Drigo dei Negrita: “Finalmente si torna elettrici, noi siamo questo”
Musica Credit Michele PiazzaLa band aretina torna alle origini in un tour costellato di date raddoppiate e sold out. L'INTERVISTA
Dopo un tour acustico nei teatri durato tre anni e culminato nel grande evento MTV Unplugged Negrita, la band aretina è tornata live in elettrico nei club, per un lungo tour in cui riproporranno i brani cult del proprio repertorio. I Negrita sono Paolo "Pau" Bruni, Enrico "Drigo" Salvi, Cesare "Mac" Petricich. Con loro sul palco Giacomo Rossetti (basso, cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (tastiera), Cristiano Dalla Pellegrina (batteria). E poi c'è la loro ombra, il grande Gino Vertaglio.
Drigo si riparte in tour e stavolta in versione rock.
Sono contento di come vanno le cose. Siamo reduci da un lungo tour acustico e finalmente si torna elettrici. Non è una idea nuova, noi siamo questo. Finito il lockdown ci erano rimaste sei date da fare e l’agenzia ci ha detto che sarebbe stato più funzionale un tour intero. Dopo un tour acustico durato quasi quasi tre anni ci eravamo dimenticati della nostra dimensione.
Come sono andate le prove?
Sono partite con l’intenzione di fare meno riferimento alle basi e lavorare su un concerto più rock’n’roll, più suonato.
Missione compiuta?
Ci mancava da tempo questo clima, è un riscoprire le nostre radici e fa bene alle dinamiche nostre umane che nel tempo si sono un po’ smagliate. Adesso è tornata l’armonia.
La scaletta?
E’ un aspetto bello su cui lavorare, la rosa dei pezzi è più ampia di quanti ne contiene un concerto. Ci riserviamo la possibilità di soprese anche perché ci sono dei raddoppi e chi viene a vederli entrambi avrà l’opportunità di ascoltare pezzi differenti.
Il raddoppio di alcune date è una bella soddisfazione, non è scontato.
E’ un segnale bello, le cose cambiano continuamente e tutto sommato mi viene da pensare che nonostante non siamo attivi dal Festival di Sanremo del 2019 c’è attesa per il nostro tour e questa è la risposta più bella. Siamo sicuri che partendo il tour e circolando i video sui social si capirà meglio di che tipo di show si tratterà.
Il vostro pubblico abbraccia tre generazioni e sotto il palco si vedono molti giovani.
Tempo fa ho letto un articolo in cui si diceva che i concerti che funzionano meglio riguardano artisti nati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila. I soldi girano intorno alle grandi canzoni di quei periodi. Mi viene da pensare che la musica che è un’arte per poter manifestare il vero ha bisogno di attraversare i tempi. Questa situazione si nota da più di un decennio. Al momento non vedo una proiezione verso l’eternità di certa musica contemporanea. Poi le eccezioni ci sono, sia chiaro.
Non avete voglia di pubblicare un disco? L’ultimo è del 2018, Desert Yacht Club.
Avevamo la necessità del tour per riprendere il viaggio insieme, nel tempo tante cose succedono. Per certi versi è stato positivo il lockdown perché ognuno è stato di più con se stesso. Abbiamo riflettuto sull’importanza della band e compreso le nostre dinamiche ritrovandoci; ora aspettiamo il confronto col pubblico. La musica è sempre la colonna sonora di dinamiche interpersonali quando i musicisti sono in una stanza e lavorano insieme.
Dunque nessun album all’orizzonte?
Se lavori per proiettare il tuo lavoro non fino alla prossima stagione ma oltre allora cerchi di fare canzoni seguendo la filosofia dei maestri: le canzoni non si fanno solo per business, per molti sono una missione con messaggi importanti e profondi. La musica è bella sempre e il vibrare degli strumenti è un rapporto ancestrale fin da quando gli antichi suonavano con i rami di legno. Erano vibrazioni primordiali. Infatti il rock incuriosisce i giovanissimi perché tocca corde profonde. Io ho due figli di 18 e 22 anni che si stanno avvicinando alla musica destinata a restare nel tempo: è così che si entra nella passione.
La tua attività di pittore?
Ho dovuto fermare alcuni progetti. Mi piace quanto la musica dipingere, cambiano gli strumenti ma non i contenuti da comunicare e la passione che ci metto. Ma prima di tutto c’è la musica.
Prima hai citato i tuoi figli: sono attirati dalla musica?
Bianca ama cantare mentre Cesare suona chitarra. Io dico che con la musica si studia se stessi e si cresce in modo sano.
approfondimento
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IL TOUR
07.10 Modugno (Ba), Demodè
13.10 Nonantola (Mo), Vox – SOLD OUT
14.10 Nonantola (Mo), Vox – SOLD OUT
18.10 Ciampino (Ro), Orion – SOLD OUT
20.10 Firenze, Tuscany Hall
21.10 Senigallia (An), Mamamia
24.10 Milano, Alcatraz – SOLD OUT
25.10 Milano, Alcatraz
27.10 Venaria Reale (To), Teatro Della Concordia
28.10 Fontaneto D’Agogna (No), Phenomenon
30.10 Ferrara, Teatro Comunale – SOLD OUT
31.10 Mantova, Palaunical
02.11 Trento, Sanbapolis
03.11 Padova, Hall – SOLD OUT
10.11 Cesena, Vidia
11.11 Cesena, Vidia