Addio a Sixto Rodriguez, il cantautore folk simbolo della lotta contro l'Apartheid

Musica
OTTAWA, ON - SEPTEMBER 17:  Rodriguez performs on day 5 of the CityFolk Festival at The Great Lawn at Lansdowne Park on September 17, 2017 in Ottawa, Canada.  (Photo by Mark Horton/WireImage)

Si è spento a 81 anni l'artista americano, che grazie al successo delle sue canzoni in Sudadrica era diventato un simbolo del movimento contro il regime segregazionista. La sua vicenda è stata raccontata nel documentario Searching for Sugar Man, premiato con l'Oscar nel 2013

Nato il 10 luglio 1942 a Detroit, nel Michigan, Sixto Díaz Rodríguez, chiamato Sixto perché sesto figlio, sì è spento all'età di 81 anni. A dare la notizia della sua scomparsa è stato inizialmente il sito Sugarman. Nato da padre messicano emigrato negli Stati Uniti a 20 anni e madre statunitense di origini europee e native, durante la sua carriera musicale iniziata alla fine degli anni '60 ha inciso quattro album e diversi singoli.

Diventato famoso clandestinamente

Ma il cantautore deve la sua fama soprattutto al successo ottenuto dalle sue canzoni in Sudafrica. Negli States infatti la sua musica non ha mai sfondato. Viceversa, grazie ai suoi testi contro l'establishment, l'oppressione e il pregiudizio sociale, i suoi lavori sono diventati un simbolo della lotta contro l'apartheid. Un trionfo generato grazie al passaparola e alle copie su musicassetta del Cold Fact (uscito nel 1971), visto che le sue opere venivano censurate dai segregazionisti guidati da Pieter Willem Botha. La sua musica viene paragonata a quella di Bob Dylan e ispira numerosi artisti sudafricani bianchi, ma nessuno sa nulla di lui e si diffondono persino voci che sia deceduto per overdose, che si sia suicidato dandosi fuoco sul palco dopo essersi cosparso di benzina, che sia ricoverato in un manicomio o che stia scontando un ergastolo per aver ucciso un'amante. 

 

La scoperta del successo

Di contro, Rodriguez ha scoperto di essere popolare in Sudafrica soltanto nel 1997, quando un suo fan e un giornalista musicale hanno realizzato un sito web (The Great Hunt Rodriguez) proprio per cercare sue notizie. Ed è nel sito che, nel 1998, s'imbatté una delle sue figlie, la quale subito via e-mail spiegò che il padre era vivo e ne comunicò il numero di telefono. Rodriguez venne subito contattato e lo stesso anno effettuò un tour di sei concerti in Sudafrica (un esperienza raccontata nel  documentario Dead Men Don't Tour: Rodríguez in South Africa 1998, mandato in onda dalla SABC).

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Sixto Rodriguez in una scena del film Searching for Sugar Man (2012).

Il documentario  Searching for Sugar Man

La  storia di Sixto Rodriguez  è stata raccontata nel documentario del 2012, Searching for Sugar Man presentato al Sundance Film Festival e l'anno successivo al Biografilm Festival di Bologna. Il filmato ha vinto l'Oscar nel 2013 come miglior documentario. Il docufilm racconta come Sixto abbia lavorato come operaio gran parte della sua esistenza a Detroit, oltre a tentare anche la carriera politica attraverso candidature al consiglio comunale, a sindaco di Detroit e a rappresentante dello Stato del Michigan. "Mi descrivo come un 'politico musicale' e mi sento urbano più che rurale", aveva spiegato in un'intervista.

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