Senza alcuni fallimenti non sarebbero mai scattati determinati ragionamenti e comportamenti che ci rendono ciò che siamo oggi
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
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“Il disastro, al microscopio, risulta formato da una catena di errori apparentemente senza conseguenze”, scrisse Dino Basili: piccole imperfezioni, apparentemente insignificanti, una di seguito all’altra, si incrociano come pezzi di un puzzle e formano un quadro generale che prende la forma del Disastro. Dalla mia prospettiva, il disastro è invece ciò che ci illumina, ciò che ci permette di comprendere a pieno chi siamo e per cosa viviamo. La mia visione di Disastro è sempre stata legata alla mia infanzia, ai miei affetti, a mio padre, alla mia famiglia, insomma, un insieme di pezzi che uniti formavano una situazione che, diavolo se era un Disastro. Ma un disastro diverso, unico nel suo genere, a parer mio. Il Disastro di cui parlo nel mio brano è qualcosa che ormai è avvenuto più e più volte, tanti piccoli disastri che si incrociano come un filo e si incatenano, forti, per dare vita ad un qualcosa di più: una versione migliore di noi. Se non fosse per quei disastri che ci caratterizzano, penso che nessuno di noi sarebbe chi e ciò che è oggi, nel bene e nel male. Ogni errore ci ha permesso di arrivare dove siamo oggi e dove saremo domani.
Il brano può essere un vero e proprio studio individuale. Nello scrivere “Disastro” sono stato ricoperto da pensieri ed emozioni contrastanti tra loro, sensazioni che inizialmente non hanno affatto contribuito nel processo creativo: ero pieno di problemi privati, passavo settimane con poche ore di sonno e all’Università le cose non andavano affatto bene: insomma, era ed ero un Disastro. Una condizione che però, andando avanti nei giorni, mi ha permesso di coglierne la bellezza ed i valori; senza quei fallimenti di fatto non sarebbero mai scattati determinati ragionamenti e comportamenti che mi rendono ciò che sono oggi. Trovo che il fallimento sia in realtà una motivazione per progredire e quindi un punto di partenza, un ostacolo volto a renderci migliori in seguito al suo superamento. Ad aiutare la scrittura del brano è stato inoltre il rapporto con Toty (produttore del pezzo e regista del video). Con lui mi sento ogni giorno e quando sto male e ho bisogno di sfogarmi, vado nel suo studio, il Monterosa Records, dove mi sento in una sorta di famiglia e riesco ad esprimermi nel miglior modo possibile.
Nel video di “Disastro” io e Toty abbiamo voluto creare un’atmosfera fine anni 90/inizio anni 2000, che esplode in ogni modo possibile nel ritornello, assolutamente influenzato dalla presenza dei Wet Floors, una band assurda in grado di creare atmosfere come poche, nonché finalisti della 3ma edizione di Sanremo Rock e vincitori del premio Cafè Unplugged di RollingStone Italia nel 2021. Sono stati essenziali per un brano con una forte identità visiva, a partire dalla copertina di Viviana Viviani fino al video diretto da Toty, in cui sono presenti anche scene registrate in Tunisia da Wissem Karabi.
Questo singolo arriva dopo la pubblicazione del mio debut EP, “Legami”, dedicato a mia sorella maggiore Ilaria, prematuramente scomparsa: la mia è una sorta di missione, iniziata dal trepidante intreccio tra un’indomita urgenza espressiva personale ed il lascito di mia sorella, che era un’attività impegnata a sensibilizzare contro la stigmatizzazione suoi disturbi mentali. Il mio obiettivo è quello di scuotere e svegliare le coscienze degli ascoltatori su tematiche appartenenti alla sfera emotiva e alle molteplici fragilità che connotano l’universo psichico di tutti noi, scorgendo oltre ogni parola, oltre ogni etichetta di genere e stile. Ritornando alla citazione iniziale di Dino Basili, sono sempre più convinto che il Disastro, visto al microscopio, risulti essere nient’altro che una minuscola cellula nel grande corpo del successo e della realizzazione personale.