Vegas Jones: "Anche se ho fatto grandi cose in questo momento mi sento un emergente"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Jones è  il nuovo mixtape del rapper da 700 milioni di streaming, è un ritorno importante per uno degli artisti della nuova generazione hip hop che meglio coniuga la tecnica tipica del rap a uno storytelling unico e riconoscibile. L'INTERVISTA

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Un  titolo, Jones, che è molto di più di un biglietto da visita perché vuole comunicare all’ascoltatore chi è Vegas Jones, all'anagrafe Matteo Privitera, in questa stagione della sua vita raccontando la sua evoluzione artistica e personale. Il nuovo progetto discografico si caratterizza con sonorità hip-hop e un mood solare, positivo, motivazionale e riflessivo, regalando molteplici sfaccettature sia tecniche che emozionali. Sviluppato tra il 2022 e l’inizio del 2023, l’album è composto da 13 nuove tracce e vanta speciali produzioni curate da alcuni dei più importanti nomi della scena. Lo stesso Vegas Jones, per la prima volta, si cimenta in una traccia in veste di producer. Jones giunge dopo l’album La bella musica, che ha ottenuto il Disco d’Oro, e la pubblicazione dell’EP Giro veloce, contenente sette brani realizzati con sei grandi ospiti del panorama hip hop italiano.

