Sziget, Mezzosangue travolge il pubblico. Esibizione coraggiosa ed esplosiva

Musica
Matteo  Rossini

Matteo Rossini

©IPA/Fotogramma

Esibirsi con brani in italiano davanti a un pubblico straniero in una nazione estera non è affatto facile e la situazione si complica se i testi sono il mezzo principale attraverso cui poter comunicare con i presenti, nonostante ciò Mezzosangue ha affrontato la sfida segnando un nuovo traguardo di una carriera in costante ascesa. Abbiamo intervistato il rapper prima dell’esibizione sul palco dello Sziget Festival

Mezzosangue è stato protagonista di un concerto coraggioso in cui il pubblico proveniente da ogni parte del mondo non ha potuto far altro che lasciarsi travolgere  dalla sua energia. Pochi minuti prima dell’inizio dello show, abbiamo intervistato il rapper che ci ha parlato del rapporto con la maschera e dei progetti futuri.

 

Mezzosangue ha calcato il palco dell’ibis X ALL Europe dello Sziget Festival. L'artista ha scelto alcune delle sue canzoni storiche e altre facenti parte dell’ultimo album Sete, acclamato dalla critica e uscito a distanza di quattro anni dal precedente disco.

mezzosangue: “Il rapporto con la maschera è una lotta continua”

 

Sete ha riportato Mezzosangue sulla scena discografica nazionale convincendo i fan storici e guadagnandone di nuovi. Lunedì 14 agosto l’artista ha portato la sua musica fuori dai confini italici, per la precisione sull’isola di Óbuda che ogni anno ospita il celebre evento che per sei giorni richiama centinaia di migliaia di persone da ogni angolo del mondo.

 

Esibirsi in lingua italiana in una nazione estera non è affatto facile, soprattutto per chi fa dei testi il suo punto di forza, nonostante ciò Mezzosangue è riuscito a coinvolgere il pubblico dimostrando un’empatia tale da superare le barriere linguistiche. Il cantante ha ripercorso la discografia con un viaggio caratterizzato da diverse sonorità.

 

Pronto? Come stai? 

Sto bene, sono curioso, voglio vedere la reazione del pubblico.

 

Come hai preparato la scaletta?

L’ho divisa in due parti: la prima ripercorre  i lavori precedenti presentando sonorità molto più rock, la seconda è incentrata sull’ultimo lavoro con suoni maggiormente elettronici.

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Cosa vorresti che le persone si portassero a casa dal tuo concerto?

Questo è un punto molto difficile perché ciò che riesco a trasmettere nei miei concerti dipende molto dalle parole, ma qui siamo all’estero.

Spero che alle persone venga voglia di intervenire per cambiare le cose nelle liquidità di quest’epoca. Non è facile, ma per me la cosa fondamentale è che arrivi energia.

 

La maschera è una scelta personale che racchiude la voglia di continuare a vivere tranquillamente. A distanza di anni da quando hai preso questa decisione, sei sempre della stessa opinione?

Il rapporto con la maschera è una lotta continua che sicuramente presenta delle contrapposizioni. Questa scelta mi aiuta molto nel restare con i piedi per terra. Vado in giro e nessuno mi riconosce riuscendo a parlare senza quel filtro che potrebbe crearsi.

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Dopo quattro anni, nel dicembre del 2022, hai pubblicato l’album Sete, per il prossimo attenderemo lo stesso tempo?

Spero di no perché questi sono stati anni molto pieni. Ogni disco ha un suo tempo di nascita, in quest’ultimo periodo ho messo da parte abbastanza cose che desidero portare al pubblico.

 

Un periodo intenso quindi

In questi anni ho collezionato un bagaglio tale da potermi porre in una condizione in grado di farmi affrontare alcuni argomenti. Ora voglio entrare in studio per registrare il nuovo materiale, l’attesa sarà più breve.

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