Barezzi Festival, arriva a Busseto l'elettronica raffinata di Noe Tommasini

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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L'artista emiliana sarà protagonista, mercoledì 22 novembre alle ore 10, di un set molto particolare e identitario nell'ambito dei Barezzi Lab. Proporrà anche alcune composizioni inedite. L'INTERVISTA

Il Barezzi Festival è in pieno svolgimento. Uno degli appuntamenti più originali e attesi è in programma mercoledì 22 novembre al Teatro Verdi di Busseto e rientra nel progetto Barezzi Lab. Protagonista di questo appuntamento è Noe Tommasini che proporrà un set semi-acustico che prevede anche alcuni brani inediti. Gli altri artisti che si esibiranno sono Lyl e Cous Cous a Colazione.

Noemi sarai protagonista al Barezzi Festival, felice?
Moltissimo. Mi ha contatta Nicolas De Francesco che cura una parte del Barezzi, in particolare i concerti del Teatro Verdi di Busseto. E’ la parte più cantautorale e selezionando i progetti adatti alla filosofia della rassegna ha inserito anche il mio.

Cosa rappresenta per te il Barezzi?
Per me è due cose. Non conoscevo in origine la line-up e quando ho visto il mio nome in un cartellone ricco di artisti che stimo mi sono emozionata. E’ una opportunità importante per fare conoscere la mia musica a tante persone ed è anche un nuovo punto di partenza per i live. Rappresenta una opportunità pure perché è la prima volta che porto la mia musica a teatro.

Che set hai preparato?
Sul palco con me ci saranno Enrico Bartoli al basso, synth e programmazione e Luca Zannoni alle tastiere. Sarà un set semi-acustico caratterizzato da una parte elettronica che contraddistingue la mia produzione; la produzione artistica è di Valerio Carboni oltreché mia. C’è sempre una parte elettronica consistente, sarà un set coerente con la mia linea artistica.

Ci saranno sorprese?
Proporrò anche brani non ancora usciti, tra cui Male male che parla di una relazione e sottolinea l’importanza di essere lucidi e dire la verità con chi si sta insieme. C’è poi un risvolto positivo perché in una parte del testo racconto che ne sono uscita e mi sono accorta che non è così…male male.

Altri concerti?
Il successivo appuntamento è il 25 novembre al teatro Troisi di Nonantola e mi porto la speranza che sia l’inizio di un ciclo di rassegne così intime che mi rappresentano. Il set sarà simile, la rassegna si chiama Cattivi Maestri ed è organizzata da Daniele Paganelli.

So che stai lavorando a un Ep: novità?
Giusto ma non ci sono tempistiche per farlo uscire, mi tengo la pazienza di capire il modo migliore per veicolare le nuove canzoni.

Dove va la tua musica?
Negli ultimi anni la musica elettronica mi ha influenzato molto. Tutto è partito tre anni fa ascoltando Singularity di Jon Hopkins: mi ha colpito, è stata una folgorazione e ti assicuro che non mi è capitato spesso.

Però la tua passione per l’elettronica ha radici più profonde.
L’imprinting con la musica elettronica nasce quando ho iniziato a studiare canto moderno: ho incontrato  Portishead, Massive Attack, Meg e i 99 Posse, per citarne qualcuno. Quella musica la ho sempre ascoltata ma mai approfondita come produzione. Poi tutta quella roba mi è ritornata con l’ascolto di Singularity e mi sono messa ad approfondire. Quando vado in studio, ora che so di produzione, sono più veloce a fare capire che suono voglio e ho una pre-produzione precisa per il mondo che voglio raggiungere. E questo cambia molto la prospettiva.

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