Sanremo 2024, Fiorella Mannoia: "Mariposa è un manifesto, è l’orgoglio di essere donne"

Musica
Federica Pirchio

Federica Pirchio

La cantautrice torna sul palco dell’Ariston, un modo per dare inizio ai festeggiamenti per i suoi primi 70 anni

L'intervista

 

La incontriamo in un albergo a Milano, disponibile e affabile, ha una freschezza nello spirito da fare invidia a una teenager, l’aspetto non è certo quello di una signora in là con gli anni, con una certa invidia possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che sembra aver fatto un patto con il diavolo…è in formissima

Fiorella, con quella serenità propria solo dei grandi, si mette a disposizione, pronta a rispondere a tutto e a tutti.

Fiorella partiamo dal suo ritorno sul palco dell’Ariston (GUARDA LO SPECIALE SANREMO).
Sono sempre i brani che ti portano a Sanremo, sono sempre le canzoni, quando pensi di avere una canzone adatta al festival, una canzone in cui credi, è lei che ti porta. È una canzone al femminile, io la vedo come un manifesto, sottolinea l’orgoglio di essere donne, in tutte le nostre sfaccettature, nel bene e nel male, senza vittimismo, raccontandoci per quello che siamo, per quello che siamo state e per quello che saremo. È il momento giusto per me e anche il momento giusto per tornare a Sanremo.

Il brano Mariposa, come è nato, cosa significa?

Mariposa significa farfalla, tutto è partito da una serie tv che si chiama “Il grido delle farfalle”, che racconta la storia delle sorelle Mirabal, sorelle domenicane, attiviste che si battevano contro la dittatura del generale Trujillo. Furono trucidate, questo assassinio, sconvolse talmente tanto l’opinione pubblica, che spinse il dittatore a dimettersi. Il 25 novembre, è il giorno contro la violenza sulle donne, in onore delle sorelle Mirabal. Mentre guardavamo questo film, vedo mio marito Carlo scrivere, buttare frasi, frasi di come siamo. Quando ho letto il testo, ho detto subito che era una bella intuizione. Poi l’abbiamo fatta leggere a Federica Abbate e Cheope per farla musicare. Abbiamo così costruito questa canzone che ha un ritmo gioioso con un contenuto importante. Non si parla delle sorelle Mirabal ma è un riferimento, un omaggio…C’è tutto dentro, come dire siamo tutto questo, si parte dalla strega in cima al rogo per arrivare alla descrizione di tante sfaccettature delle donne, possiamo essere anche terribili, possiamo essere uno specchio rotto, possiamo essere anche sette anni di disgrazia. C’è tutto, c’è il racconto di come siamo nel bene e nel male, raccontando anche nel corso della storia, per quanto si possa fare all’interno di una canzone, quello che è successo.

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Nella canzone parli di libertà…

La libertà è una conquista, nessuno di noi è completamente libero, durante il corso della nostra vita dobbiamo cedere a dei compromessi, l’obiettivo dovrebbe essere la libertà, ma è una conquista giorno per giorno. In tutti i settori, non solo tra uomo e donna. Io lo sono, non è stato sempre facile, ho ceduto poco, ho cercato di mantenere dritta la barra, nelle mie scelte. Ho sbagliato anch’io come tutti, ho pagato e ho continuato. Mi sono rialzata e ho ricominciato. La libertà è una conquista che costa, a volte anche cara

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Il tuo festival di Sanremo?

Sarà un divertimento. Le canzoni che scelgo, le scelgo in base a quello che penso, devi essere te stesso. A Sanremo è pieno di giovani, non mi aspetto nulla, mi aspetto soltanto di poter portare una canzone in cui credo che ha un arrangiamento gioioso, diverso dal mio stile…non ho nessuna paura. Stavolta mi sono sbizzarrita, vestirò molto femminile, la canzone lo richiede, è un inno alla femminilità. Sul palco voglio sfoggiare una certa femminilità, ma non vi aspettate…tutto di fuori…

 

 

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Il suo impegno per le donne.

