Durante una serata in cui Bono e compagni venivano premiati per il loro “contributo significativo alla cultura americana” direttamente da Joe Biden, ci ha pensato il frontman dei Pearl Jam a regalare un momento speciale cantando Elevation e One durante la cerimonia
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A Eddie Vedder piace cantare dal vivo le canzoni altrui. Lo avevamo intuito dopo averlo visto cimentarsi con Just Like Heaven dei Cure in un concerto e ne avevamo avuto conferma dopo averlo visto esibirsi con i mitici Who sulle note della loro The Seeker. Il frontman dei Pearl Jam però non si limita mai a riproporre i pezzi di altri colleghi in una amorfa versione karaoke, anzi. Ogni volta che Vedder prende in mano un brano altrui lo trasforma, regalandogli un surplus di grinta. È successo anche a Elevation e a One, due successi degli U2 cui Vedder ha regalato tutta la sua carica durante un evento speciale.
Vedder sfiora l’elevazione raggiunta dagli U2
Eddie Vedder si era ritrovato a Washington per presenziare ai Kennedy Center Honors all’ultimo momento. Non doveva essere lui a celebrare la premiazione degli U2 ma Mary J. Blige, che con la band dublinese ai tempi firmò una versione forse ancora più celebre di One, non era proprio in condizione per esibirsi. Con l’autrice di My Life fuori gioco per un indisposizione, è toccato quindi a Vedder raccogliere il testimone, di fatto quasi improvvisando due cover molto energiche di Elevation e proprio One. La prima è stata sicuramente riproposta in una versione più simile a quella presente nel videoclip: la cosiddetta Tomb Raider Mix era infatti una rielaborazione un po’ più potente e aggressiva nelle sonorità rispetto a quella che si trovava in origine nell’album All That You Can't Leave Behind. Quella Elevation era nata apposta per entrare nella soundtrack di Lara Croft: Tomb Raider con Angelina Jolie ma, col senno di poi, sembra essere stata pensata piuttosto per venire reinterpretata da un artista come Eddie Vedder. Il cantante di Even Flow è sembrato molto a suo agio nel reinterpretare una canzone che doveva dichiaratamente parlare di “sessualità e trascendenza”, come dichiarò anche lo stesso Bono. Quest’ultimo ha ammesso poi negli anni di non ricordare praticamente nulla sulla genesi di questo brano diventato ormai un caposaldo dei live della band, arrivando a dire con ironia: “Non ricordo di averlo scritto. È stato tutto finito in pochi minuti, il che probabilmente non è la più grande ammissione da fare in una canzone sul sesso”.
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L’orgoglio irlandese di Biden
Al momento su internet possiamo ammirare la performance offerta da Vedder unicamente su Elevation, visto che la sua cover di One verrà riproposta solo più avanti durante la trasmissione ufficiale della cerimonia. Gli U2 non sono stati gli unici artisti insigniti del prestigioso Kennedy Center Honors, un riconoscimento pensato per celebrare esponenti dello spettacolo che hanno dato un contributo significativo alla cultura americana. Oltre alla band irlandese, tra i premiati c’erano altri grandi nomi come la leggenda del soul Gladys Knight e un divo del calibro di George Clooney. Il momento della premiazione degli U2 è stato però speciale, anche per le parole spese dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. L’inquilino della Casa Bianca ha speso parole al miele per gli autori di Sunday Bloody Sunday, con cui in qualche modo sente un legame: “Da questo presidente irlandese-americano, in una Casa Bianca progettata da mani irlandesi, grazie per tutto quello che avete fatto e per il modo in cui sollevate le persone […] stasera celebriamo un gruppo di artisti davvero eccezionale”, ha detto Biden. Il Presidente ha voluto poi soffermarsi su One, una hit che è anche un inno di pace e che va ricordata secondo Mr. President soprattutto per quei versi: “Siamo un tutt’uno, ma non siamo uguali, dobbiamo sostenerci a vicenda”. Solo ricordando certe parole forse raggiungeremo quell’elevazione evocata a inizio millennio dagli U2 e così ben raccontata dall’inconfondibile tono di Eddie Vedder.