Rosso Marte Abbandonati alle Cose video

Musica

Il brano racconta di un senso ritrovato dopo un passato tormentato, di come soffrire per amore ci cambia e di quanto possa spaventare rimettersi in discussione

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND

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È il primo brano che abbiamo concepito per il duo, gli altri pezzi erano stati scritti prima che decidessimo di rimanere in due. La canzone nasce da una parte di batteria, su cui si è costruito un riff in modo naturale. Il testo è nato da un collage di frasi scritte in momenti diversi legate da uno strano filo conduttore. Raccontano di un senso ritrovato dopo un passato tormentato, di come soffrire per amore ci cambia e di quanto possa spaventare rimettersi in discussione, il messaggio è: non bisogna chiudersi in sé ma abbandonarsi agli eventi della vita, saperli cogliere e affrontare comunque, perché ne vale la pena. Il caso vuole che uscivamo entrambi da poco da una lunga e importante storia d’amore, di quelle che ti porterai per tutta la vita, perciò l’intero primo lavoro è sofferto ma vive anche una rinascita, una nuova consapevolezza. Abbiamo attraversato il dolore e i sentimenti più profondi che ci hanno portato ad una conoscenza maggiore di noi stessi, questo brano parla proprio di questo percorso.
 

Appena registrata la prima demo del pezzo abbiamo capito subito che sarebbe stato un singolo, musicalmente parlando ha tutti gli elementi di un brano pop rock. Stabilito che il primo lavoro sarebbe stato un EP di cinque brani, abbiamo deciso di lanciare il disco con un altro singolo, “Godi e Persevera”, ma una volta uscito sentivamo l’esigenza di dare un ulteriore assaggio prima dell’intero EP. Crediamo che le nostre canzoni siano molto diverse tra loro e visto che si tratta del nostro esordio volevamo far concentrare gli ascoltatori su almeno due singoli prima della pubblicazione dell’EP; da una parte, un brano rock, tirato a mo’ di cavalcata, dall’altra, una specie di ballata travestita da stoner/funk, due facce diverse della band. Così, proprio perché molto diverso da “Godi e Persevera”, abbiamo deciso in corsa di pubblicare “Abbandonati alle cose” come secondo singolo.

Il videoclip è nato da un’idea di Maurizio Campaniello, il nostro amico regista con cui abbiamo già lavorato per il primo video di “Godi e Persevera”. Il concepimento dell’idea di base è stato un processo abbastanza lungo. Volevamo qualcosa di totalmente diverso dal primo videoclip, ambientato in una città fantasma, in un’epoca presumibilmente antica, con costumi ottocenteschi che richiamavano vagamente al Marchese del Grillo, visto lo spirito del pensiero romanesco evocato nella canzone. In questo caso volevamo invece un lavoro figurativo, basato esclusivamente sulla musicalità delle immagini. D’accordo con noi, Maurizio ha pensato all’idea del mare, in particolare di Ostia, con colori e ambientazione anni settanta, con l’effetto della pellicola vhs e le cabine degli stabilimenti balneari che ti catapultano direttamente in quel periodo storico. L’idea che questo scenario contrasti con la musica moderna ci è sembrato il modo migliore per coronare il collage che il brano rappresenta, abbellito con time-laps, slow-motion e dissolvenze varie. Non volevamo un videoclip che descrivesse una storia, ma che, attraverso tutti gli stili citati, riassumesse la sintonia musicale con cui in due abbiamo realizzato il nostro primo lavoro. In questo senso, abbandonarci al mare ci è sembrato evocativo. Inoltre, per noi era importante realizzare dei videoclip autentici, low budget, in qualche modo umili, per mostrare in modo sincero chi siamo e da dove veniamo. Una produzione più complessa forse non avrebbe saputo narrare in modo genuino quel mondo inconscio di “Ciao Freud”.

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