Laura Marchesi: "Dice è un nuovo modo e semplice di vivere la musica"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'account director per l'Italia ci racconta perché andare a un concerto può diventare una esperienza che parte da lontano, parte da casa. L'INTERVISTA

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La nuova frontiera della musica si chiama Dice. E' un ticketing internazionale, a oggi leader tra i ticketing indipendenti al mondo. Ma è pure un app mobile online di ticketing e discovery nata con lo scopo di contrastare il secondary ticketing. Si pone non solo come app di acquisto ma anche come social, per scoprire gli eventi in zona, invitare gli amici e condividere con loro l’esperienza. Dà anche la possibilità di ricevere eventi in target con il proprio profilo e di scoprire quindi nuova musica e in caso di concerti sold out c'è la waiting list. Ho visitato l'universo-Dice con Laura Marchesi, account director di Dice Italia.

Partiamo dalla storia di Dice: quando nasce e quale è la filosofia di partenza?
E’ una realtà peculiare, molte biglietterie sono supportate da colossi, noi invece ci focalizziamo sul fatto che il fan esca di più. Il focus è andare incontro alle esigenze e dunque noi prima di vendere dobbiamo comprendere di cosa ha bisogno. E in questo siamo agevolati da una app facile e trasparente.
Due credo siano i punti di forza più evidenti: la collaborazione con le realtà del territorio e una community in crescita e fedele. Come agite in entrambi gli ambiti?
E’ una mission così integrata che tutta la nostra struttura poggia su questo. Abbiamo una integrazione con Spotify e Apple Music tramite un algoritmo, ovviamente basata sul consenso dell’utente, che in base a quello che acquista vengono suggeriti concerti che possono emozionare. Poi ci sono attività di newsletter e comunicazione e abbiamo le push che senza invadere possono aiutare.
La trasparenza sul costo del biglietto è un altro elemento strategico: è così che si conquista la fiducia? E come deve essere una app facile da usare e trasparente?
Appena apri la app apprendi quello che spendi. Stiamo ragionando anche sul supporto logistico. A livello internazionale, Dice ha la stessa app di tutto il mondo: tu scrivi e ti arriva tutto quello che avviene dove sei e che può rientrare nei tuoi gusti.
Lo scorso anno molti concerti erano sold out ma con biglietti venduti prima e durante il covid: il 2023 ha esaurito, forse tranne Tiziano Ferro e gli Iron Maiden, almeno in Italia, tutti i lasciti: che percezione hai? Sarà un’altra estate di sold out?
Molto bella per fortuna. Ci sono fermento e un po’ più di stabilità rispetto alla voglia folle di recuperare che ha attraversato il 2022. La mia percezione è che il mondo cambia alla velocità della luce e bisogna continuare ad adattarsi mentre cinquanta anni fa un trend andava avanti a lungo.
Si è disposti a spendere anche molto di più per un pacchetto esclusivo: è questo che la gente vuole, momenti unici?
In un certo senso sì, ma oggi attraversiamo un momento difficile, è tutto caro per la popolazione quindi dobbiamo ricordaci delle persone che devono fare delle scelte e non possono spendere tanto. Ed essere loro di supporto.
Per altro voi con la vostra piattaforma sapete segnalare a chi vi segue concerti nella sua zona e di suo interesse: questo tipo di informazione amicale ha poi riscontri in termini di acquisto biglietti o pacchetti?
Ci sono dei report. Posso dirti che dalla nostra Discovery Page passa più del 40 per cento delle persone che si affidano a noi. La app è valorizzata dal fan stesso. Il fan si fida e dunque noi investiamo tempo a cercare di accontentare i fan.
La sfida al secondary ticketing procede in che direzione?
Poter rivendere sulla app rende tutto più contenuto e c’è una trasparenza totale. Inoltre abbiamo il ticket transfert.
Che è una grande cosa: quanto è importante la waiting list? Come si gestisce un fenomeno tipo Coldplay?
E’ meritocratica in base alla richiesta: chi prima si prenota prima viene contattato se ci sono delle opportunità: arriva un alert che comunica anche il tempo massimo di acquisto e poi si va a scalare. Esaminando il caso dei Coldplay bisogna riconoscere che ci sono casi in cui qualcuno resterà scontento. Noi siamo focalizzati su concerti e clubbing.
Non guardate ad altri ambiti, tipo le partite di calcio?
 Privilegiamo il nostro mondo ma manteniamo una apertura. Poi certo ci può interessare ampliare il nostro universo ma con identità e qualità alte.
So che il 2022, e cito per tutte le collaborazioni col Primavera e col Sonar, è stata un’ottima annata: puoi anticiparmi qualche novità sul 2023?
Sarà ancora più forte dello scorso anno che è stato convulso per tutti. Il 2023 è un po’ più fluido e dunque si preannuncia speciale.
Infine ti chiedo nel tempo libero che musica ascolti.
Mogwai, The Notwist, The National, Interpool, Arcade Fire, Editors, per rilassarmi The Jesus and Mary Chain, Joy Division e The Ramones.

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