Matteo partiamo dalla storia dell’album: quando e come è nato e poi la sensazione è che questa volta è un album dove racconti molto di te stesso mentre nei lavori precedenti lo sguardo è più verso l’esterno.
Una visione giusta. Ho cercato di semplificare i concetti per fare arrivare in modo più diretto, riducendo la parte tecnica per esprimere meglio i miei pensieri. Negli altri lavori c’era meno esperienza e consapevolezza qui mi sono espresso meglio e poi ho avuto più tempo. Al di là di ciò ti dico che a distanza di anni resto soddisfatto dei miei lavori.
E a proposito di questa maturazione cosa è rimasto di quel ragazzo che trasformava “sfighe in hit” e che pur essendo più grande ha “più sbatte”? Anche in Cry me a river sei perso nei guai, la sensazione è che ci sia ancora un’ora su di te, quella di chi ha visto la fame prima degli infami e la fama.
Tutte le barre che hai citato fanno parte di una crescita personale e di vita. Ho più sbatte perché sono grande e dunque ho più responsabilità. Te ne fai poco della Lambo se hai persone sbagliate intorno. Ho messo avanti tutto quello che mi fa essere sereno. Più passa il tempo e si costruisce e più è difficile gestire le cose; ogni possibilità porta problemi, il problema lo risolvi e porta altre opportunità e poi si ricomincia. Se mi guardo indietro vedo che ho fatto cose grandi ma ho ancora molto da costruire.
"Certi sogni se dormi non li fai"… eppure la notte dovrebbe essere per i sognatori: per te dormire è invece un confronto con la metà oscura, con i fantasmi interiori dunque meglio stare svegli? In Solo nel blocco per altro parli di “puro terrore fantasmi dietro le porte, nemici nei miei dintorni” anche se fai riferimento a una persona che ti è rimasta accanto.
Il senso di partenza è un gioco di parole: se non sei attivo nella vita certi sogni non li vivrai mai. Nelle mie notti, da quando ho smesso di fumare, ho ripreso a sognare. Di notte mi illumino, mi sveglio e scrivo altrimenti al mattino non ricordo!
"Scusa se non sono come vorresti”: credi che oggi l’amore sia reso complicato dal fatto che idealizziamo molto e non accettiamo l’identità di un’altra persona? Per altro in Ultimo Ballo, quando parli del monolocale dove stavate in nove, parli di saperti adattare.
È un fatto di perfezione quella frase. Ogni cosa ha un punto debole, anche un robot. In amore mostri le tue debolezze, mostri aspetti che spesso da solo non sei riuscito a studiare. Questa persona si adatta a come sono ma so anche che non sono in toto come mi vorrebbe. Si vive bene insieme ma è impossibile essere come l’altro desidera. Bisogna trovare un equilibrio e accettandolo si vive bene anche in mezzo ad altre persone, ne faccio anche una questione di amicizie.
È difficile essere figli del Duemila? Sono fragili?
Siamo nati nell’era dell'entertainment che sovente a me ha comunicato cose che mi fanno sognare: auto, vestiario, modi di dire, musica. Chi come me è nato intorno alla metà degli anni Novanta ha visto l’ultima parte di un mondo che non c'è più: basta pensare alla tecnologia, alla telefonia. Siamo borderline tra due mondi.
Come riempi lo spazio tra il vorrei e dovresti?
Di base lavorando, punto all'idea di voglio che mi porta a lavorare e a non pensare a cosa dovrei fare. Così continua il mio percorso, andando dritto per la mia strada le questioni si risolvono. L’unico sbaglio nella mia vita che ho fatto sono le persone. Non è poco anche se parlo a livello lavorativo. Quando vado in piazza a Cinisello sono come gli altri. Il quartiere lo vivo, vivo nel mondo vero.
Una chance potrebbe essere un manifesto che invita a non arrendersi, a trasformare in opportunità le volte che ti hanno detto no?
Giusto! Ed è anche il motivo per cui ringrazio i miei nemici. Ringrazio chi mi ha fatto stare male perché ora sono più forte.
“Cambia l’insegna di quel bar ma non chi lo frequenta” potrebbe essere la denuncia di una società che urla cambiamenti per poi essere sempre più conservatrice?
Ci sta, ti confesso che non ci avevo pensato a questa interpretazione. La mia era comunque simile: in giro c’è molta confusione. Io dico che il bar cambia le insegne e l'arredamento ma la gente ci resta.
“Nuova casa vecchia vita nelle scatole”: che rapporto hai col tempo? Lo curi oppure i ricordi che porti con te sono pochi, li altri li tieni nella scatola? Ci sono pure i flashback da Laigueglia ad Alassio in Chianti Classico.
Il tempo è un amico ma anche il nemico peggiore. Spesso nelle canzoni mi appoggio ai miei ricordi; l'ho scritta molto di getto e il ricordo va a profumi e sensazioni: fra dieci anni riascoltandola ripenserò a quel momento. E spero capiti anche al mio pubblico questa collocazione storica di una canzone.
Devo leggerci un messaggio particolare visto che parti dal Chianti classico per aprire la canzone e alla fine arrivano le bocce di Cristal?
Ironizzo sullo sbocciare in discoteca. Io vivo sotto i portici in una vita vera e non finta e patinata come avviene in certi locali.
In questo 2023 compie 5 anni Bellaria, il tuo prima album ufficiale se non contiamo Chic Nisello: lo festeggerai?
Lo ripubblico tutti gli anni, celebro tutti i miei dischi. Magari cambio la mia preferita e i fan ci si attaccano perché la musica fa ricordare dei periodi della vita.
Una curiosità: hai letto Leopardi?
L'ho letto da piccolo e mi ero appassionato. Mi sono ricordato l'immagine della siepe, eravamo andati a suonare a Porto Recanati e ho visto una siepe davanti all'hotel; poi in studio ci ho fatto la contrapposzione. Nella canzone intendo dire che so e contemporaneamente non so di cosa parlo.
Alla fine possiamo dire che le idee non rimbalzano più nel casco ma volano libere nell’aria che respiriamo?
È l’obiettivo di tutti i giorni. Vanno avanti e indietro, sono in movimento per portare a casa quello che voglio: tante idee rimbalzano ed è bello che quelle che escono vengano capire.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Il progetto Vegas ora lo porto in giro. Mi sono anche un po' stancato di suonare sempre le stesse cose e avere aria fresca da poter condividere è bello. Stanno aumentando le date ed è solo l’inizio: in questo momento mi sento un emergente anche se ho fatto grandi cose!

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