Candeo e l'album In Equlibrio: "Mi faccio dei film ma ho imparato a non crederci troppo"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista ha condensato in quattro brani il suo stato d'animo ovvera quel senso di sospensione che l'ha accompagnata per un anno. L'INTERVISTA

Quattro brani che hanno il colore e il profumo della notte e che, all'alba, diventano sogni (a occhi aperti), realtà, disillusione. Si intitola In Equilibrio il progetto di Paola Candeo, una artista che ha fatto della sensibilità la sua cifra stilistica

Paola partiamo dalla storia di In Equilibrio e perché, visti i tanti brani che hai, ha scelto un Ep di soli quattro?
Quattro per praticità e per il tour. A prescindere da quello che ho nel cassetto, sono quelli che più funzionavano tra loro come storia; In Equlibrio perché volevo trasmettere quell’idea di sospensione che ha preso la mia vita nell’ultimo anno.

Luna stupida racconta di una relazione complicata: mi ha stupito il verso dove dici che volevi solo un po’ di fantasia: cosa rappresenta la fantasia in amore?
È intesa nel senso che quando stai con una persona ti aspetti cose che non sarebbero state mai reali, tendi a idealizzare.

“Adesso notte dimmelo tu cosa fare”: sei un'anima notturna? E credi nella frase che recita che la notte porta consiglio? Anche in Come Se è di notte che le idee parlano più forte.
Le canzoni sono scritte di notte ma non a livello completo, per altro non vado mai a letto prima delle tre. Il silenzio mette pace e ti ascolti di più. L’adagio che recita che la notte porta consiglio è verissimo.

Perché la luna è stupida nel titolo ma lo è solo a metà nel testo?
È come se ti fregasse, tu la vedi ma metà ti prende in giro. La vedi come una illusione, non vedi la parte che non è illuminata e dunque non sai cosa cela.

I castelli di sabbia a metà non sono una fortuna visto che eviti di vederli distrutti dalle onde senza investire sul terminarne la costruzione?
Trasmette il senso di provare a fare qualcosa anche se sai che è impossibile. Ma lo fai lo stesso. Pensi, in cuor tuo, che magari ce la fai.

Quando la tua vita cammina su un filo è più rischioso saltare o provare a proseguire il cammino?
Secondo me rimanere in equilibrio perché resti appiccicato a cose dalle quali vorresti scollarti. È più rischioso restare sospesi.

Le Tue Stese Gambe sembra una invocazione di aiuto: quando sei in difficoltà cerchi aiuto o ti chiudi in te stessa?
Di solito lo cerco, in questo caso non è una canzone autobiografica.

È un brano che parla di violenza: pensi che si stia facendo molto per la sensibilizzazione?
Molto poco, a mio avviso. Potrebbe essere fatto di più ai massimi sistemi. Se ne parla poco per quello che succede e non solo in Italia.

Mi racconti la storia de Il Giornale Strano?
Ero in vacanza, mi è arrivato un memo vocale, era un momento complicato con Riccardo, in quel momento le cose non andavano, andava ricostruito un po’ tutto, partendo anche da questa cosa. Ho capito cosa pensasse lui. Mi ha portato fortuna.

Fare l’amore dà felicità o dipende?
Per me dipende. Bisogna vedere sul lungo termine.

La canzone inizia parlando di sogni: sei una sognatrice, sia di notte che nella vita?
Al cento per cento. Mi faccio dei film sempre, ma ho col tempo imparato a non illudermi troppo.

Uno dei temi che torna in ogni canzone è quello del tempo: che rapporto hai col tempo?
Non è meraviglioso, penso sempre di rincorrerlo. Vorrei tutto subito, so che è sbagliato ma insisto.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho quattro date con i Musici di Francesco Guccini. Poi sarà alla tastiera per Giuliano Dettori. Quindi c’è Because The Night con Marian Traspassi a Milano.

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