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Max Pezzali in concerto al Circo Massimo, una notte da sogno per tre generazioni

Musica

Fabrizio Basso

Una festa per 56mila persone. Sul palco ha voluto alcuni amici per condividere con lui la serata. Indimenticabili i momenti con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e con Lazza, col quale ha fatto "Gli anni". Dopo Circo Max che accadrà? "Alla mia età vivo alla giornata". LA RECENSIONE

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L’uomo ragno lo uccide subito. Fin dalla prima canzone. Max Pezzali accende il Circo Max con il brano iconico della sua storia. È una festa per oltre 56mila persone quella che è andata in scena ieri sera in uno dei luoghi magici dell’Urbe. È stata la chiusura di un anno pazzesco che ha totalizzato, come ha sottolineato Clemente Zard che con la sua Vivo Concerti ha contribuito a scrivere questa favola, “oltre 520 biglietti venduti per un totale di circa 550mila complessivi. Ci aggiungo che la squadra che lavora a questo progetto è cresciuto con le canzoni di Max e siamo tutti suoi fan”. Sulla scia di questo entusiasmo arrivano le parole di Max Brigante, che cura il management dell’artista pavese: “E’ stato un viaggio pazzesco. Il palco curato del Circo Max è stato curato da Sergio Pappalettera. È stato un anno estremamente fortunato per Max, un artista più vicino a successi nordici che stavolta ha collezionato sold out anche al Sud. Non è scontato fare sold out ovunque, a partire dai palazzetti. Al Circo Massimo abbiamo visto un concerto stupendo, celebrativo non si poteva aggiungere altro”.

Max Pezzali e Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari

Ed eccolo Max Pezzali, che ci ha parlato un paio d’ore prima di diventare un gladiatore: “Un artista, alla vigilia di momenti così importanti, cerca di precorrere la serata: mi sono più volte domandato chissà che succederà quando salirò sul palco, ci ho pensato da due notti da quando ho visto per la prima volta il palco. Per quanto immagini le emozioni, non saranno le stesse vissute dal palco. Alla mia età non è pensabile quanto sta accadendo, faccio questo lavoro praticamente da trent’anni. Fossi logico non sarei salito sul palco. Abbiamo costruito una rappresentazione tridimensionale di tutto l’universo Pop che ho raccontato nelle mie canzoni. Gli amici che ho invitato sul palco sono una selezione dei tanti che ho, è bello dividere momenti con chi hai condiviso una parte del tuo passato. È anche una occasione per chiudere dei cerchi: Lazza lo conosco da bambino (infatti durante il loro momento è apparsa sul videowall una foto d’epoca, ndr) e oggi avere l’opportunità di stare sul palco assieme, dopo le foto insieme dell’Idroscalo di Milano tra la fine degli Novanta e l’inizio dei Duemila, è un cerchio che si completa: era sotto il palco e ora è con me a cantare. Colapesce è responsabile dello sdoganamento degli 883 e di quello che è accaduto in quegli anni. Riccardo Zanotti è un amico da prima che i Pinguini Tattici Nucleari diventassero nazional popolari, ci siamo conosciuti mangiando una pizza a casa mia quando erano ancora una band Prog. Al Circo Massimo ho tirato le fila di percorsi condivisi, mi spiace solo che non ci sia stato Lorenzo perché io ho iniziato da fan suo. Sul futuro non so dirti molto: ho superato un limite di età e la carriera si vive alla giornata. Sono qui per la follia creativa di Clemente Zard nata prima del Covid. A parte i chili non ho nulla in più rispetto a quelli della mia generazione, si è creata una tempesta perfetta, le canzoni di quel periodo sono state un momento collettivo: ho raccontato un tempo e ogni volta che ci pensi cadi in quelle canzoni, canzoni forse più ingenue di altre ma anche a chi è arrivato dopo sono piaciute”.

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La macchina del tempo, che marcia in doppia direzione ovvero verso il passato e verso il futuro, ha acceso il motore alle 21 in punto e ha subito ucciso l’Uomo Ragno perché la storia doveva essere una ragnatela pronta a imbrigliare le emozioni di 56mila persone che non sono andate a un concerto bensì a una festa che ha raccolto almeno tre generazioni. Il pubblico è esploso all’unisono consapevole di essere protagonista di un momento unico, epico ed epocale. E siccome l’incipit è stato da batticuore, il primo ospite non poteva che essere Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Dopo “Rotta per Casa di Dio” è arrivata una travolgente versione di “Giovani Wannabe”. E’ stato, insieme a “Gli Anni” condivisa con Lazza, il momento più alto della serata a livello di collaborazioni: nella prima Max ha fatto l’ospite, nella seconda Lazza è stato l’ospite. Confesso che ho tremato all’idea che l’iconica “Gli Anni” uscisse la sua liturgia ma la coppia ha funzionato, ne è uscita una versione da brividi…tanto siamo qui noi! Impressionante la distesa di folla e stupefacente il numero di adolescenti che conosceva a memoria tutto il repertorio pezzaliano, un repertorio che accomuna ormai tre generazioni. Perché brani come “La regola dell’amico” (fatta con Dargen D’Amico…e non poteva essere diversamente visto il ripetersi dell’idea di amico), “Sempre noi” (condivisa con gli Articolo 31), “Bella vera” (con Colapesce Dimartino), “La Dura legge del Gol” (con Gazzelle) e “Nord Sud Ovest Est” (con le evergreen Paola & Chiara) volano oltre il tempo e lo spazio. Max Pezzali su quel palco sterminato era il bambino nel negozio di giocattoli il giorno del suo compleanno. Ha chiuso la festa “Con un Deca”. Oggi è un altro giorno e la vita regalerà altre sorprese ma quel che è certo che dopo Circo Max potremo guardarci allo specchio e dire alla nostra immagine riflessa…” nessun rimpianto”.

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