Dente in concerto, il suo Hotel Souvenir ospita le stanze dell'anima

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'artista di Fidenza ha conquistato Reggio Emilia con uno spettacolo di rara fascinazione e con canzoni che raccontano la vita. IL COMMENTO

L'allegria della tristezza, quell'atmosfera un po' sudamericana che nella Pianura Padana diventa "Un fiore sulla Luna". E a farlo sbocciare è Dente che porta in tour la sua storia, che poi è quella di tanta parte dell'umanità. Giuseppe Peveri fa viaggiare il suo ultimo album "Hotel Souvenir" ma anche tante tappe di un percorso iniziato nel 2006 con "Anice in Bocca" e che oggi conta otto album in studio e canzoni che sono ritratti di una generazione.

Dente
Dente

Partendo dall'idea che "Hotel Souvenir" è un luogo immaginario dove si occhieggia al passato ma si vedono anche spiragli di futuro, Dente prende per mano lo spettatore e lo accompagna nelle stanze del sul hotel, popolato di persone, sogni, suggestioni, fallimenti, gioie, saggezza e nebbie interiori. Un po' come quelle che proteggono la sua Pianura Padana. Sul palco, al suo fianco, ci sono Federico Laini (basso), Simone Chiarolini (chitarra e piano) e Beppe Gagliardi (batteria). Il concerto, che si è svolto nel suggestivo Chiostro di San Francesco a Reggio Emilia, si apre con "Dieci anni fa", brano che fa parte proprio del suo lavoro più recente, un brano che per la sua essenza nostalgica, ricorda "Incontro", brano dolce e triste di Francesco Guccini. Le luci sono lampi colorati nella notte e poi c'è quel cubo luminescente sullo sfondo che sembra il luogo dove tutti vorremme essere, in cerca di protezione e poesia. Per altro la poesia è una delle caratteristiche del percorso artistico di Giuseppe Peveri e canzoni quali "Un fiore sulla luna", "Questa libertà" e "Allegria del tempo che passa" ne sono un potente testimonianza. Con mestiere e ironia supera l'imprevisto di "Fuori di me" del quale uno iato di memoria gli fa sparire il testo ma poi lo recupera nel finale. Il pubblico, numeroso e preparato, applaude e canta, balla e si stupisce. "Discoteca solitudine" con suo ritmo in levare alza il livello dell'euforia e diventa una carezza collettiva. Come oggi pochi fanno, alla fine del concerto, Dente si è recato al banco del merchandasing per incontrare il suo pubblico: ha fatto foto, firmato autografi e chiacchierata. Questa è la testimonianza del suo grande cuore. E mi piace pensare che tutti siano tornati a casa cullati da un verso di "Vieni a Vivere" che dice "così gli canto una canzone, di quelle belle che li fanno addormentare".

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