Sanremo 2024, Dargen D'Amico: "Ciao America racconta le inquietudini della nostra epoca"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Il progetto si focalizza sulle tematiche dell'immigrazione e della famiglia. Nella serata dei duetti, l'artista milanese appoggerà due sue canzoni su una composizione di Ennio Morricone. Il 30 settembre settembre da Roma partirà il tour teatrale. L'INTERVISTA

Dargen D’Amico oltre che con l’Onda Alta presidierà il Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) con un’altra iniziativa. Centrale resta il tema del nomadismo che oltre che con l’album Ciao America si svilupperà a Sanremo con l’Edicola Dargen che ospiterà persone che parleranno di quello che lui ha messo in musica. Ogni giorno verrà stampato un magazine in carta riciclata contro il maltrattamento del pianeta perché il prezzo di questa profonda e costante incuria lo paga chi non abita dove viviamo noi.

Jacopo accompagnaci nel mondo di Ciao America.
Ciao America è un titolo cumulativo. Quando ci lavoravo ho notato che c’era la tendenza a riferirmi ai legami famigliari. E’ un capitolo importante della mia gioventù soprattutto quando in vacanza in Sicilia si parlava dei parenti emigrati per i quali uscivano solo parole di massimo rispetto anche se erano chiusi i rapporti. E’ anche una sintesi di quello che faccio io, è una musica che si approfitta di alcuni stilemi americani senza che però prevalgano su quelli italiani. E’ un mix di elementi, è un viaggio riassuntivo di un periodo storico che segna il passaggio dello scettro dall’Occidente all’Oriente.

C’è un senso di intimità nel tuo cantare.
Racconto le cose come se le stessi raccontando a me medesimo, come fossero un romanzo ma so che a Sanremo possono essere letti con significati altri, anche parziali. Dove si Balla fotografava i due anni precedenti della mia vita e ci ho aggiunto elementi che mi hanno colpito. Il 2023 è stato un anno di sensibile crescita per gli irregolari e la mia famiglia ha sempre raccontato l’immigrazione come parte imprescindibile della vita.

Come declini il viaggio?
Ci sono diversi piani di lettura. Non c’è un elemento particolare che abbia innescato il viaggio. Modigliani (brano di Dargen che sarà protagonista nella serata dei duetti, ndr) era un migrante che andava in Francia per lavorare. Il movimento è parte di noi, nessuno geneticamente è nato dove vive. La mia lettura è più umana e i problemi li vedo come una possibilità di crescita e di sviluppo. Ogni occasione e buona per parlare di futuro anche se ne sono preoccupato, soprattutto per i più giovani. Personalmente faccio fatica a non trovarmi sempre in viaggio: se penso al 2023 ci sono concetti cui ora penso in modo più distaccato e dunque ho spostato i pensieri.


C’è una brani, Patto di Fango, dove ti mostri più vulnerabile, dove parli di un irrisolto con tuo padre.
Non scrivo autobiografie, contemplo elementi che sono nella mia vita ma poi mescolo con altri elementi. A volte racconto cose mie in terza persona anzi le cose peggiori le ho dette io ma narrate come fossero di altri. Tutto quello che scrivo è igiene personale.

Nelle musiche di Ciao America spazi in varie influenze musicali, ci sono gli Ottanta, i Novanta ma anche l’hip-hop e il reggaeton. Come ti sei mosso dal punto di vista della produzione?
Essendo un illetterato musicale vivo la musica come sensazioni. Se ho la sensazione che quella notte devo andare in un decennio particolare ci vado senza pormi domande e poi ci scrivo la musica. Sottolineo certe scelte musicali, venendo dall’hip hop tendo poi a incorniciarle. Mi diverto a produrre e meno a scrivere consapevole che la produzione non chiarisce mentre la scrittura porta a meditare.

Eccoci alla cover che porterai a Sanremo: accompagnato dalla BabelNova Orchestra appoggerai su The Crisis di Ennio Morricone due tuoi brani.
Si tratta di Dove si Balla e Modigliani che non è andato al Festival. Non faccio ragionamenti particolari, penso molto prima di scrivere poi vado. I miei testi so appoggeranno sulle composizioni del Maestro.

Infine un ricordo del tuo primo Sanremo.
Il ricordo più forte che ho è il mio esordio si riferisce al fatto che prima della mia esibizione c’erano i classici due minuti di pubblicità. Ci aggiungo che prima di me sono saliti sul palco i Måneskin Ero tranquillizzato per la pubblicità poiché chiunque entra dopo viene osannato; all’improvviso mi dicono che dopo 30 secondi tocca a me, io mi appello alla scaletta che riporta due minuti, mi dicono che è cambiata e mi ritrovo sul palco.

Progetto senza titolo - 2

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