CCCP annunciano album e tour: "Noi siamo il palco, non i dischi”

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Aspettando le date dei concerti estivi, Giovanni, Massimo, Annarella e Fatur terranno tre concerti a Berlino. Il 23 febbraio esce il disco Altro Che Nuovo Nuovo che è la registrazione, con inediti, del live fatto a Reggio Emilia il 3 giugno 1983. Infine la mostra ai Chiostri di San Pietro ribattezzata "Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla Linea 1984-2024" resterà aperta fino al prossimo 10 marzo. IL RACCONTO

Tutto è tranne che un viaggio nel tempo il ritorno dei CCCP. Come dicono nell'inedito Oi Oi Oi, "siamo arrivati tardi o forse troppo presto", che significa esserci. Non importa se prima o dopo, conta il comunque. Giovanni Lindo Ferretti, Annarella Giudici, Massimo Zamboni e Danilo Fatur sono cresciuti negli anni Ottanta e sono stati, e sono, apprezzati non solo in Italia. All’epoca Reggio Emilia era una città molto vivace e quel clima si respira nei lavori del gruppo. Luca Zannotti, manager CCCP, si dice "ancorato alla gratitudine e al rispetto che ho per questo progetto. Il grande dono dei CCCP è stato rendere iconografico tutto quello che hanno toccato. Qui ci sono l’aspetto punk che incontra la tradizione e l’ironia che incontra l’Emilia, è un immaginario collettivo che si è creato. Confermo che in estate ci sarà un tour, non possiamo dare dettagli perché è tutto in lavorazione. Ci sarà una data di inizio e una di fine anche se vorremmo che non arrivasse mai".

AVERE DENTRO IL PASSATO E IL FUTURO CI FA GODERE IL PRESENTE

Annarella Giudici: “Il doppio disco del 1983 è per me importante sul piano affettivo perché mostra l’importanza che mio fratello Zeo ha avuto nel progetto. È stato il primo e unico batterista del gruppo, dopo Zeo la batteria è stata solo elettronica".

Massimo Zamboni: “Siamo nella palestra dove nel giugno del 1983 tutto è iniziato. Tutti i circoli di Reggio Emilia hanno per noi importanza perché sono tutti i luoghi dove siamo cresciuti. Abbiamo ritrovato un nastro magnetico completamente smagnetizzato che, nonostante i vari tentativi, non è stato possibile recuperare: abbiamo scelto di conservare comunque. Tempo dopo grazie a una chiacchiera con Universal al ristorante Canossa abbiamo trovato un’altra soluzione e lo abbiamo recuperato trovando materiale che non conoscevamo, tra cui due canzoni mai finite negli album, arrangiamenti diversi, insomma una gran bella sorpresa e garantiamo che tutto è stato figlio del caso. Oggi apprendiamo ufficialmente che il percorso continua. Ci godiamo il presente avendo dentro il passato e il futuro. Per me la sorpresa più grande dell’album è stata la voce di Giovanni, la pecca tecnica sono io a causa di due clamorosi errori di chitarra che comuqnue abbiamo tenuto. Guardo all’album con rispetto. Non ci siamo mai pensati militanti, quella stagione era finita da anni tra eroina, ripiegamenti assoluti e viaggi impossibili: oggi non fatevi ingannare da una camicia militare. Siamo nati che il PC era un partito e oggi e un computer".


Danilo Fatur: “Sono un tecnico della musica e dico che in Altro che Nuovo Nuovo si sentono gli echi delle passioni primarie di Massimo e Giovanni, sembra quasi un gruppo punk tedesco. Il bello del disco è la batteria acustica e tante tendenze che confluiscono nei CCCP - Fedeli alla Linea. Il viaggio continua? Noi artisti di strada siamo sempre pronti”.

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ABBIAMO DATO VOCE A UN DISAGIO

Giovanni Lindo Ferretti: “Negli ultimi giorni ho avuto la testa occupata da altri pensieri, ora dico che questa situazione è imbarazzante in senso piacevole, è una delle ultime sorprese di questo anno che ha travolto la mia vita e la mia quotidianità. Essere qua è smentire quello che ho detto, due mesi fa ho assicurato ad alcuni amici che i CCCP non sarebbero tornati sul palco e invece… è incredibile trovare dopo 40 anni le stesse cose con una forza inimmaginabile. Oggi c’è una quantità grande di persone che hanno motivazione per ascoltare i CCCP e io sono un tramite. Mentre cercavamo di visualizzare la mostra ai Chiostri di San Pietro è bastato trovare la fedeltà e la linea è apparsa: la linea è una successione di cose che noi accompagniamo. Noi siamo la storia di un palcoscenico: all’epoca tutti volevano realizzare un disco, noi volevamo fare i nostri concerti. Il primo nucleo, oltre a me e Massimo Zamboni alla chitarra, era composto da Zeo Giudici alla batteria e Roberto Negri al basso. Prima che dall’Est siamo stati affascinati dal Nord, la stessa atmosfera nordica si respirava nella casa di Fellegara dove per un anno abbiamo suonato per avere le canzoni che ci permettessero di salire sul palco. Ci ha frantumato emotivamente la storia: abbiamo prima perso Zeo, che è partito per militare, e Negri che ha mollato per laurearsi... a quel punto quello che hai costruito in tre anni, ovvero un disco e le aspettative, sembrava tutto finito. Mentre questo accadeva sono apparsi la benemerita soubrette Annarella e l’artista del popolo Fatur. Lei sapeva perfettamente cosa fare e come fare. In questo modo si è evitata la dispersione e così è iniziata la storia dei CCCP eterni,ma prima c’è stato un pezzo di storia che è in questo disco. Personalmente ho dovuto rimodulare la mia vita, organizzarmi non dico per un piano quinquennale ma almeno biennale: questo progetto lo devo considerare, accada quel che accada e ci aggiungo che di come va il mondo non me ne frega niente. Non sono mai stato in sintonia con me stesso figurarsi con quello che mi sta intorno! A 70 anni ci si può godere i CCCP come a 27 quando siamo partiti. Abbiamo un disco che non è mai salito sul palco dei CCCP. Abbiamo tanti giovani che ci seguono? Le affinità sono proprie dell’essere umano, abbiamo data voce a un disagio e per me vivere disagiati può anche essere soddisfazione: giovani siamo stati tutti, vecchio se puoi permetterlo lo sarai. La vita e l’uomo sono un mistero, io a 70 anni non ho ancora capito le regole del mio ingaggio: perché sono qua e cosa ci si aspetta da me? Ho un pensiero religioso e aspetto il giudizio. I concerti saranno punk e anche filo-sovietici non filo-americani, noi siamo il palco non i dischi.

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