La cantautrice e attrice italo-giapponese, con all’attivo 8 singoli e 21 film tra l’Italia e l’America, presenta il suo nuovo singolo. L'INTERVISTA
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Road of Light segna un passo importante nel percorso msuicale e artistico di Hong-hu Ada in quanto questa artista italo-giapponese ci porta a riflettere sulla nostra esistenza grazie al suo sguardo che si appoggia sulla vita di ognuno di noi, sulla quotidianità, e in questo osservare, comprende che aldilà delle difficoltà che ci accompagnano ogni giorno, c’è sempre una strada di luce, nascosta dai problemi e dalle avversità. Non ci accorgiamo di essa, ma se provassimo a cancellare i brutti ricordi del passato, ad allontanarci da situazioni che ci fanno male, ad evitare la superficialità altrui e la nostra stessa, e provando a rinascere un po’, ecco proprio lì si trova quella strada di luce che risolve e ci porta alla felicità, alla realizzazione e al successo personale.
Hong-hu partiamo dalla scelta di Road of Light come singolo: perché lo hai scelto? Perché ora?
La ho scritta durante la pandemia come musica e testo, anzi a essere precisi verso la fine della pandemia. Ho notato gli effetti che questo mostro invisibile, come io lo ho ribattezzato, aveva creato in noi separandoci. Ci mangiava piano piano, poi è esplosa la questione del vaccino o non vaccino e ti confesso che mi sono sentita un po’ discriminata per i miei tratti orientali, qualcuno pensava che io fossi una portatrice di virus mentre io abitavo qui e per altro non sono cinese. Insomma notavo veleno e alienazione dell’aria. Nessuno di noi vuole bene a se stesso, non è il volo alle Maldive che significa volersi bene, non si eliminano così stress, vuoto e infelicità che tutti abbiamo: si sconfiggono dall’interno. Road of Light è il metodo per essere sereni, lo abbiamo tutti, si nasconde dietro le situazioni negative ed è lì che va stanato.
Uno dei temi del brano è eleminare le negatività selezionando i ricordi: tu che rapporto hai con i ricordi? Riesci a essere selettiva oppure ne prendi le distanze ma li conservi tutti?
I brutti vanno eliminati perché siamo fatti anche di energia negativa. Siamo composti di energia e vibrazione e spesso ce lo dimentichiamo. La vita è una costruzione a cerchi concentrici e se non eliminiamo il brutto non ne veniamo fuori. Io lo faccio da quando sono bambina: seleziona e fatti del bene così ricerchi l’energia positiva. La legge dell’attrazione esiste da quando esiste il mondo. Velocità e paura ammazzano gli uomini.
La tua formazione musicale è lirica ma penso che tanto abbiano fatto il Gospel e lo spiritual: quanto ti hanno formata dal punto di vista compositivo? Anche se credo che la tua prima insegnante sia stata la nonna materna.
Vengo dalla lirica, mia nonna Elena era soprano lirico leggero, aveva una voce sottile che comunque volava in alto. La voce la ho ereditata da lei che comunque è stata una insegnante terribile: su respirazione, tecnica del diaframma e come prendere gli acuti le basi me le ha date lei. Con i sacerdoti americani ho imparato a scrivere le canzoni. Mi hanno insegnato a ideare un ritornello: l’inciso deve avere un massimo di quattro note se no il pubblico non lo memorizza. Mi facevano curare gli acuti. Giunta a Milano feci una audition con Caterina Caselli in Sugar e la Signora mi disse: ricordati che la semplicità è un punto di arrivo e non di inizio. Una frase per me illuminante perché mi ha fatto comprendere che il difficile è essere semplici.
Hai avuto una parte in Spectre quindi un po’ conosci il mondo di Bond: credi sia il momento giusta per uno 007 donna? Ti piacerebbe?
Sono pronta, è da bambina che voglio esserlo. Via le maschere e apriamoci, ci sono tante attrici che potrebbero interpretare que ruolo. Io mi candido attrice e cantante.
Esattamente dieci anni fa, nel 2012, sei stata protagonista di Shuna The Legend: recitare nel genere Western in Italia, vista la tradizione con Sergio Leone, mette particolare ansia? Hai studiato gli spaghetti western?
E' stato il più difficile nei miei 21 film, il mio personaggio era una indio comanche che andava a cavallo e nell’Ottocento non c’era la sella per cui è stato difficile adattarsi. Poi si sono aggiunte complicazioni anche per la mia altezza. C’era la supervisione dei figli di Sergio Leone perché la scenografia è stata prestata dal set de Il Buono Il Brutto e Il Cattivo. Si girava in Abruzzo dove tanti film fece il giovane Clint Eastwood. Più che ansia ho avuto un po’ di paura iniziale, quel set trasmetteva una magia particolare, si sentiva l’ululato vero dei lupi la sera e spesso si girava in notturno: una volta la produzione ha dovuto accendere dei piccoli falò per non farli avvicinare.
A proposto di spaghetti, so che sei anche una brava chef: hai dei piatti speciali?
Cucino di tutto. La passione sono i dolci, se ti serve una torta chiama me, sono la migliore. Ti posso fare una Torta Charlotte o la Caprese al cioccolato o al limone. I Pan di Spagna farciti con le creme e le crostate morbide con nutella e cocco, il tiramisù in tutto le versioni.
Le candele profumate che collezioni le usi anche?
Ne ho per la collezione e altre che uso. Mi piace la candela perhé in un attimo unisce la luce e il profumo, elementi fondamentali per la nostra vita. Messi insieme fanno riflettere.
Secondo te, visto che l’Italia un po’ a conosci, perché qui una figura come la tua, che è impegnata in tutte le sfere dell’arte, è considerata poco mentre negli Stati Uniti è l’artista completa e perfetta. Da tempo per altro e cito per tutti Frank Sinatra.
Amo l’Italia ma ha questo limite anche se lo sta un po’ limando: penso a Emma ed Elodie che avuto al cinema ruoli da protagoniste. Qui c'è il problema del limite e va superato: recitazione e musica sono due pezzi della stessa collana, non c’è differenza.
Culturalmente e professionale tu sei l’esempio di una vita senza frontiere. Ti inquieta oggi sentire che vogliono erigere muri, che in alcuni paesi bloccano i social: stiamo facendo passi indietro?
Mi auguro che sia soltanto un momento, più che inquietudine mi trasmette un senso di soffocamento. Siamo figli del mondo, tutti poggiamo i piedi a terra. Bloccare i social è un pugnale grande al cuore della gente. Prima i muri li facevano davvero, pensa al Muro di Berlino che Giovanni Paolo II ha contribuito a fare abbattere. Che siano digitali o reali non dovono esserci.
Ne L’Era Glaciale 4 dai la tua voce a Shira, una tigre: sei tigre anche nella vita?
Sì. Però buona. Ma sappi che ho gli artigli e anche molto lunghi se servono.
Alla fine possiamo dire che tu la tua strada luminosa la hai trovata?
Sono quasi vicina alla mia strada luminosa, manca poco. Esserci con entrambi i piedi significherebbe realizzarsi al cento per cento e la questione sarebbe grossa. Mettaimola così: sono sulla buona strada.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Farò promozione, mi ci vorrebbe una vacanza ma posso permettersi giusto qualche giorno. Poi ci saranno apparizioni in televisione e in radio. A febbraio partiranno i live in varie città italiane e poi in Inghilterra, Scozia e Irlanda.