal 23 Febbraio 2024.

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