Assurdo, Matteo Romano: ”La versione più sincera di me”

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Matteo  Rossini

Matteo Rossini

Crediti: Michele Perna

L'artista monregalese ci ha raccontato la nascita di Assurdo, i progetti per i prossimi cinque anni e di come abbia deciso di farsi guidare dalle sensazioni: “Ho imparato a lasciarmi andare un po’ e a inseguire il mio istinto”. L’INTERVISTA

Matteo Romano ha appena lanciato il nuovo singolo Assurdo. Dopo essersi fatto conoscere al grande pubblico con Virale, presentato in gara alla 72esima edizione del Festival di Sanremo, e averci fatto ballare con Tulipani blu in duetto con Luigi Strangis, il giovanissimo talento della musica italiana è tornato con una produzione travolgente.

matteo romano su assurdo: “rappresenta la versione più sincera di me"

 

Soltanto ventidue anni, ma tantissimi progetti. Matteo Romano è tra le rivelazioni più magnetiche del panorama. Brano dopo brano l’artista si è costruito un’identità forte, matura e assai riconoscibile. Lo abbiamo intervistato.

 

Partiamo dalla tua ultima uscita Assurdo, com'è nata?

Assurdo è nata da una melodia che mi girava in testa. Sono andato in studio con Federica Abbate e JVLI, ai quali ho parlato di cosa avrei voluto raccontare. Stavo vivendo un periodo un po’ difficile sul fronte delle relazioni, avevo alcuni blocchi, non tanto nei rapporti di amicizia, quanto in quelli di coppia. Capita che io tenda a razionalizzare troppo le emozioni cercando di trovarne le motivazioni.

 

Un brano molto intenso

Per me ogni session di scrittura corrisponde a mille sessioni in più di terapia. Con Federica Abbate abbiamo sistemato un po’ la melodia e JVLI l’ha rivestita di una produzione fresca togliendo in parte il solito peso che tendo a dare alle mie canzoni. Sono molto contento, credo di aver trovato la mia chiave più autentica. Mi rappresenta pienamente.

 

Ti è capitato anche altre volte di avere una melodia in testa?

Mi capita abbastanza spesso, sempre nei momenti meno opportuni. Una volta durante una festa in discoteca corsi in bagno a registrarla con il telefonino per paura di perderla. Anche per Casa Di Specchi.

 

Ci sono artisti che ti ispirano più di altri?

Se penso al panorama internazionale devo dire Lizzy McAlpine, René Rapp e Omar Apollo. Per quanto riguarda l’Italia mi piacciono tanto Levante e Madame.

 

C’è uno dei tuoi brani a cui ti senti più vicino?

Direi Assurdo perché rappresenta la versione più sincera di me. Mi rispecchia completamente, per quanto io mi ritrovi sempre anche negli altri brani. È bello aver potuto raccontare parti di me nel corso degli anni.

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C’è un consiglio che daresti al te degli inizi?

Forse mi consiglierei di darmi del tempo e di prendermela con calma senza vivermi ogni cosa come un mattone enorme che definisce in modo perenne la mia carriera. Sono sempre stato metodico ed è capitato che avessi paura di fare un passo sbagliato. Ho imparato a lasciarmi andare un po’ e a inseguire il mio istinto.

 

Quindi cerchi di viverti le cose in modo più tranquillo

Se sento di voler fare qualcosa, la faccio, senza pensare troppo a cosa potrebbe accadere.

 

E invece guardando al futuro?

Io sono molto ambizioso e mi piace visualizzare. Sicuramente tra cinque anni vorrei aver terminato l’università e pubblicato almeno un album, magari anche due. Un altro sogno è quello di un tour tutto mio con cui girare l’Italia e magari anche fuori. Poi mi piacerebbe anche andare a vivere all’estero per un periodo, ad esempio a Londra. Insomma, tante cose.

 

Ti piacerebbe anche scrivere in inglese?

Perché no, magari per altri. Potrebbe essere bello.

 

Università, musica, progetti, tantissime cose

Tendo a riempirmi completamente, altrimenti ho la sensazione di non far nulla, però a dettare gli impegni è sempre la musica che ha priorità su tutto il resto.

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