Morgan in concerto a Piazza Armerina, tra barocco, rock e arte. L’intervista

Musica
Paolo Nizza

Paolo Nizza

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L’artista si esibirà venerdì 28 aprile per inaugurare la prima edizione del BaRock Festival che terminerà il 30 aprile. In occasione di questi 3 giorni di concerti (gratuiti) e performance che animeranno le strade e le piazze più significative della città siciliana, abbiamo incontrato il talentuoso ed eclettico cantautore e musicista. Ecco cosa ci ha raccontato

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"La maraviglia" ecco il sentimento prevalente cui corrispose il barocco” così scriveva l'archeologo e storico dell'arte Corrado Ricci. Ed è meraviglioso, per citare la famosa canzone di Domenico Modugno, ascoltare Morgan. Tra felici intuizioni, colte riflessioni, geniali corrispondenze, l’artista ci ha introdotto alla prima edizione del BaRock Festival” che avrà luogo dal 28 al 30 aprile nella splendida città barocca di Piazza Armerina in Sicilia. Il progetto finanziato dal Ministero del Turismo e promosso dall’Amministrazione Comunale, prodotto da Georgia Lo Faro Eventi e in collaborazione con Civita e Globart prevede tre giorni di concerti e performance che animeranno le strade e le piazze più significative della città. Il leit -motiv del Festival è quello di valorizzare attraverso la musica e in particolare il rock, le bellezze architettoniche e artistiche presenti nel territorio di Piazza Armerina. L’ingresso a tutti i concerti è gratuito.

 

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L'intervista a Morgan

Il BaRock Festival nasce dall’idea di far dialogare Barocco e Rock, due espressioni artistiche apparentemente distanti. Ma cos’è per te il barocco?

E’ un movimento che ci deve rendere orgogliosi di essere italiani. È stata un’ esplosione di creatività in tutti i campi: dalla musica all’architettura, sino alla pittura. Si tratta di un modello che oggi dovremmo valorizzare, per riproporre un’arte che sia altrettanto potente. In questo momento impera un minimalismo che appiattisce un po’ certi scenari artistici. Il barocco rappresenta una fioritura, un' arte rigogliosa, soprattutto per quanto concerne la musica. Quindi, quando definiamo barocco un certo tipo di rock, intendiamo un rock ricco di accordi, di  sonorità, di soluzioni, di panorami. Se devo dare un esempio di rock minimalista a confronto con un rock barocco, penso ai Nirvana contrapposti ai Queen. Sono entrambi gruppi molto interessanti, ma io sono più allineato con un atteggiamento barocco dell’arte musicale che ha in Vivaldi e poi in Bach la propria matrice. Vivaldi rappresenta probabilmente l’origine della musica tonale occidentale. Una ricchezza armonica che viene raccolta da Bach e trasformata in un sistema. Da qui partono il classicismo e il romanticismo. Poi tutto questo verrà distrutto nei primi del Novecento con l’avvento della dodecafonia, della musica atonale e della musica concreta. Ma a partire dalla metà del Ventesimo secolo ci accorgiamo che in realtà nulla è stato distrutto. Qualsiasi struttura musicale conserva intimamente quella che era la proposta dell'armonia tonale. Quindi è irrinunciabile quello che è stato fatto musicalmente nel barocco. È nel nostro Dna, ha ragione Leonardo Da Vinci quando sostiene che la bellezza sta dentro nelle forme della proporzione naturale. Ecco perché Bach viene considerato il demiurgo, il dio della musica, perché ha sfiorato l'assoluto naturale nella sua codificazione. Il barocco è tutto questo perché rappresenta la bellezza.

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Che significato ha per te, grande estimatore e interprete di Franco Battiato fare un concerto a Piazza Armerina ed esibirti al BaRock Festival che ha un forte intento sociale? Credi che l’arte e la musica possano contribuire a migliorare e ad aiutare il nostro Paese?

Sono felice di esibirmi in Sicilia. Ancora non ho completato la scaletta, ma sicuramente terrà conto di Bach e di Battiato. In quanto italiani dobbiamo ricordarci che noi abbiamo il primato dell’arte. Siamo la prima potenza mondiale a livello artistico. Siamo la nazione che ha realizzato più opere d’arte. Siamo circondati da architetture e monumenti straordinari. Noi abbiamo costruito la bellezza, infatti siamo “Il bel Paese. Ma spesso non ce ne rendiamo conto. Ci disistimiamo. Invece, dovremo essere fieri e mettere al centro dell’istruzione soprattutto le materie umanistiche, l’arte, la storia. Questa è la nostra vera essenza. Invece cerchiamo di essere quello che non siamo e finiamo per diventare fanalini di coda. Oltre ad arricchire lo spirito, investire nell’arte porterebbe una ricchezza economica.

 

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Pasolini parlava della “scandalosa forza rivoluzionaria del passato” e in fondo è un concetto riproposto anche dal BaRock Festival.

Ci troviamo in un momento storico in cui il passato viene svalutato a favore di qualcosa di non meglio definito, di un futuro non scritto. Ma il filosofo Emil Cioran diceva: “L’infinità del passato è molto più infinità dell’infinità del futuro”. Quindi il futuro non esiste se non c’è la consapevolezza del passato. Le azioni degli esseri umani si basano sulla Storia. In qualsiasi campo senza la cognizione di ciò che è stato si gira a vuoto, si fatica. Il concetto di modernità è presente in ogni epoca. Non è legato allo scorrere del tempo. La modernità è una qualità dell’essere umano, collegata alla sua capacità di inventare, di innovare, perché la rivoluzione resta sempre rivoluzionaria. E nella costruzione del nuovo deve essere presente il vero. Altrimenti si tratta di giovanilismo di una novità fine a se stessa, una cosa priva di significato. Quando invece si include, il vero, quindi il passato, si tratta di arte. Senza la conoscenza e lo studio del passato non abbiamo i moduli, gli strumenti per creare.

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Kandinsky diceva: “L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima”. Cosa rappresenta per te questo strumento che accompagnerà la tua esibizione al BaRock Festival?

Concordo con l’ affermazione del pittore russo. Il pianoforte è una meravigliosa invenzione dell’essere umano. Quando lo si suona ci si accorge che sprigiona una metafisica. Dopo tutti questi anni non mi sono ancora stancato di suonarlo tutti i giorni. Tutte le volte che ascolto un pianoforte provo una sorta di orgasmo, un piacere dei sensi. Il pianoforte è divino, non è solo il principe degli strumenti, ma è il dio degli strumenti.

Dopo le quattro puntate di StraMorgan, hai altri progetti televisivi?

Sì. StraMorgan è stato il primo passo, un piccolo assaggio del mio progetto di divulgazione musicale. A me interessa portare la musica in televisione, e sto lavorando molto su questo perché credo meriti uno spazio più ampio.

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Passando dal piccolo al grande schermo, dopo aver lavorato ai film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa e Il siero della vanità, ti piacerebbe tornare a comporre una colonna sonora per un lungometraggio?

Molto. In realtà vorrei scrivere molte colonne sonore, per altrettanti film. Quando ho composto per il cinema ho provato l’ebbrezza della vera musica pura. E‘ una maniera molto libera e profonda di scrivere musica. Faccio un appello pubblico ai registi italiani. Chiamatemi, mi fate fare una prova, farei gratuitamente, tipo musicare dieci minuti di film o realizzare un tema. E poi vediamo.

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