Slings: "Con Traphouse esaltiamo il nostro percorso per motivare i giovani"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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L’album dei bresciani Prince The Goat e Ibra The Boy ospita le collaborazioni di Guè, Shiva, Niky Savage e Villabanks e Bello Figo. L'INTERVISTA

Traphouse è il nuovo progetto discografico degli Slings pubblicato per Epic Records/Sony Music Italy. L’album vede le collaborazioni di alcuni tra i nomi più apprezzati della scena trap e rap italiana, come Guè, Shiva, Niky Savage e Villabanks, oltre a Bello Figo. Traphouse, infatti, contiene il nuovo singolo ABC feat. Bello Figo, Stylist con Guè e prodotto da Richard Church, My Lova feat. Villabanks e Screenshot, insieme a sei brani inediti, tra cui Freaky, che vede la collaborazione di Shiva & Niky Savage.

Partiamo dalla storia di questo album: come lo avete costruito e la scelta delle collaborazioni.
Ci abbiamo lavorato circa un anno e mezzo, abbiamo fatto tanti pezzi, alcuni sono stati scartati altri stravolti. Volevamo tutte potenziali hit almeno per noi e quindi abbiamo ritardato la consegna. Le nostre collaborazioni non sono scelte a tavolino ma mosse da stima reciproca e da un rapporto: quelle a tavolino sono di plastica. Con Villabanks e Bello Figo siamo amici, con Shiva e Niky Savage ci conosciamo e Gué apprezza la nostra musica.

Life parte con “guarda cosa ho fatto” e “ci ho creduto un botto”: da subito si respira aria di rivincita: è così? Il tema torna anche nelle barre “prima lavavo i piatti ora faccio i concerti”.
Assolutamente sì. Per noi non è stato facile, lavoravamo e tenevamo ogni mese da parte un po’ di soldi per andare in studio, 200 euro a testa al mese. Chi ci conosceva come dipendenti a vederci fare musica storceva il naso, poi col tempo e col lavoro sono arrivati i risultati positivi. Esaltiamo il nostro percorso per motivare anche chi comincia oggi.

In ABC l’alfabeto si ferma alla N: c’è un motivo? E siete sicuri che sia meglio trendsetter che influencer?
La O è nel verso, è un po’ nascosta ma c’è. Il trendsetter mette i trend per primo, l’influencer si trova il lavoro già fatto in un certo senso.

Coraggio è un mix di sentimento puro, quando dite “voglio fare l’amore sono stufo del sesso” e “non voglio esserti distante quando avrai paura” sembra il primo capitolo di una favola: credete alle favole e ne avete una preferita?
L’unica favola che conosciamo è quella di Cappuccetto Rosso. La canzone è un mix dei nostri sentimenti e delle storie precedenti dove non siamo stati molto fortunati. Per noi è una favola perché da piccoli vedevamo il mondo tutto positivo.

Oggi chi ha accesso alla Traphouse? Mi ha ricordato un po’ Animal House e le sue feste senza regole.
Abbiamo scelto questo titolo dopo il periodo difficile del covid. Prima le persone che facevano musiche per i club, poi abbiamo visto che la ascoltavano anche nelle loro case. Dunque l’album è un mix di canzoni da club e da casa. C’è sempre un messaggio e siamo consci che il pubblico può avere età diverse.

“Sul mio B&B ho solo brutti voti”…vi piacerebbe aprire una factory musicale?
Sarebbe bello, in futuro ci piacerebbe farlo. Quando abbiamo iniziato abbiamo avuto fregature sui soldi perché ci vedevano inesperti e magari una sala di registrazione ce la facevano pagare il doppio. Ci piacerebbe aiutare gli emergenti.

Mi raccontate la storia di Stylist e perché qui avete scelto Gué?
Un pezzo con un ritmo particolare, siamo considerati rapper di tik tok e non sappiamo ancora se è negativo o positivo. Per noi lo è ma non per tutta la gente. Il brano ha uno stile nuovo col rap, è molto gangasta. A Gué è piaciuto ha fatto la strofa in due giorni.

In Freaky dite “abbiamo gli haters”: convivete con loro? Vi divertono? C’è qualcuno che fi fa arrabbiare?
La viviamo abbastanza tranquillamente, non siamo quelli che rispondono ai commenti. Se li hai vuol dire che fai qualcosa di buono. Quando non li avevamo non facevamo dischi d’oro, ora ci sono però facciamo i dischi d’oro. Ci indispettiscono quelli carichi di odio.

Chiudete Up con la barra “non potete cambiarci”: vi è capitato di non sentirvi liberi artisticamente?
Un sacco di volte, anche il nostro ex manager che su Onlyfans, che è stato il primo disco d’oro, era scettico. Abbiamo trovato collaboratori che non ci credevano in toto, il nostro genere lo facciamo solo noi in questo modo. Abbiamo faticato a far capire il valore della nostra musica, ma essere in due è già essere in maggioranza poiché il manager è uno.

Alla fine possiamo dire che siete diventati king ed è bello vedere gli altri rosicare?
Questo sì perché vedevamo un sacco di persone, comprese le nostre famiglie, che ci giudicavano e ora ci chiedono i video-saluti e questo ci fa impazzire. Quando fai qualcosa che altri non hanno il coraggio di fare sei esposto alle critiche. Molti ci dicevano in faccia bravi e poi dietro ti contestavano dicendo che uno su mille ce la fa. E invece è andata bene.

Che accadrà nelle prossime settimane?
In studio cerchiamo di andare sempre per non perdere il ritmo. Dopo l’album vogliamo fare tante date, è difficile incastrare tutto, avremo un dicembre bello pieno. La prossima settimana usciamo con una posse track e poi qualcosa d’altro arriverà con l’anno nuovo.

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