Sono presidente onorario della nostra fondazione Una Nessuna Centomila, nata dopo il concerto di Campovolo, fondazione che si occupa di raccogliere fondi e noi il 4 e il 5 maggio saremo di nuovo all’Arena di Verona, non è escluso che poi più avanti fare altro…Ci siamo dati appuntamento ogni anno per raccogliere fondi per i centri antiviolenza e vogliamo portare avanti un discorso tra i giovani nelle scuole, quando sarà il momento. Vogliamo cercare di cambiare questa mentalità che ci attanaglia, sia le donne che gli uomini, dobbiamo uscire da questi stereotipi. Ormai abbiamo aperto una porta, oggi c’è più consapevolezza della nostra emancipazione ed è su questo che dobbiamo lavorare ma dobbiamo farlo insieme, uomini e donne insieme. Dobbiamo cercare di aprire un percorso. Siamo tutti vittime degli stereotipi, uomini e donne. Le dinamiche sono sempre le stesse. Le ragazze, le donne, scambiano la gelosia per amore, sentendosi a volte gratificate, non riescono a distinguere quando diventa ossessione, credo che queste siano le dinamiche che nel tempo hanno portato allo stesso epilogo. Bisogna riconoscere in fretta, subito…rispetto alle donne della mia generazione, delle nostre madri, tante cose sono cambiate ma c’è tanto da fare.

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E i testi di alcuni brani trap?

Faccio mio l’appello di Roy Paci, invitando alla responsabilità. Non possiamo impedire perché sarebbe una censura e io sono contraria alla censura, non sarebbe né giusto né educativo. L’invito alla riflessione e alla responsabilità sì. Cercare di fargli capire che come per tutti noi, le azioni hanno delle conseguenze e quindi invitarli alla responsabilità…cercare un dialogo con loro. Ci sono dei testi che fanno rabbrividire.

I social, le polemiche su Elodie e Annalisa e il loro utilizzo del corpo come espressione artistica

C’è stata una specie di regressione, negli anni ’70 eravamo più liberi, le comuni, Woodstock, le ragazze a seno nudo durante i concerti. C’erano sì i soliti bacchettoni ma quel movimento è stato come uno tsunami, adesso siamo tornati indietro. Vorrei ricordare a tutte queste persone che scrivono su internet contro Elodie, ma ci siamo scordati Madonna? Beyoncé? Tutte hanno mostrato, all’improvviso siamo diventati tutti bigotti. Non li capisco ma se diamo retta ai social, non ne usciamo vivi.

Prima queste cose le dicevano al bar, come diceva Umberto Eco, adesso le scrivono su internet. Il popolo è sempre stato questo e adesso c’è questo mezzo, si diverte a insultare la gente come se fosse un nuovo hobby. Non è la rete che ha cambiato il popolo, la rete ha messo in evidenza ciò che siamo, né più né meno. Non ci faccio più caso, prima ci rimanevo male ma adesso non me ne fotte proprio niente!

Non credo che Annalisa e Elodie cantino canzoni che non amano, se le scelgono, quindi ci credono come faccio io.  Sono due bravissime cantanti, cantano davvero, scelgono le canzoni che piacciano a loro ed evidentemente anche agli altri. Io non le sceglierei ma perché non fanno parte della mia formazione, non credo abbiano nulla da mascherare. Se non sapessero cantare o avessero l’auto-tune e allora magari.. ma loro cantano e cantano anche bene. Non credo debbano nascondere qualcosa, si mostrano per come sono e per come sentono di essere

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E i tuoi primi 70 anni, una data importante?

Me la vivo bene, non mi lascia indifferente ma cerco di non pensarci. Festeggeremo, vi faremo sapere anche perché è una data importante. Voglio cercare di fare un concerto con tutti gli amici, lo faremo ma quando, come…è ancora presto per poterlo dire

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