Eva Pevarello presenta l'album "Questa Pelle", un disco tra cambiamenti e rinascita

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Valentina De Santis
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Per la prima volta questa versatile artista racconta le sfaccettature della sua personalità. E sempre per la prima volta è autrice e co-produttrice. L'INTERVISTA

E' il giorno di Questa Pelle (Pulse Srls – distribuzione The Orchard) il nuovo album di Eva Pevarello, cantautrice emozionale che ha partecipato alla decima edizione di X Factor (GUARDA LO SPECIALE) e a Sanremo Giovani nel 2018. I sette brani di Questa pelle raccontano la personalità di Eva in tutte le sue sfaccettature: l’album è il primo del quale Eva è autrice e coproduttrice, insieme al producer romano Simone De Filippis, ed è un’occasione per raccontare le sue origini. Per la prima volta, infatti, la cantautrice omaggia le sue origini gitane, cantando brani in Sinto, la sua lingua natale. I suoi testi, intensi e potenti, si caratterizzano per influenze elettroniche, psichedeliche e black, segnando un nuovo inizio nel suo percorso artistico.

Eva perché questo è il momento giusto per mostrare Questa pelle?
E’ nato tutto spontaneo, le cose hanno avuto il loro corso. Il covid mi ha aiutato nell’introspezione ed è nato questa disco.
Perché hai scelto una cover molto sensuale ma senza mostrare il volto essendo un album che ti rappresenta al cento per cento?
Non ci ho messo la faccia perché volevo mostrare qualcosa di più intimo. Per altro ho voluto oscurare alcuni particolari se no sui social mi bloccavano.
In Da Soli Qui chiedi “cosa conosci davvero di me?”: credi che oggi la superficialità sia dominante? Anche in Digiuno parli di conoscenza: “hai ragione quando dici che non mi riconosci”. E’ un tema centrale della tua poetica?
In questi ultimi anni ci sono state diverse chiusure nella mia vita. Sia a livello personale che lavorativo. Il tema del disco è la separazione, i cambiamenti e la rinascita. Spesso ognuno di noi pensa di sapere chi è mentre non è così. Io ho portato un maggiore approfondimento nell’amicizia e non solo nelle relazioni amorose.
In Digiuno parli anche della pessima abitudine di giudicare: oggi ti senti più forte e strutturata per andare oltre il giudizio e oltre gli hater?
Mi sento forte, ai giudizi siamo sottoposti quotidianamente a causa di questi social maledetti. Più in generale ti dico che è giusto che ci siano, sono pronta e non mi tiro indietro. Mi è capitato spesso di essere giudicata in maniera non costruttiva. In passato mi dicevano questo non va bene senza alcuna motivazione e quell’atteggiamento giudicante mi ha bloccato e fatto del male. Oggi non è più così.
“Lascio questa pelle per andarmene lontano”: è una partenza che è una sconfitta oppure è la partenza liberatoria per una nuova avventura?
La seconda. Senza ombra di dubbio.
Quale è l’ultimo profumo che ti è rimasto nelle narici e ti ha sedotto?
Appena penso al profumo mi viene in mente mia nonna. Ne parlo come romanticismo e non come seduzione, è amore e ricordi.
L’assurdo orgoglio di Solo Tu e la versione 2.0 di quello che ne ha ucciso più lui che il petrolio di Vasco Rossi?
Non saprei…è il brano più vecchio del disco, lo ho scritto poco dopo l’uscita da X Factor. La ho sempre proposta live e ora è entrata nel disco.
Tine mal è in sinto: mi spieghi il significato della canzone?
E’ dedicata agli amici, parla di amicizia ed è una esortazione a dare peso ai valori, alle cose importanti. Una volta quando si era più poveri si dava più importanza ai rapporti umani, ora la vita frenetica e le distrazioni vanno a discapito dei rapporti umani. E’ un inno all’amicizia scritto da mio padre, la ha sempre cantata lui e io ora ho deciso di farlo entrare nel disco. Nasce da un servizio fotografico sul gender fluid, mi hanno chiesto di musicare il backstage del servizio e la ho trovata perfetta per quel contesto.
Essere parte della soundtrack di Imperfetti Criminali ti ha avvicinato al cinema: ti piace questa collaborazione per immagini?
Ho cantato una cover ma è stata una esperienza stupenda, mi piacerebbe in futuro lavorare per dare voce e musica alle immagini.
Tutto l’album trasmette una percezione di assenza, come se ci fosse un fantasma come protagonista e non un qualcosa di corporeo, di palpabile: è così? Se penso, ad esempio, a U Carea mi immagino un viaggio solitario che non prevede un ritorno.
So dove sto andando e ti assicuro che non tornerò indietro. Ma dove arriverò in un prossimo fututo non è detto che sia il mio posto definitivo. Bisogna evolversi ed essere aperti al cambiamento. Comunque sì, c’è un senso di solitudine.
Che ricordi hai del tuo X Factor e che consigli dai a chi ci prova in questa edizione?
Ho ricordi molto belli, è stata una esperienza fortissima, super impegnativa ma determinante per la mia carriera. Mi ha messo alla prova come mai prima e mi ha fatto capire che potevo farcela. Porto con me un sentimento positivo. Io mi sono presentata un po’ acerba, avevo scritto solo una canzone per questo consiglio di avere già un progetto alle spalle e le idee chiare.
Possiamo dire, alla fine, che non sono i sogni a dirti chi sei e che ti sei lavata da dosso un bel po’ di polvere? Penso anche al verso “qualunque cosa succederà Lo giuro sarò lì ad aspettarla Lo giuro sarà lì ad abbracciarla” di Per Essere Migliore, che riascoltata oggi sembra il prologo a Questa pelle.
Mi hai fatto venire la pelle d’oca con questo accostamento. Anche in U Carea non ho bisogno che un sogno mi dica chi sono, sono me stessa in tutte le sfaccettature, le esperienze, i gusti e gli ascolti. Oggi mi sento più leggera, ho fatto tanti sacrifici ma album è arrivato!
Cosa accadrà nelle prossime settimane?
Stiamo ragionando sui live, voglio suonare perché solo dal palco ti fai conoscere. E’ il bello di questo lavoro, la condivisione di quello che è nato in cameretta. Vorrei partire il prima possibile. E poi vorrei provare ad andare al Festival di Sanremo, ho una canzone che è pazzesca e potrebbe andare bene.

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