Premio Tenco 2022, Erica Mou: “Ho imparato la leggerezza, ora la vita è più bella”

Musica

Fabrizio Basso

L’artista pugliese ha portato sul palco dell’Ariston il suo modo di vivere moderno e coraggioso e il messaggio di guardarsi meno negli specchi e osservare di più se stessi. L’INTERVISTA

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Vola sul Tenco 2022 la leggerezza di Erica Mou, quella leggerezza sana che migliora l’esistenza, che ci rende migliori. Bisogna muoversi senza guardarsi, c’è la differenza che si nota tra una foto posata e una spontanea. Sul palco con lei Flavia Massimo e Molla. Il suo set? Un abbraccio.

Erica partiamo dalla tua presenta al Tenco, cosa rappresenta per te e hai una canzone di Luigi preferita?
la soddisfazione è chiara e ti confesso che mi ha stupito questo invito, il Club Tenco l'ho sempre guardato con ammirazione, l'ho sfiorato una volta in passato e la voglia mi è rimasta. Non me l’aspettavo. Vedrai Vedrai e poi Il tempo dei Limoni che mi ha fatto conoscere Marco Guazzone. Poi c’è Se sapessi come fai che ho fatto in una compilation-omaggio a Luigi Tenco. Ma la mia infanzia è legata a Ciao amore Ciao.
L’artista russo Jurij Sevcuk non è potuto essere all’Ariston per causa della guerra. Triste vero?
Il punto è sempre che l’arte è un elemento della vita, forse il più interno. Siamo in un’epoca globalizzata ma in realtà si pensa a tutelare soprattutto il nostro confine. Io credo che i sentimenti del mondo nascano prima nella musica. Mi addolora che non ci sia ma non mi sorprende. È l’ennesimo gesto crudele non potere lasciare casa tua.
Il tuo ultimo album Nature è stato scritto in inglese, italiano e in dialetto: perché?
Non so se è importante ma è un segno del tempo, è un modo di vivere nostro legato al fatto che la musica passa di mano: l’album è scritto in più lingue perché mi stavo muovendo e dunque era il mio quotidiano. Quello che respiravo ho tradotto, in ogni lingua ci sono parole e suoni che non hanno traduzione.
A Sanremo con Nella vasca da bagno del tempo sei stata nel 2012, dieci anni fa. Al Festival, ovviamente.
Ero un’altra persona e per questo la guardo con tenerezza; oggi penso che ho sempre fatto tutto quello che potevo con gli strumenti che avevo a disposizione a seconda dei momenti. Mi struggevo moltissimo in quel periodo e mi fa tenerezza pensarci, quante lacrime ho versato. Oggi ho una leggerezza diversa.

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Cinema racconta i nostri figli tra vent’anni: guardandoti attorno sei preoccupata per il loro futuro?
Fino a un po’ di tempo fa la mia generazione era l’ultimo anello verso il futuro, ora un’altra generazione ci ha scavalcati. Quando penso a me come potenziale madre mi dico che ci vuole coraggio e fiducia nel futuro ma rischiamo di perdere la bellezza del mondo. Vorresti il meglio per i più giovani, pensa che c’è il rischio che non vedranno mai un pesce… ma poi fai l’amore e nasce un figlio e la leggerezza ce la metti.
Sul ponte è una storia di viaggio, è un brano istintivo: perché oggi siamo così alla ricerca di spiegazioni e perfezione e non seguiamo il cuore?
Abbiamo troppi specchi, se non ti guardi sai meglio. Bisogna muoversi senza guardarsi, penso alla differenza che c’è tra una foto in posa e una sorpresa. Quando ero sul palco guardavo gli spettatori per capire cosa gli restituivo ma dal tour Grazie dei Fiori ho cominciato a guardare me ed è stata la svolta.
Difficile cantare l’amore al tempo dei social?
Non cambierà mai l’amore, cambiano solo le modalità. Domenica scorsa mi sono sposata e qualche giorno dopo sono andata dalla parrucchiera che mi ha chiesto se quelli dello spettacolo si sposano ancora. Capisci dove vanno i pensieri della gente? Ci siamo sposati con una cerimonia laica, è stato un racconto. Abbiamo creato un rito come quando vai a teatro, ero in una rappresentazione, l’amore non è un fatto privato.
Nel mare c’è la sete è il tuo primo romanzo: stai scrivendo qualcosa d’altro?
Ho una idea, questo è per me un anno eccezionale, sono successe tante cose, faccio uno spettacolo teatrale con Concita De Gregorio. Però ora sento che mi manca il mio eremitaggio, lo attendo per raccogliere nuove idee.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho scritto molto, nel cassetto musica nuova ce ne è. Ho ancora delle date fino a Natale e poi torno a teatro con Concita. A novembre comunque inizierò a tradurre gli appunti che ho sull’i-phone. Penso ad arrangiamenti come fosse suonato dal vivo, con una palestra di colori sonori limitata.

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