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Bianca Atzei: "Nella vita sono attenta, osservo e ascolto. E vivo per mio figlio Noa"

Musica

Fabrizio Basso

L'album “Il Mio Canto Libero” è una raccolta di otto cover in versione “ninna nanna” che l'artista, in questo periodo in tour, dedica al figlio appena nato Noa Alexander; è prodotto da Diego Calvetti. L'INTERVISTA

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Il “canto libero” di Bianca Atzei nasce dal desiderio di raccogliere in un disco alcuni dei brani più celebri della storia della musica italiana, a cui lei è fortemente affezionata, e che nei mesi precedenti la nascita del piccolo Noa ha cantato per creare, attraverso la musica, un profondo legame con suo figlio, e per infondere a lui e se stessa pace e tranquillità.

Bianca partiamo dalla storia de “Il Mio Canto Libero” dove, secondo me, non solo utilizzi la tua voce in tutte le sue sfumature ma sei riuscita a non fare un album di cover bensì hai reinterpretato i brani dandogli la tua anima.
Voglio che Noa Alexander un giorno possa conoscerle, oggi si va troppo facilmente a perdere certi classici di scuola cantautorale. Vorrei trasferirgli questo. Poi è una dedica anche delle mamme e dei papà per i propri figlio della generazione di Noa. Sono poesie, soprattutto “La Cura”. Riguardo la voce la gente è abituata a un mio timbro un po’ graffiato ma qui essendo ninna nanne non sempre uso il mio stile. Sono ricorsa a falsetti e a vocalità più soffiate per attenermi all’arrangiamento.
So che sono tutte canzoni che ti hanno accompagnata durante la gravidanza. Ma credo anche che di canzoni a farti compagnia ce ne fossero molte di più: perché hai selezionato queste?
Ho fatto una selezione insieme al mio produttore Diego Calvetti. C’erano anche “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, frase per altro che mi sono tatuata, e “Oggi sono io” di Alex Britti…ma ho dovuto fare delle rinunce.
Proviamo a entrare nell’anima dei brani. “A Mano a mano” è un brano di speranza con quel fiore che cresce nel nostro giardino che neanche l’inverno potrà gelare: è così che immagini il futuro? Un fiore che resiste a tutto? Magari le rose selvatiche di Lucio Battisti o il granturco maturo nei campi di Francesco De Gregori?
A casa l’ambiente è un po’ buio dunque non ci sono fiori ma li amo follemente e i tulipani sono i miei preferiti. Per i giovani spero che riescano ad affrontare la vita rialzandosi sempre, tirandosi su perché il fiore che cade si rigenera, il suo è un costante rialzarsi ed è l’insegnamento che vorrei trasmettere.
Sei tu la dolce compagna che non sa domandare de “Il Mio Canto Libero”? Il sentimento che vola sulle accuse della gente rappresenta alcuni momenti della tua vita, quando sei stata giudicata senza motivo e da chi non ne aveva alcun diritto. Oggi ti senti più forte?
Tornassi indietro parlerei, darei voce agli stati d’animo e non bloccherei i sentimenti. Purtroppo io ero bloccata e non ho mai risposto. Nella vita sono attenta, osservo e ascolto. Domande ne faccio ma amo soprattutto osservare.
Quando è l’ultima volta che hai sentito, nell’anima, il suono di una armonica e dove ti ha portata?
Al settimo mese di gravidanza nella mia camera da letto. Ho sentito un suono dolcissimo che mi ha fatto nascere il desiderio di creare l’album. E’ stato, è un legame solo mio e di mio figlio.
“Buonanotte Fiorellino” è forse il brano più ninna nanna: ti chiedo quale era la tua ninna nanna preferita e se a tuo figlio hai regalato “ali più grandi di te”.
Cerco di dargliele, mi sento immensa con lui vicino. Le mie ninna nanna erano particolari: tutti gli album di Elvis, e i relativi film, poi Vasco e Renato Zero. Di Renato ho visto una infinità di concerti.
Buttare un enorme cuore tra le stelle è coraggio, follia, masochismo affettivo o cosa?
No masochismo. E’ più romanticismo.
Nella stagione dei social e di Tinder quale è il segreto per “senza dire parole nel mio cuore ti porterò”?
Buttare il cellulare, anche se non è facile. Prima di Noa esisteva solo quello, ora me ne frego, è tutto in secondo piano, anche io arrivo dopo, vince quello che mi fa stare bene con lui e che fa stare bene lui.
“Solo per te” è amore e melanconia? Come dice il testo “è qualcosa che somiglia a te”?
Mi ci riconosco, ogni giorno mi sveglio melanconica e mi piace. Nella gravidanza le situazioni si esasperavano e poi si compensavano con lo stato d’animo forte della gravidanza. Infatti l’arrangiamento è più cupo.
“Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono”: quale è la prima che insegnerai a tuo figlio?
A conoscere il bene e il male, sicuramente. Proverò a insegnargli cosa può spaventarlo e cosa no, di cosa avere paura e di cosa no. Altre regole non ne conosco.
Hai da parte musica nuova?
Ho scritto delle cose che non ho ancora riletto. Durante la gravidanza registravo melodie o le sognavo e mi svegliavo per appuntarmele. Avrei almeno metà album pronto.
Cosa accadrà nelle prossime settimane?
Il tour è partito con le prime date. Attendo con gioia quella alla Balera dell’Ortica a Milano il prossimo 16 settembre. Il calendario, in aggiornamento, lo trovate sui miei social.
Noa viene con te?
E’ troppo piccolo! Il pupo resta casa con la nonna e col papà quando non è in giro per lavoro.

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