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Max Gazzé in concerto a Reggio Emilia, tra pensieri e riflessioni sul tempo

Musica

Fabrizio Basso

L'artista romano propone, accompagnato da una super band, alcuni brani che mai prima aveva eseguito dal vivo. Sul finale arrivano alcune hit. IL RACCONTO

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Il pensiero torna sul palco. Non solo musica e parole ma anche pensieri e immagini. È quasi un trattato filosofico il nuovo tour di Max Gazzè battezzato Amor Fabulas – Preludio, prodotto e organizzato da OTR Live. Un velo divide il palco dal pubblico ma non è un muro, è uno schermo che racconta la nostra storia, la storia dell'umanità. E le immagini, come L'Onda di Hokusai, escono e invadono la platea e i palchi del suggestivo Teatro Valli di Reggio Emilia. L'incipit è un racconto breve che ci lascia con queste parole: "Quanto resta della notte? Siamo ancora vivi dietro questi schermi? Abbiamo perso il senso del grave o forse abbiamo perso il senso". Il pensiero è accompagnato da un bambino sull'altalena che poi cede il posto a un mare tormentato, come sono le nostre coscienze in questa epoca. Una pausa di riflessione poi si parte con l'Epica della Guerra, Sarà PapàChe c’è di male accompagnato da immagini di orologi, un invito a non sprecare il tempo che poi è il nostro bene più prezioso. Il velo cade, si apre il palco e Max Gazzè è al centro col suo basso rosso. Presenta subito band composta da Cristiano Micalizzi (batteria), Daniele Fiaschi (chitarra), Clemente Ferrari (tastiere), Max Dedo (fiati), Greta Zuccoli (cori e arpa) e Nicola Molino (vibrafono). Dopo arrivano i complimenti alla bellezza del teatro Valli e l'avvertimento che "molte canzoni non sono mai state fatte live prima di questo tour".

La tua realtà parte con immagini di montagne e sembra di tornare al paleozoico quando nulla era definito del globo terracqueo. La band permette cambi di ritmo e variazioni in corsa, c'è il fattore improvvisazione che entusiasma il pubblico. È rock come attitudine la partenza de La mente dell’uomo: si materializza sul palco una versione moderna dell’uomo vitruviano e dopo l'assolo di batteria c'è lo sdoppiamento, ci sono un uomo e una donna che paiono bionici. Niente di nuovo parte elettrica e Max Gazzè sottolinea: "Mai fatta prima di questo tour dal vivo"; è quasi prog in alcuni passaggi. Vento d’estate inizia con una corda che ruota nell'aria ricreando il rumore del vento e poi viene esaltata dall'arpa di Greta Zuccoli. La nostra vita nuova ha un'atmosfera esotica con un sole (o una luna piena?) su un mare nero come il petrolio. Momento estatico per quel capolavoro che è Mentre dormiSiamo come siamo trasmette la percezione di un tempo diverso rispetto alla sua interpretazione: il grande quesito è se "è il tempo che cambia o le cose cambiano nel tempo". Sirio è sparita è un reggae delicato poi c'è una figura monolitica che si fa isola sullo schermo: contestualmente torna il velo e sembra di entrare in un mondo mitologico. Se soltanto trasforma il teatro nella via Lattea e per l'effetto che si crea Max Gazzè sembra dentro una di quelle palle di vetro con dentro la neve. Cara Valentina si presenta con un assolo di basso jazzistico sui cui si appoggia la voce di Greta Zuccoli e all'improvviso il ritmo accelera: si accendono le luci e il pubblico diventa protagonista. La favola di Adamo ed Eva ha una coda strumentale lunga e pazzesca mentre Atmos ballad porta sul velo-schermo, che nel frattempo ha riabbracciato il palco, una coppia di ballerini classici che dona virtuosismi sullo sfondo di una cascata. Il loro fluttuare nell’aria trasmette un profondo senso di libertà. Il finale è affidato ad alcuni dei brani più celebri del repertorio di Max Gazzè: dopo Comunque Vada, che libera la voce sontuosa di Greta Zuccoli, arrivano Ti sembra normale, La vita com'è, Sotto Casa e Una musica può fare. La serata è finita ma ci restano i tanti, bei pensieri che ci portiamo a casa.

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